Milano Centro Storico. Milano omaggia, a dieci anni dalla sua scomparsa, avvenuta a Bologna nel gennaio del 2014, il maestro Claudio Abbado dedicandogli uno slargo vicino al teatro alla Scala, dove ha anche ricoperto il ruolo di direttore musicale. Il nuovo spazio si trova all’incrocio tra via Santa Margherita, Via Giuseppe Mengoni, via Tommaso Grossi e via San Protaso, un percorso che Abbado spesso percorreva con il suo porta bacchetta, come ricordato dai presenti alla cerimonia. “È una dedica pienamente meritata per un gigante della nostra cultura e del nostro paese”, ha dichiarato il sindaco Giuseppe Sala. “Aspettare dieci anni per le intitolazioni ha molto senso, poiché rafforza il messaggio lasciato da queste personalità“.
Alla cerimonia era presente anche il figlio Daniele Abbado, che ha ricordato il profondo legame del padre con Milano, la città dove era nato, aveva studiato e avviato una rivoluzione culturale, soprattutto negli anni ’70. “Claudio Abbado, insieme a Maurizio Pollini, Paolo Grassi e la Scala, è stato artefice di un legame straordinario con la società e la cultura”, ha detto. “Ricordo l’orchestra della Scala suonare nelle fabbriche, negli ospedali, nelle sale consiliari; il legame era vivo e quotidiano”. Per il sovrintendente della Scala Dominique Meyer, “Abbado è stato un gigante e un punto di riferimento”, portando l’immagine di Milano e della Scala in tutto il mondo. Riccardo Chailly, direttore musicale del teatro, ha ricordato come Abbado camminava spesso verso lo slargo a lui ora intitolato, portando il suo porta bacchetta, diretto al lavoro. I suoi 18 anni alla Scala hanno rappresentato una rivoluzione copernicana.
All’intitolazione hanno partecipato il sindaco Giuseppe Sala, l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, il sovrintendente Dominique Meyer, il direttore musicale Riccardo Chailly, i figli di Claudio, Daniele e Sebastian, e il nipote Andrea Tommaso. “Questa intitolazione è assolutamente meritoria, non solo per i suoi meriti artistici ma anche per la sua visione e testimonianza”, ha detto Sala. “Conserviamo gelosamente ciò che ci ha lasciato. Aspettare dieci anni per l’intitolazione ha molto senso: non si perde nulla in questo tempo, anzi si rafforzano il ricordo e il messaggio”. Il ricordo di Claudio Abbado è “assolutamente vivissimo e siamo felici di dedicare questo luogo così vicino alla nostra amata Scala a un concittadino illustre, generoso e illuminato”, ha concluso.
“È un momento importante per il teatro”, ha commentato Meyer. “Claudio Abbado è stato direttore musicale per tanti anni e ha lasciato dei ricordi bellissimi. Fu il primo direttore che vidi dirigere qui 45 anni fa”. Meyer ha aggiunto che Abbado “ha portato Milano nel mondo: tra i tanti direttori d’orchestra della Scala, lui è stato uno dei più grandi, come Muti, Barenboim e Chailly”. “Per me – ha ricordato Chailly – parlare di Claudio in questo giorno è importante. Negli anni in cui lo seguivo come assistente, lo vedevo passeggiare verso via Speronari. I suoi 18 anni di direzione musicale hanno segnato un cambio epocale, portando questo teatro a una dimensione internazionale. Con questa intitolazione, Claudio è più vicino a noi e alla vita dei milanesi”. “Questa città”, ha ringraziato il figlio Daniele, “è dove Claudio è nato, cresciuto e ha studiato, creando un rapporto speciale soprattutto negli anni ’60. Un rapporto nuovo, straordinariamente forte e vivo. Ricordo l’orchestra della Scala suonare in fabbriche, ospedali, aule consiliari. Questo è un auspicio per il futuro: che questi legami si rafforzino e offrano nuove opportunità per lo sviluppo della società”.
Peccato che la piazza sia un deposito di moto e motorini, sopratutto nei mesi che consentono l’utilizzo delle due ruote.
- Referenze immagini: Google, Municipio 1
- Centro Storico, Scala. di Milano, Piazza del Duomo, Toponomastica, via Santa Margherita, Via Giuseppe Mengoni, via San Protaso, Carlo Cattaneo
Bene, hanno intenzione di Riqualificarlo? Almeno allargando l’area VERDE ? Giusto che il Maestro, sognava più Alberi in città
Sono i soliti inetti, spiace dirlo: ma come si fa a mettere l’ennesimo palo in quell’aiuola, di fronte a una statua?!?!?!?
Ci vuole proprio dell’imbecillità assoluta, uno zero assoluto di senso estetico, insomma, lo zero mentale assoluto.
Abbado si rivolta nella tomba a vedere questo scempio totale in suo nome.
Chissà cosa ha fatto di male in vita per meritarsi uno spartitraffico a suo nome