Milano | Crocetta – L’Arco Romano e la via Porticata

 

In epoca romana giungendo a Milano, o meglio Mediolanum, da Roma o Piacenza, si percorreva la strada che dalla via Emilia, giungeva in città – l’odierno Corso Lodi e Corso di Porta Romana-, giunti all’altezza dell’attuale Crocetta ci saremmo trovati di fronte un bellissimo Arco in pietra candida, seguito subito dopo da una lunga via porticata lunga circa 600 metri che dall’arco trionfale conduceva sino all’ingresso della porta Placentiam, denotando da subito di entrare in una grandissima e importantissima città.

Dell’Arco e della via trionfale è rimasto pochissimo o quasi nulla, solo poche tracce che hanno permesso agli archeologi di ricostruirne la sua presenza e a grandi linee anche il suo aspetto. L’Arco venne distrutto – come altre vestigia – durante il lungo assedio delle truppe di Federico Barbarossa, che rasero al suolo la città nel 1162. Probabilmente l’arco in epoca medievale venne utilizzato come torretta per tenere sotto controllo il territorio circostante. Mentre la Via trionfale con il colonnato e le botteghe non dovette resistere per circa un secolo dopo la sua costruzione, purtroppo il complesso rimanendo all’esterno delle mura era soggetto ad esser preso di mira da ogni tipo di predone o barbaro che passasse dalla città.

La Via Porticata si trovava lungo una via trionfale lastricata, rialzata di 70 cm rispetto alla campagna circostante per evitare che si allagasse, infatti nei pressi scorreva il fiume Seveso e vi era il famoso “lago” di via Larga col porto, ed era larga 9,30 metri compresi i marciapiedi. Mentre i due edifici porticati si ipotizza fossero una sorta di mercato coperto con locali retrostanti (presumibilmente botteghe) con colonnato in pietra e strutture in laterizio. Gli scavi recenti, avvenuti a partire dal dopoguerra, hanno potuto anche stabilire che tipo di botteghe fossero e si è potuto anche avanzare alcune ipotesi su come potessero presentarsi, la quantità rilevante di intonaci dipinti – ritrovati malauguratamente in frammenti di minuscole dimensioni – suggerisce che molti ambienti dovevano essere anche affrescati. Per il colonnato, è stato rinvenuto solo un capitello, utilizzato per tamponare  un muro della basilica di San Nazaro. Così come 4 colonne che si trovvano all’interno della basilica e che si suppone facessero parte del famoso colonnato. Va ricordato che anche all’interno di Mediolanum vi era una via porticata, lungo il Decumano, in via Santa Maria Fulcorina, nell’Ottocento vennero ritrovati i resti delle basi di colonne e una fondazione che correva per ben 75 metri.

Sotto la via porticata è documentata l’esistenza di una fognatura, parallela alla strada, in cui confluivano lateralmente gli scarichi delle botteghe.

Durante gli scavi negli anni Ottanta per la costruzione della stazione Crocetta della metropolitana 3,vennero alla luce diverse reperti archeologici, tra i quali, un basamento molto grande all’altezza dell’ingresso del teatro Carcano e una serie di altre tracce, tra le quali un presunto basamento rettangolare per un monumento funebre (ipotesi), un edificio residenziale e varie fognature. Sicuramente il basamento e i resti dell’edificio residenziale vennero demoliti e spianati (presumibilmente nella seconda metà del III secolo d.C. ) per lasciare spazio libero alla costruzione della grande fondazione per l’arco onorario che fungerà da ingresso alla via porticata e a Mediolanum.

L’Arco Trionfale doveva essere a tre fornici, quello centrale di circa 8 m, pari all’ampiezza della carreggiata, e in tutto arrivava ai 14,75 m di larghezza, mentre l’altezza doveva essere di circa 12 metri. Per molto tempo molte fonti sostenevano che l’arco fosse quadrifronte, con quattro archi per lato, anche perché testimoni oculari come Arnolfo, Landolfo Seniore, Ottone Morena (tutti scrittori o cronisti del 1100) ci parlano di questo arco trionfale così come nell’opera attribuita a Sire Raul (scrittore milanese della fine del 1100, autore degli Annales Mediolanenses, in cui ha lasciato importanti cronache relative allo scontro col Barbarossa) che ne descrive i suoi quattro fornici: Sed turris quedam lapidea, mirabilis opere, posita erat in via que vadit Melegnanum, ante portam Romanam iuxta domos malsanorum, et vocabatur Arcus Romanus, quoniam quattuor arcus inferius habebat…

Dai rilievi degli scavi archeologici, risultava che la fondazione sporgeva di circa 70 cm rispetto al piano dell’acciottolato, si deve supporre che la soprastante strada, sicuramente lastricata con basoli, aveva uno strato di preparazione abbastanza spesso da eliminare il dislivello oppure che esistesse una rampa attorno all’arco: del resto anche l’acciottolato seguiva la pendenza del suolo dalla fondazione in direzione dell’area, con un dislivello di 38 centimetri. I dati dello scavo e in particolare la presenza di materiali ben datati sotto l’acciottolato, indicano che la grande risistemazione avvenuta non prima dell’ultimo venticinquennio del 300 d.C. e concordano con quanto emerso dallo scavo di via Rugabella, in base a cui non prima della metà del IV secolo d.C. venne costruita la via porticata, imponente ingresso alla città per chi proveniva dalla direzione di Roma.

