Milano, Nosedo.
Il Comune di Milano ha avviato una procedura pubblica per raccogliere manifestazioni di interesse relative alla riqualificazione dell’area di via San Dionigi 117 a Nosedo, nell’ambito del progetto di rinnovamento urbano di Porto di Mare. La Giunta ha approvato le linee guida per l’iter, che proseguirà con la pubblicazione di un avviso per la presentazione dei progetti.
Le proposte dovranno avere finalità pubbliche e collettive, con attività socioculturali, inclusive, sportive o ricreative, e dovranno includere un piano economico-finanziario per gli interventi di riqualificazione. Saranno ammesse attività private, purché limitate al 30% della superficie. Particolare attenzione sarà riservata agli interventi di sistemazione a verde delle aree previste dal PGT.


L’affidamento degli spazi avverrà tramite cessione del diritto di superficie fino a 90 anni, con possibili riduzioni del canone in base agli interventi realizzati. Potranno partecipare enti non profit, soggetti del Terzo Settore, società e imprese attive in contesti ERP o periferici, oltre ad associazioni e società sportive.
L’ex capannone di via San Dionigi 117 — situato accanto alla Cascina Carpana ora in ristrutturazione — potrebbe diventare la nuova sede del centro sociale Leoncavallo, recentemente sgomberato dalla storica area industriale di Greco. Una possibilità che però divide: da un lato l’opportunità di dare una collocazione a uno spazio culturale noto, dall’altro i dubbi legati al contesto. L’edificio (che andrebbe comunque riqualificato) sorge infatti in un’area periferica, ai margini della campagna, tra il futuro parco di Porto di Mare (oggi in parte degradata) e il bellissimo Parco della Vettabbia, il tutto alle porte del borgo di Chiaravalle.

- Referenze immagini: Roberto Arsuffi,
- Nosedo, Rogoredo, Porto di Mare, via Fabio Massimo, Via Sant’Arialdo, Via San Dionigi, Leoncavallo, Greco
Da cittadino Milanese che paga, al comune di Milano, per il suo appartamento :Tari (più che raddoppiata negli ultimi 13 anni e te la fanno pagare pure per il box auto, assurdo), IMU box con aliquota massima, irpef addizionale comunale, regionale e Nazionale su stipendio da lavoratore dipendente + IVA su tutto quello che si compra…. Mi chiedo quanto hanno pagato quelli del leoncavallo, solo di Tari , al comune di Milano.
Da cittadino Milanese che paga pure più di quanto elenchi, senza scassare tanto i balèt, mi rendo conto che non tutti si rendono conto del ruolo vitale per la città svolto dal Leoncavallo, che ha offerto spazi di partecipazione e cultura il cui valore va ben oltre la Tari, l’Irpef etc. etc..
Non tutto si misura in denaro e lasciatelo dire, caro Massimiliano: fa tristezza il genere di contabilità che hai fatto. Sei un triste burocrate, senz’anima. E senza un’idea di città.
Lo sapevo che sarei stato insultato. Di triste c’è soltanto l’arroganza di pretendere e non partecipare ad alcuna spesa per il bene collettivo. Pagare le tasse e le spese per qualcuno è un optional. Ho abitato nelle case popolari per trent’anni e i miei genitori hanno sempre pagato regolarmente affitto e spese. Quando gli ghei non c’erano non si andava in vacanza ma si pagava l’affitto. Triste? Meglio triste ma con la dignità di persona onesta. Se l’idea di città è la tua, meglio qualsiasi altra cosa. Infatti avete fatto scuola… La dove c’erano persone oneste e dignitose oggi ci sono abusivi che non pagano e pretendono.
È veramente triste una persona che invecchia pensando solo al proprio orticello.
E che tutto ciò che ha è invidiare la povertà altrui.
Se sei così arrabbiato con chi ti “frega i soldi” perché non ti arruoli nella finanza e vai a stanare gli evasori con villa e piscina della brianza?
