Questa villa, appartenuta ai fratelli Sesto Quintilio Valerio Massimo e Sesto Quintilio Condiano, è una delle testimonianze archeologiche romane più grandi e meglio conservate.
La villa apparteneva alla famiglia dei due consoli vissuti nella prima metà del II secolo DC, finché l’imperatore Commodo li accuso di congiura facendoli uccidere e appropriandosi in tal modo dei loro beni.
La sterminata residenza divenne così villa imperiale e, da ciò che ci è dato sapere, restò in uso fino al VI secolo.
Oggi rappresenta un percorso davvero suggestivo e immerso nel verde, con delle bellissime vedute sulla campagna circostante.
Il rammarico viene nel constatare la scarsa pubblicità di cui gode questo sito, unita ad una pianificazione degli ingressi non proprio eccelsa.
Infatti l’ingresso è previsto da via Appia Nuova, uno stradone di scorrimento in cui orientarsi può risultare non sempre facile per i turisti stranieri.
Al contrario, il collegamento pedonale con via Appia Antica è sbarrato da cancelli.
Certo, costerebbe sicuramente molto garantire il controllo su un secondo accesso, ma è alquanto paradossale che un villa sviluppatasi lungo l’Appia Antica oggigiorno non abbia più alcun filo conduttore con essa.
I cancelli su via Appia Antica |