Milano | Centro Direzionale – La Torre Galfa in attesa di verdetto

Povera la nostra bellissima torre Galfa! Per noi di Urbanfile è un palazzo di un’eleganza sublime, un leggero e perfetto parallelepipedo di vetro e acciaio.

Da Wikipedia leggiamo la seguente descrizione: <<La Torre Galfa è un grattacielo di Milano, progettato dall’architetto Melchiorre Bega nel 1956 e terminato nel 1959.  L’edificio, situato all’incrocio tra via Galvani e via Fara (da qui il nome Galvani + Fara = Galfa), ha un’altezza di 109 metri per 31 piani, ai quali sono da aggiungere 2 piani sotterranei.  Il grattacielo, è riconducibile come architettura all’International Style e parte integrante del “Centro Direzionale” della capitale finanziaria italiana, ideato negli anni cinquanta ma mai compiutamente realizzato.  L’edificio ha forma rettangolare, con una base formata da piano terra e primo piano più ampia del corpo formato da 27 piani abitabili. Negli ultimi 2 piani, leggermente arretrati rispetto alla facciata, sono localizzati parte degli impianti tecnologici. I piani interrati alloggiano i rimanenti impianti ed i parcheggi.  Ha la struttura portante in cemento armato, quasi completamente nascosta dalle facciate continue (o curtain wall) in alluminio e vetro, escluse due bande verticali ai lati ed una, più larga, centrale, sul lato posteriore. La vetrata presenta un particolare effetto sfalsato che caratterizza l’edificio. All’interno sono presenti sette ascensori e due scale, posizionati nella parte centrale/posteriore del corpo dell’edificio.  Il palazzo, costruito inizialmente per la società Sarom, è poi acquistato, alla metà degli anni settanta, dalla Banca Popolare di Milano che lo utilizza come centro servizi e sede operativa per circa 30 anni. Nel 2006 è venduto, per 48 milioni di euro, alla Immobiliare Lombarda, società del gruppo Fondiaria Sai di Salvatore Ligresti. Il 5 maggio 2012 il palazzo viene occupato dal centro sociale Macao, le cui attività sono orientate ai temi del lavoro artistico-culturale e del precariato, il quale desiderava renderlo al contempo uno spazio di sperimentazione culturale, sociale ed artistica. Il gesto ottiene una notevole visibilità sui media e sui social network, portando ad un ampio coinvolgimento della popolazione milanese. Il movimento riceve, inoltre, il supporto di diverse personalità del mondo dello spettacolo e della cultura, tra cui Dario Fo. Il 15 maggio, dopo soli 10 giorni, il grattacielo è sgomberato>>.

Riferendomi a quanto riportato, per l’appunto, da Wikipedia, l’idea che un gruppo di persone, per quanto motivate da nobili ragioni, occupi uno spazio – privato come la torre Galfa o anche pubblico -, la trovo deplorevole.
La torre Galfa è vuota da qualche anno perché realizzata più di cinquanta anni fa, quando certe esigenze tecniche, oggi imprescindibili, allora non esistevano: coibentazione degli spazi, risparmio energetico, possibilità di cablatura degli interni. Quindi il suo riutilizzo, a meno di radicali interventi, oggi sarebbe problematico: gli interpiani sono troppo bassi, la facciata in vetro è realizzata con materiali che non garantiscono più una corretta climatizzazione ed è per giunta anche pericolosa perchè instabile.

Forse il gruppo Fondiaria Sai di Salvatore Ligresti (sul quale non mi esprimo) cercò di salvare l’edificio acquistandolo tempo fa, anche se oggi non sa esattamente cosa farne e come destinarlo. Dopo una prima fase durante la quale il grattacielo è stato spogliato dall’amianto presente all’interno, il cantiere si è fermato. Anche il gruppo Macao, quando occupò lo stabile alcuni mesi fa, non poté sfruttare tutti i piani, vista la generale pericolosità e la scarsa sicurezza della struttura.

Attualmente la torre rimane quindi una scatola svettante verso il cielo con i suoi 109 metri e con quell’unica luce rossa di posizione accesa a testimoniare la sua imponente presenza nella notte.

Peccato. Spero che presto qualcuno si occupi del restauro e non della sua demolizione cosi tanto paventata da molti.

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Disegni_Tecnici_Torre_Galfa_1958

Torre GalFa, piano direzionale, salotto di passaggio con pareti e soffitto in noce e pavimenti in moquette marrone

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