Milano | Cinque Vie – Quartieri: il vero cuore della città

Milano, Cinque Vie.

Con le Cinque Vie vi portiamo al secondo articolo dedicato ai quartieri di Milano, partendo dal cuore della città e seguendo un percorso a spirale fino ai suoi confini. L’obiettivo è raccontarne la storia, le peculiarità, i monumenti e offrire uno spaccato della vita sociale delle diverse zone cittadine.

A pochi passi dal Duomo si trova quello che è probabilmente il quartiere più antico di Milano, il cui impianto viabilistico risale all’epoca romana. Conosciuto come “Cinque Vie”, deve il suo nome al punto di confluenza di cinque strade: Via di Santa Marta, Via del Bollo, Via Bocchetto, Via Santa Maria Fulcorina e Via Santa Maria Podone. Questo crocevia fu un centro di scambi commerciali già in epoca romana e medievale e conserva ancora oggi una forte vocazione commerciale. La zona è infatti un concentrato di gallerie d’arte, negozi di artigianato e antiquariato, atelier e studi d’artista, oltre a boutique di abbigliamento e design contemporaneo, tutti accomunati da una costante ricerca estetica e culturale.

Il quartiere, dal carattere decisamente radical-chic, offre un rifugio tranquillo dalla frenesia di Via Torino e può essere delimitato dal perimetro formato da Via Meravigli, Via Cappuccio, Via Torino e Via Orefici. Si ritiene che proprio in quest’area sorgesse il primo accampamento romano, non distante dal villaggio celtico che, come abbiamo visto nel precedente articolo, si trovava approssimativamente nell’attuale Piazza della Scala.

L’eredità romana è ancora visibile nell’impianto ortogonale delle strade intorno a quella che fu l’area del foro, corrispondente all’attuale Piazza Santo Sepolcro. Milano, secondo gli storici moderni, fu fondata intorno al 600-590 a.C., forse con il nome di Medhelan, nei pressi di un santuario celtico della tribù degli Insubri. Dopo la conquista romana del 222 a.C., il villaggio divenne Mediolanum, con il classico schema rettangolare delle città romane. L’irregolarità del crocevia a “stella” delle Cinque Vie potrebbe essere stata causata dalla presenza del torrente Nirone, che costrinse a deviare il tracciato di una delle strade. Inoltre, l’esistenza di un varco nelle mura verso l’attuale Via Santa Maria alla Porta che portava a Vercelli, potrebbe aver dato origine a un ulteriore asse viario in un altro percorso, creando l’attuale crocicchio a cinque direzioni.

Quest’area vanta la più alta concentrazione di reperti archeologici di epoca romana a Milano: statue, mosaici, colonne e capitelli, molti dei quali conservati presso il Museo Archeologico, mentre alcuni restano ancora in loco. In epoca romana qui sorgevano edifici di grande rilievo, come il Foro, la Basilica, diversi templi, il Palazzo Imperiale, il Teatro e probabilmente la zecca. Vie come Santa Maria alla Porta, Via Zecca Vecchia, Via del Bollo e Via Moneta conservano ancora tracce del passato.

Per secoli, il quartiere è stato il cuore pulsante della vita milanese, con botteghe artigiane, palazzi nobiliari e case popolari. Oggi si colloca tra i palazzi del potere economico, verso Cordusio, e l’area commerciale di piccole botteghe e gallerie d’arte verso Via Torino. Le vie principali, oltre a Via Torino, sono anche Via Santa Marta e Via San Maurilio, che al contrario conservano ancora l’atmosfera della Milano di fine Ottocento e inizio Novecento.

Il quartiere subì profonde trasformazioni nel corso del XX secolo. La costruzione dell’imponente Banco di Roma tra il 1939 e il 1940, su progetto dell’architetto Cesare Scoccimarro, stravolse uno degli angoli delle Cinque Vie. Un’altra minaccia al tessuto storico fu rappresentata dal progetto della “Racchetta”, un’arteria automobilistica pensata per collegare Piazza San Babila con piazza Castello prima, e poi con largo D’Ancona (Via Vincenzo Monti) successivamente, quando il progetto venne ripreso nel dopoguerra. Una prima versione risaliva agli albori dell’arrivo dell’automobile, secondo un piano dell’ingegner Cesare Albertini, il quale venne incaricato prima nel 1928 e poi nel 1934 di ridisegnare il tessuto urbano della città. Un vialone che da piazza San Babila, attraverso il nuovo Corso Europa, unendosi a via Larga e la nuova Via Albricci, sarebbe penetrato nel tessuto delle Cinque vie demolendo tutto quello che avrebbe incontrato sul suo cammino.

