La patina che citiamo nel titolo non è solo quella dello smog o della polvere che guardando attentamente ci si rende conto che si è depositata su ogni palazzo, ma è anche la patina di sensazione che aleggia in questa via. Via antichissima, esistente già all’epoca della Medolanum romana e che conduceva verso vercellina e il palazzo imperiale.
Lungo il suo percorso all’epoca romana vi era anche il grande teatro, eretto durante l’età augustea, tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo. L’edificio era molto grande e aveva una scena alta 20 metri ed una cavea del diametro di 95 metri e poteva ospitare tra i 7000 e i 9000 spettatori. Venne distrutto dal Barbarossa nel 1162.
L’antica contrada che andava da via Santa Maria Segreta al corso di Porta Vercellina e San Giovanni sul Muro ha preso il nome dalla casa dei Meraviglia, che vi abitavano nel medioevo col loro sontuoso palazzo, all’altezza dei civici 2 e 4. Questa famiglia di ghibellini, partigiani prima di parte toriana e poi viscontea, fu resa nobile da Ottone Visconti nel 13º secolo. Nel 1533 Alberto Meraviglia, rappresentante del re di Francia, fini decapitato in piazza Mercanti per aver ucciso un suo rivale politico. Nella stessa epoca la famiglia di non poca fortuna economica si stabilì a Bari a seguito della duchessa Isabella d’Aragona, quindi abbandonando la Città di Milano.
In seguito la via venne anche chiamata contrada delle “Meraviglie” senza nessuna particolare giustificazione dal momento che il maggior titolo di interesse era quello di collegare la zona del Duomo col borgo delle Grazie, appena fuori le mura. Da un lato vi era stato aperto addirittura un piccolo cimitero dipendente dalla vicina chiesa di San Vincenzino, al vecchio numero 12 della via, tutto sparito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Quando nel 1952 un moderno edificio prese il posto di questa casa, dagli scavi per le fondamenta affiorarono i resti di una dimora romana: un locale balneario con 160 cm di pavimento, anfore vinarie e avanzi di mura perimetrali. Rieferiscono ancora gli storici che nel mezzo dell’antica contrada si trovava una vetusta lastra di granito chiamata la Pietra Santa: si diceva che fosse servita a Sant’Ambrogio per montare più agevolmente sulla mula quando tentò inutilmente di fuggire da Milano per non farsi eleggere vescovo. I fedeli col tempo vi avevano aggiunto anche una cappella votiva ma Pietra e cappella furono seccamente eliminate per ordine del governatore spagnolo Ferrante Gonzaga che voleva una strada più comoda e dritta. Non fu il solo a ordinare ampliamenti e riallineamenti della via, che si ebbero anche tra il 1870 e il 1889, in concomitanza con l’apertura di via Dante.
Sempre lungo il percorso di questa dritta via, nel medioevo vennero edificiate le chiese di San Pietro e Lino (piazza omonima) e la chiesa di Chiesa di San Nazaro in Pietrasanta, oltre all’abside della chiesa di Santa Maria alla Porta. Tutte tranne l’ultima, oggi sono scomparse. Dell’antica chiesa di San Nazaro in Pietrasanta, demolita per far spazio a via Dante, oggi ci rimane l’antico campanile, già torre medioevale dei Meraviglia e la famosa “Pietra Santa” che venne ricollocata all’interno di San Vincenzo in Prato. Torre/campanile che passa inosservata alla maggioranza della gente, d’altronde ci troviamo a Milano e di antico non c’è nulla, no?
Comunque rimango sempre colpito da come via Meravigli, una via del centro per l’appunto, nonostante abbia grandi e bei palazzi, persino una delle poche torri medioevali della Città come abbiamo visto, abbia quest’aspetto di abbandono dadecenni.