Milano Porta Ticinese. Era lo scorso settembre quando avevamo mostrato i progressi dal cantiere per la realizzazione del parco archeologico dell’Anfiteatro Romano sito tra Corso Genova e Corso di Porta Ticinese.
Un cantiere a dire il vero molto lungo, probabilmente vi lavorano in pochi, e dove sta prendendo forma dal 2019, il nuovo parco cittadino del PAN tra via Arena e via Conca del Naviglio. Cantiere che ogni tanto rivela novità, come in questo caso.
Ad ogni modo i lavori sono in corso grazie anche ai nuovi finanziamenti del MiC (Ministero della Cultura) e grazie ai contributi di sponsorizzazioni private come TMC pubblicità (main sponsor), Prelios, Italia Nostra e Unipol Assicurazioni, che hanno permesso ulteriori sondaggi, come quelli nei pressi dove si trovava l’ingresso principale posto verso la Corso di Porta Ticinese.
Con l’acronimo PAN, Parco Amphitheatrum Naturae, si intende il parco archeologico che prenderà forma dove si trovava l’antico Anfiteatro Romano di Milano. Anfiteatro che, come grandezza poteva essere simile all’Arena di Verona, e che venne realizzato nel I secolo d.C.. La grande arena, dopo la caduta dell’Impero Romano, ormai in disuso divenne una cava di materiali edili, già nel V secolo, quando venne costruita la basilica di San Lorenzo e parte delle mura difensive della città.
Per quel poco che si riesce a vedere dalla cancellata di recinto possiamo dire che: verso via Arena è in corso uno strano sbancamento del quale ignoriamo l’utilizzo e lo scopo. Gli alberi trapiantati alcuni sembrano vivi e rigogliosi, altri pare abbiano un po’ sofferto, ma comunque ricoperti in parte da foglie.
Da via Conca del Naviglio la vista spazia maggiormente e possiamo notare alcune cose interessanti. Anzitutto il glicine salvato, è ora stato steso su un traliccio realizzato in metallo, sicuramente più sicuro del trabiccolo precedente.
MA sopratutto possiamo notare l’anello centrale dove pare stiano realizzando un “podio rialzato” nel mezzo della cavea. Sicuramente in vista di spettacoli che saranno allestiti all’interno del nuovo “anfiteatro ricostruito” con terrapieno e arbusti. Ricordiamo che sotto la parte centrale gli archeologi avevano ritrovato le impronte della pavimentazione dei sotterranei dell’arena. Resti che dopo i rilievi e documentazione, sono stati messi in sicurezza e ricoperti (non possono essere esposti, molte parti erano impronte nel fango consolidato, si sgretolerebbero se esposte alle intemperie).
I due edifici in rovina di via Conca del Naviglio 17, 19 e 21, rimangono in attesa del loro destino. Secondo la Sovrintendenza dovrebbero far parte del progetto del parco, col recupero e con l’utilizzo sociale e culturale. Ma sicuramente ne parleremo tra dieci anni almeno (sempre che non collassino miseramente, anche se noi li avremmo demoliti per ampliare il parco, a questo punto unica soluzione).
- Riferimenti fotografici: Roberto Arsuffi
- Parco Amphitheatrum Naturae (PAN), Anfiteatro Romano di Mediolanum, Porta Ticinese, Sovrintendenza, Parco,
A realizzarlo, l’anfiteatro, i romani ci avevano messo molto meno!
La penso anch’io così’!
Caspita, sono ormani 5 anni cantiere pee un parco! Pazzesco
Fate pena!!!!!
Questo parco/anfiteatro ha un potenziale immenso e questi amministratori italioti (tutti!!) da du’ soldi…va be’ non aggiungo altro!
Finitela con questi commenti!
Il ritardo è dovuto a scavi archeologici, non previsti inizialmente, che hanno portato a importanti scoperte. Per una città, come Milano, con così scarso interesse per il proprio passato, questo è solo un bene!
Quindi, che continuino a scavare e il parco con il nuovo anfiteatro verrà quando verrà.
Ma si, tanto è bello così! evvai!!
Che meraviglia la storia viene riscoperta a Milano.
Ormai da troppo tempo dimenticata e sepolta sotto l’asfalto delle automobili.
Spettacolo di parco. Un po di pazienza e poi avremo una meraviglia nel cuore della città
il progetto è davvero orrendo. i lavori procedono da 5 anni tra una pausa e l’altre. in 5 anni hanno reso la terra una spianata arsa dove non cresce più un filo d’erba, e fatto una spianata di cemento al centro, limitando ulteriormente il poco spazio a disposizione per un verde che sarà limitato a pochi arbusti dentro a casse di cemento. una vergogna.