Imminente un intervento di riqualificazione dell’area retrostante la chiesa. Ringraziamo in anticipo gli studi Maiocchi Patergnani Architetti Associati e Zangheri Ciocchini Architetti che si stanno occupando dell’intervento e ci hanno fornito documentazione dell’intervento.
LA CHIESA
La chiesa di Santa Maria alla Porta a Milano è uno dei luoghi di culto più antichi e radicati della città, risale alla metà del ‘600 e di tale periodo conserva il linguaggio barocco e il ricco apparato decorativo. Sorge in corrispondenza dell’antica strada romana che attraversava la città, il “decumano massimo”, nei pressi dell’antica porta romana, tant’è che il nome di Santa Maria ha il suffisso di “alla porta”dovuto all’arco di ingresso che qui si trovava fino ancora al medioevo.
La sua storia è avvolta di mistero e devozione, luogo di un miracolo avvenuto verso la metà del ‘600 che ne ha profondamente mutato il rapporto coi Milanesi.
XVIII secolo – LA COSTRUZIONE DELLA CAPPELLA
Successivamente all’avvenimento straordinario e miracoloso si decide di costruire, adiacente alla chiesa, un piccolo manufatto ligneo per la protezione e la devozione dell’Immagine Sacra. Tanto è l’amore e l’affetto dei Milanesi per questa testimonianza che, nel Settecento, il manufatto lascia il posto alla costruzione di una grande Cappella a pianta ottagonale dedicata alla Beata Vergine dei Miracoli, detta “Madonna del Grembiule”.
È un edifico maestoso – alto quanto la chiesa cui si affianca – e per la sua costruzione viene fatto largo uso di materiali pregiati e raffinate tecniche di lavorazione: l’altare, le lesene e la pavimentazione sono infatti realizzate da abili maestranze riconducibili, per alcuni aspetti, a quelle della “Fabbrica del Duomo”.
IL MIRACOLO
A metà del seicento iniziano i lavori di restauro della chiesa, poiché l’edificio originario è in condizione di degrado “[…]per la sua antichità e cattiva costruzione, ad opera di Francesco Maria Richini; quand’ecco mentre un muratore nel dì 8 dicembre 1651 stava scrostando la calce vecchia del muro esteriore, scoprì una Immagine di Nostra Signora col Santo Bambino in grembo, dipinta a tempera sopra il semicircolo di una porticella; già era in atto di scagliare i colpi del martello sopra la sacra Effigie, allorquando uno, che si trova presente, lo avvisò di desistere, scoprendo molto bello e divoto quel volto; il muratore col suo grembiule la ripulì dalla polvere, e scoperta la venustà dell’Immagine, preso da istantaneo orrore trattenne i colpi, e riverente la adorò; anzi si hanno alcune provate memorie, le quali asseriscono, che essendo lo stesso muratore già da gran tempo zoppo, spinto da divota confidenza sclamò: Vergine Santa raddrizzatemi, e tanto bastò, perché all’istante sentitosi risodare i nervi, calò dal tavolato colla grazie perfettamente ottenuta. Si sparse per la Città immantinente la notizia del fatto, concorsero supplichevoli i cittadini[…]”*
* M.T. FIORIO, Le chiese di Milano, Credito Artigiano, Milano, 1985, p.61
1943 – LA DISTRUZIONE
Nel luglio del 1943 i bombardamenti su Milano sono impietosi e sfregiano molte zone, compreso il sito di Santa Maria alla Porta, dove una esplosione rade al suolo l’edificio a ridosso del Vicolo S. Maria alla Porta e anche la vicinissima Cappella della Madonna del Grembiule, squarciata nelle murature, e dilaniata nella sua essenza. Gli unici interventi di emergenza che vengono realizzati sono la protezione del pavimento in marmo policromo – coperto da un “sarcofago” in cemento – e del dipinto, celato dietro ad una improvvisata teca in legno.
Dagli eventi bellici in poi un lungo periodo di abbandono e trascuratezza pone i presupposti per l’inesorabile degrado di uno spazio che, con le dovute attenzioni, potrebbe tornare ad esprimere al meglio le proprie qualità di luogo urbano fortemente caratterizzato.
1945-2013 – IL DEGRADO
Sebbene l’importanza di questo bellissimo luogo di culto, lo spazio tra il palazzo ricostruito e i ruderi della cappella è rimasto per decenni terra di nessuno, parcheggio per motorini e autovetture. Qui, forse, in origine, venne lasciato uno spazio per un parcheggio interrato poi mai realizzato.
2013 – LA RISCOPERTA
Nonostante l’estemporaneità degli interventi di salvaguardia posti in opera dopo la guerra, è proprio grazie a questi presidi se le più importanti testimonianze materiali della Cappella sono arrivate sino ad oggi, non visibili e dimenticate, ma in discreto stato di conservazione.
È del 2013 l’inizio del cantiere di restauro – condotto in partnership dagli studi Maiocchi Patergnani Architetti Associati e Zangheri Ciocchini Architetti – che si sta occupando di restituire alla città questo frammento perduto e si suoi “tesori” appena riscoperti.
Oggi il bel palazzo di Luigi Caccia Dominioni (appena restaurato) e il retrostante spazio finora ignorato e rimasto da lungo tempo terra di nessuno, stanno per avere nuova vita. Infatti lo studio d’architettura Maiocchi & Patergnani ha riprogettato lo spazio urbano dando un nuovo aspetto vivibile a quest’angolo altrimenti desolato.
Le opere sono oggetto di convenzione tra il comune di Milano e il privato proprietario dell’area compreso il restauro dei resti della cappella della Madonna del Grembiule.
Foto Maiocchi Patergnani Architetti Associati e Zangheri Ciocchini Architetti
L’edificio, di proprietà di Reale Immobili, società del Gruppo Reale Mutua, rappresenta uno dei più apprezzati esempi di architettura urbana della frenetica stagione del boom socio-economico italiano del secolo scorso e della ricostruzione post bellica. Opera del celebre architetto, urbanista e designer Luigi Caccia Dominioni, venne realizzato nel 1961 sui ruderi delle case distrutte dalla guerra. Restaurato nel 2011, lo studio Maiocchi-Pellegrini, cui è stato affidato l’incarico si è occupato del restauro conservativo di questo gioiello del patrimonio architettonico milanese. Costruito