Sempre con chi sta peggio di voi ve la prendete e ai ricchi gli leccate sempre il culo…
Il festival dei luoghi comuni.
Ma oltre ad essere ossessionato da automobili, trenord e brianzoli ma soprattutto dare un costante contributo ad abbassare il livello di questo blog hai anche una vita tua?
Eccolo qua un altro luminare che non ha capito niente. Ma proprio niente.
Finalmente qualcosa di veramente positivo a Corvetto. Cioè volevo dire: sarebbe stato bello che il Leoncavallo si trasferisse a Corvetto o Porto di Mare, e invece dove li mandano, in mezzo alla Vettabbia. Boh sarà strategico? Mah
Effettivamente potrebbe favorire la diffusione dell’amore per la natura che il Parco Sud con i suoi paesaggi è davvero meraviglioso, e chissà, da cosa nasce cosa. Poi attrarrebbe tanti giovanissimi di Corvetto, che ne hanno davvero bisogno di un posto figo ed economico. Speriamo sia fattibile.
Sicuro, i giovanissimi maranza del corvetto non aspettano altro per allargare il loro giro di spaccio, prezzi di favore e tanto amore per la natura.
C’è chi crede: oddio ci sarà più spaccio!!! Ma per piacere, il Leoncavallo è cultura, è un centro culturale e politico, poi certo non tutto è perfetto, ma porta progresso, in una zona MORTA, punto. Vi piace la campagna? Vi sentite VIOLATI? BENE, andatevene in mezzo ai campi di granoturco, la metropoli è grande, c’è spazio anche per voi tranquilli. Questa è una città, BdM.
Incredibile…comunque la ringrazio, paradossalmente: lei fa capire cosa sia sia la cosiddetta “kultura” che si cela dietro agli altrettanto cosiddetti centri sociali; nulla è cambiato dagli anni di piombo; sopraffazione, violenza, ora in versione edulcorata adattata, politicamente corretta, si direbbe: intolleranza politica vicina al fanatismo e disprezzo dell’ altrui pensiero…ma come non siete voi che ad ogni due per tre sproloquiate di “inclusione” e di “inclusività” e ora volete escludere gli altri vostri cittadini perchè non sono come quelli del centro sociale, ovvero pensano che sia sbagliato nella vita in generale essere buzzurri e arroganti?
L’ idea che una città debba essere per forza solo un gran casino può apprtanere solo ai sociopatici.
Ti piace la città? Ti senti SMINUITO? Sei un comunista? Bene, allora perchè ti fai dare da perfetto amico raccomandato dei potenti una sede in periferia? Perchè non sei coerente e non pretendi una sede in centro, in Galleria, altro che stilisti e negozi del lusso, il centro sociale ci vuole, in piazza della Scala, anzi dentro al teatro, bando alle ipocrisie. In centro ci vuole “cultura”, altro che Rossini e Wagner! E lasciamo la periferia ai residenti , quelli tranquilli.Troppo comodo altrimenti, scaricare i problemi sui normali cittadini, finchè non iniziano a protestare almeno.
Scusa ma ti devo dire che ti sbagli. Tu non sai molto di Wagner e Rossini, si capisce da come ne parli, la musica è molto vasta e ci sono delle perle anche nei sottogeneri apparentemente più ininfluenti, ma bisogna saperli riconoscere. Per riconoscerli bisogna interessarsi all’argomento, e poi si può imparare. Detto questo, i circoli culturali portano cultura, non degrado, raggruppano studenti universitari, che sono sempre fonte di cultura. Oltretutto creano sicurezza, perché favoriscono transito di persone che spesso sono studenti, quindi certamente non pericolosi. Il punto semmai è perché non in una zona un po’ più centrale. A Nosedo, oramai Sala e compagnia sono diventati dei burattini del governo a quanto pare. Che coglioni i bocconiani. Comunque per come stanno andando le cose sicuramente anche quelli del Leoncavallo sono messi male. Dai diamanti non nasce nienteeeee dal letame nascono i fiorrrr… ma sarà lunga prima che si possa tornare ad ammirare il grande albero pieno di frutti.
