Sappiamo che spesso è la mancanza di finanziamenti a determinare l’aspetto di un luogo. Il Museo Diocesano, in Corso di Porta Ticinese, nasce nel 2001 per iniziativa dell’Arcidiocesi di Milano con lo scopo di tutelare, valorizzare e divulgare i tesori artistici della diocesi ambrosiana. Il Museo è stato ricavato nei chiostri quattrocenteschi e cinquecenteschi dell’ex convento domenicano di Sant’Eustorgio, chiostri in parte distrutti durante la Seconda guerra mondiale.
L’ingresso è stato creato nel punto dove i bombardamenti hanno lasciato una breccia nella cortina di palazzi del Corso di Porta Ticinese. Un varco mai sistemato con criterio e che, ancora oggi, dà un disorientante senso di vuoto urbano. I palazzi confinanti hanno muri ciechi che potrebbero almeno essere decorati, magari anche da qualche street-artist; non c’è una piazza piazza o un largo che consenta un comodo accesso all’esposizione. Per non parlare della parete con listarelle in legno usata per nascondere i ruderi e “fingere” un ingresso consono.
Insomma, invece di creare una bella entrata degna di un luogo di cultura, non si è creato proprio nulla. A dire il vero un progetto c’era, quello dello studio di Josep Llinas Carmona, questo intervento prevedeva la ricucitura nell’apertura provocata dai bombardamenti e consentiva la connessione del Corso con il Parco delle basiliche. Forse un po’ estremo come concetto di ingresso, ma di sicuro un progetto dall’effetto importante. Peccato che finora non si sia visto nulla e perciò si arriverà all’evento dell’EXPO senza che qualcosa cambi.