Così tra il 1935 e il 1937 sorse, inglobando il cinquecentesco Palazzo Castani (è in questo palazzo antico che Mussolini fondò i Fasci di combattimento, il partito fascista), il principale edificio amministrativo del partito fascista “Primo fascio” o “fascio Primogenito” a Milano, oggi sede della Compagnia dei Carabinieri di Milano Duomo, progettato da Piero Portaluppi. La sua realizzazione comportò anche l’apertura di dell’attuale via Fosse Ardeatine, dove si trova l’ingresso principale.

Piano regolatore che venne ripreso nel 1953 ma che di fatto bloccò la ricostruzione post bellica della zona per poter realizzare questa benedetta arteria larga anche 30 metri, lasciandoci in eredità per anni, spazi urbani da città dimenticata, come, l’area di palazzo Gorani, via Torino 29, via Lupetta, le Cinque Vie e Via Zecca Vecchia. Aree lasciate come parcheggi sterrati e palazzi diroccati per tutti quegli anni e sbloccate solo a partire dal 2010.

Qui di seguito 6 foto dell’area del Palazzo dei Gorani, rimasta incompiuta per decenni dopo la guerra, con al centro una delle poche torri medievali di Milano prima della “riqualificazione” completata una decina d’anni fa.

La II Guerra Mondiale diede un ulteriore contributo a devastare il quartiere. Tra le maggiori vittime furono diversi palazzi storici di importanza monumentale. Il principale è senza alcun dubbio Palazzo Borromeo, risalente al XIII secolo, per volere della famiglia Borromeo, famiglia di origine fiorentina che, trasferitasi a Milano, divenne una delle più importanti e influenti della città, anche grazie alle collaborazioni con l’allora duca Francesco Sforza. Per fortuna si salvarono alcune parti, in parte ricostruite. All’interno del palazzo si può ancora osservare il ciclo di affreschi dei giochi Borromeo realizzati probabilmente attorno al 1450.

Vicino si trova il moderno complesso edilizio, situato all’angolo tra via San Maurilio e via Sant’Orsola, è costruito sul sedime dell’ex Palazzo Borromeo, un edificio sei-settecentesco che aveva subito ingenti danni durante i bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale, al punto da dover essere interamente demolito per lasciare il posto a una nuova edificazione. L’intervento, a firma di Giulio Minoletti e Giuseppe Chiodi, rispetta le prescrizioni del piano di lottizzazione approvato dal Comune di Milano nel 1950 e si compone di due parti distinte: un corpo edilizio che segue le giaciture dell’antico isolato lungo le vie San Maurilio e Sant’Orsola, caratterizzato dalla sobrietà del linguaggio architettonico e dall’uniforme rivestimento in ceppo d’Adda, e, all’interno dell’isolato, un edificio residenziale di nove piani fuori terra rivestito in intonaco Terranova lamato, più marcatamente razionalista. Vennero inglobati nel palazzo i due portali barocchi e nel giardino la meravigliosa balaustra.

In passato, il quartiere ospitava almeno una trentina di chiese, molte delle quali demolite o scomparse a partire dalla fine del 1700 come: Santa Maria alla Rosa, San Mattia alla Moneta, Santa Maria Fulcorina, Santa Maria Beltrade, Santa Marta, Santa Maria al Cappuccio, Santa Maria al Cerchio e San Vittore al Teatro. Tra le più significative ancora esistenti ricordiamo San Sepolcro, Santa Maria Podone, Sant’Alessandro, San Sebastiano, San Giorgio al Palazzo e San Matteo alla Bacchetta. Piazza Sant’Alessandro, con la sua chiesa barocca, è un piccolo gioiello architettonico recentemente pedonalizzato, che merita una visita.

Per chi desidera scoprire l’atmosfera della Milano di un tempo, consigliamo di passeggiare per Via Cappuccio, Via San Maurilio, Via Santa Marta e Via dei Piatti, dove è ancora possibile ammirare cortili e palazzi storici. Particolarmente suggestivi sono il cortile quattrocentesco della “Casa dei Grifi” in Via Val Petrosa 5, il cortile di Palazzo Pozzobonelli in Via dei Piatti 4 e l’altro cortile d’epoca al 5 della stessa via. Ma va menzionato anche il Chiostro delle Umiliate di Santa Maria Maddalena in Via Cappuccio 5, altra meraviglia del passato.

Nel “quartiere” delle Cinque vie, come dicevamo, possiamo inserire anche l’area di Piazza Sant’Alessandro e le graziose vie limitrofe, anch’esse ricche di storia e meravigliose stradine dal sapore antico.