Con amianto o senza..? Tanto poi inquineranno l’ambiente con quintali di bombolette spray …!
Quanta grana in black hanno fatto questi del leonca negli ultimi 30 anni?
Secondo me si possono permettere di meglio
Obiettivamente ci sarebbero stati posti migliori, ma in ottica soprattutto di fruizione da parte di chi ci dovrà andare, sia in qualità di staff o di frequentatore. I sistemi medievali di governo dei campi rimasti idealmente ricostruibili nella campagna a sud di Porto di Mare perlomeno fino a Chiaravalle, sarebbe stupendo, oltre che innovativo dal punto di vista imprenditoriale, che qualcuno li gestisse, dando lavoro alle persone e generando buone economie, con produzione di prodotti tipici ecc. ma questi progetti, dove sono? Sono fattibili? Non è plausibile lasciare allo stato brado un territorio così grande a ridosso della città. Va anche ricordato che buona parte di quel territorio è utilizzato come zona di filtraggio delle acque, quindi non so quanto possa essere incontaminato come sostiene qualcuno che si preoccupa della vernice spray sui muri come possibile inquinante. L’amianto, per altro, ricordo, è stato pericoloso e letale per gli operai che l’hanno prodotto, era la il problema più grande. La cosa su cui più bisognerebbe riflettere è l’utilità di impiantare il Leoncavallo in quella zona, ma non per problemi legati all’inquinamento dei luoghi o al degrado degli ambienti, ma alla strategicità del posto per la sua capacità, certamente teorica al momento, di generare nuove istanze di pensiero critico in ottica di rigenerazione politica, visti i tempi e la cultura attualmente dominante. Gli anni cinquanta in fin dei conti non sono così distanti, per cui è importante immaginare un futuro di sviluppo per la città a sud, anche fornendo gli strumenti culturali trasversali alle persone rimaste escluse dalla scolarizzazione. Io per esempio mi sono iscritto al liceo serale a ventiquattro anni, poi a ventinove mi sono trasferito in città per studiare all’università, e vengo da una famiglia dove tutti hanno la terza elementare, la quinta elementare o al massimo la terza media, e parlo di persone nate tra il 54 e il 62. Io a quattordici anni lavoravo stirando pelli con ferri roventi che mi spellavano le dita con colleghi che mi passavano birra e ciloum la mattina alle 8, e vengo da una cittadina in provincia di Vicenza. Io a dieci anni marinavo la scuola e con un amichetto rubavo motorini e stavo in giro tutto il giorno. E quindi, dove ho maturato l’idea di tornare a scuola? Beh, nei centri sociali che ho avuto la fortuna di frequentare all’epoca, è in quei posti che è cresciuta in me un’idea politica. Va anche detto che tra i quattordici e i diciassette mi impasticcavo di lsd ed ecstasi in club techno, a onor del vero. Bella X la cultura. La città deve crescere, e per crescere ha bisogno di rinnovarsi. Le cose nascono, crescono, danno i loro frutti, e poi marciscono, ma è da quello che escono i semi. Sicuramente anche la vecchia guardia dei centri sociali ha necessità di un rinnovamento.
PS: segnalo un posto veramente figo per il Leocavallo, l’ex municipio tra via Mecenate e Viale Ungheria in zona 4, quello si che sarebbe un posto fiko. Oppure l’ex Aula Bunker a Ponte Lambro, attualmente ingiustamente okkupato da carte dei processi di tangentipoli, i gingilli del club dei magistrati del centro. D’altronde anche nel progetto di rigenerazione urbana di Piano era stata avanzata l’idea di realizzare un qualcosa di civico in quel posto, qualcosa di interesse sovracomunale. Certamente Nosedo è una zona più vicina all’asse centrale nord-sud, magari è il posto migliore.
Ma vabbè, le mie sono solo parole al vento. Senti oggi che bella brezza.