Per valorizzare appieno il quartiere, sarebbe auspicabile un intervento di riqualificazione urbana: eliminare le auto dove possibile, eliminando quei brutti lampioni aerei che sembrano ufo (erano così belle le vecchie lanterne a campanella di una volta), e restituire dignità a Piazza San Sepolcro (da anni un parcheggio!), magari ripristinando le antiche pavimentazioni in pietra o ciottoli. È inoltre necessario completare i cantieri apparentemente bloccati, per colmare i vuoti lasciati dalle devastazioni della guerra e dai piani regolatori del passato, e incentivare il restauro di altri immobili, apparentemente abbandonati, restituendo al quartiere il fascino che merita.

Qui di seguito alcuni cantieri presenti alle Cinque Vie, apparentemente bloccati: Via Santa Marta 1 e via Zecca Vecchia 2 (prime due foto), e l’area più ampia dell’ex Garage Sanremo, abbandonata così da anni ormai.

  • Referenze immagini: Roberto Arsuffi
  • Centro Storico, Quartieri, Cinque Vie, Foro Romano, Piazza San Sepolcro, Via San Maurilio, Via Santa Marta, Arredo urbano
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Milano | Cinque Vie – Quartieri: il vero cuore della città”

  1. Urbafile grazie per il vostro lavoro.
    Per favore pubblicate questo appello fatto al Comune per le 5vie.
    Grazie

    Alla Vostra cortese attenzione

    Sono Lorenzo Troncone, residente in Milano, via Santa Maria Fulcorina 17

    Vi scrivo per metterVi al corrente di quanto la convivenza tra macchine e pedoni nella zona delle 5 vie – municipio 1 – sia difficile, con rischi serissimi per l’incolumità di tutti.

    La via Santa Maria Fulcorina, dai civici 15 al civico 21, è affollata di pedoni e macchine nelle ore pomeridiane. Nelle ore serali, pur essendo zona 30, è percorsa da auto a gran velocità. Non vi sono ostacoli alla velocità delle auto. Le auto transitano provenendo da 3 direzioni diverse, nello stesso senso: Da Piazza Affari, da via della Posta, da Via Santa Maria Fulcorina civici precedenti al 15.

    La notte del 17 marzo, un’auto è sconfinata sul marciapiede ed ha divelto i paletti in ghisa in protezione dei pedoni. Più segnalazioni sono state fatte alla polizia, tramite telefonate.
    Ad oggi, la situazione è ancora immobile: Vi ho allegato le foto dei paletti tuttora riversi per strada, con rischio per tutti. Non è la prima volta; di incidenti del genere qui, soprattutto di notte, ne capitano troppi.

    Personalmente sono anni che provo ad attirare l’ attenzione del Comune. Su Milano Partecipa ho già portato avanti delle petizioni per installare dei dossi artificiali, o creare dei sistemi per rallentare la velocità delle auto, ma non è servito a nulla.

    Guardate Voi le foto, notate le persone attraversare disordinatamente la strada, i motorini parcheggiati sui marciapiedi, i cantieri, l’assenza di un marciapiede rialzato. Immaginate tutto questo nella quotidianità, provate a sentire le lamentele delle persone che abitano e che transitano nella via. Possibile lasciare tutto in questo stato di fatto?
    Per favore, intervenite.

    Questa la mia segnalazione via email, senza che ad oggi sia intervenuto qualcuno.
    Codice ContattaMI CAS-583050-M6K6M4:

    Grazie e buon proseguimento,

    Rispondi
    • Lavoro in questa zona (in Via Santa Marta) e concordo pienamente con quello che racconta. È purtroppo pericoloso passeggiare nel quartiere, che non è affatto previsto per il traffico che subisce.

      Aspetto con ansia la pedonalizzazione promessa di (parte di) Via Santa Marta, auspicandomi che altre vie vengano anche loro tagliate al traffico diventando ZTL.

      Rispondi
  2. Un plauso per la bella decrizione del quartiere delle Cinque vie e dintorni arricchita dal bel corredo di foto, Personalmente preferirei, ma mi rendo conto che è irrealistico, che le costruzioni moderne per riempire i vuoti lasciati dai bombardamenti bellici o per sostituire vecchi edifici privi di qualità archiettoniche, anche se apprezzabili in una estetica contemporanea, non tendessero a snaturare il carrattere storico e ambientale di quel che resta del vecchio centro di Milano.

    Rispondi
  3. Almeno Piazza San Sepolcro andrebbe totalmente pedonalizzata.

    È anacronistico vedere ancora piazze così belle e importanti trattate come schifosi parcheggi.

    Rispondi

Lascia un commento