Il nostro arco come abbiamo visto resistette a tutte le demolizioni delle incursioni gote e bizantine e, sotto forma di rocca, verrà smantellata solo dalle truppe imperiali del Barbarossa. L’arco fu attribuito nelle leggende medievali al console Marcello, il conquistatore della capitale insubrica, poi a Massimiano per deduzione logica, essendo l’imperatore alla quale era stata assegnata Milano come capitale. La struttura rettangolare dell’arco si giustifica pienamente se si pensa al confronto con l’arco dei Gavii di Verona (da noi utilizzato per i nostri fotomntaggi evocativi) o, con maggiore pertinenza cronologica, con l’arco di Galerio a Salonicco che si connetteva a una via porticata come il tetrapilo di Milano. Alcuni studiosi sostengono che l’arco invece, quadrifronte, fosse simile all’arco di Marco Aurelio a Tripoli.

Arco e via Porticata dovevano dare l’impressione di entrare in una grande città, quale Milano ancora non era nel IV Secolo, nonostante il ruolo di capitale che le vene dato. Infatti la grandiosa opera viene oggi interpretata come palese propaganda politica da parte dell’imperatore Graziano, che nel 381 d.C. stabilì la sua residenza a Milano, dando il via ad una politica di collaborazione – e a tratti di contrapposizione – nei confronti del Vescovo Ambrogio, che proprio in quegli anni avviava la costruzione delle quattro basiliche, collocate in posizione “strategica” lungo i principali assi viarii della città. A conferma del periodo storico in cui vennero costruiti arco e via porticata vi è la descrizione fatta da Ausonio, che si trovò a Milano nel 379, e che non menziona nulla su alcun arco trionfale pur essendo un complesso monumentale così prestigioso, che gli avrebbe permesso di tessere le lodi del committente. Quindi è un motivo in più per collocare la progettazione della via trionfale intorno al 381-382. Altre memorie della via sono riportate nelle leggende medievali, nelle descrizioni di Galvano Fiamma (Milano, 1283 – Milano, 1344), il quale parla di un edificio “frequentissimis columnis suustentatum“, probabilmente colonne ancora esistenti ma in rovina. Anche il nome della via in epoca medievale, Borgo dritto, fa supporre la presenza della lunga strada porticata.

Immagini dell’Arco non ve ne sono, tranne un ipotetica visione realizzata nel 1776 da Domenico Aspari, il quale ricostruì l’assedio di Federico Barbarossa del 1158. Rappresentò le due cinte murarie, la romana e la “nuova” composta dai terraggi medievali. Si notano ancora il Circo, il Teatro e l’Arco (in versione turrita) trionfale romani, o almeno quello che, secondo l’Aspari, all’epoca ne restava.

Gli scavi della MM3 negli anni Ottanta, hanno permesso di stabilire finalmente che la via trionfale datava all’ultimo quarto del IV secolo e che quindi coincideva con il breve ma denso periodo della grande alleanza tra il giovane imperatore Graziano e il vescovo Ambrogio.


Ambrogio nel 380 circa, fece erigere al centro della via porticata la Basilica Apostolorum, oggi San Nazaro. Infatti dopo il 380, il vescovo Ambrogio promosse, a Milano, la costruzione di una serie di nuove basiliche, dedicate ciascuna ad una diversa tipologia di santi, (non esisteva ancora l’usanza di intitolare le chiese a un santo solo). Furono così costruite una basilica per i profeti (dedicata poi a San Dionigi, della quale si conosce solo la localizzazione vicino ai bastioni di Porta Venezia), una per i martiri (martyrum), che in seguito ospitò le sue spoglie e divenne la basilica di Sant’Ambrogio), una per le vergini (futura basilica di San Simpliciano) ed una per gli apostoli, san Nazaro in Brolo appunto. La Basilica degli Apostoli venne consacrata dallo stesso Ambrogio il 9 maggio 386.

Panoramica di Mediolanum nel 300 d.C.
Tetrapilo o quadrarco di Settimio Severo, Leptis Magna, odierna Libia
Tetrapilo o quadrarco di Settimio Severo, Leptis Magna, odierna Libia

Di seguito le colonne presunte appartenenti alla via Porticata che si trovano sul retro dell’abside della Basilica di San Nazaro.

2015-10-25_San_Nazaro_5

 

Corso_Porta_Romana_Resti_Via_Porticata

San_Nazaro_Capitello_Romano_1
Capitello romano ritrovato nella muratura esterna della basilica di San Nazaro
basolato M3 Missori
Tratto di strada romana in basalto ora conservato nel mezzanino della M3 Missori
Scavi MM3 Via Porticata a Porta Romana
Scavi MM3 Via Porticata a Porta Romana

Via Rugabella - Resti del muro del porticato 1 Via Rugabella - Resti del muro del porticato 2 Tratto del Muro delal via Porticata in corso di Porta Romana 2 Tratto del Muro delal via Porticata in corso di Porta Romana 1 Pavimento decumano Massimo in Corso di Porta Romana2 Pavimento decumano Massimo in Corso di Porta Romana 1 Missori - Cantiere coi ritrovamenti archeologici in Corso di Porta Romana Crocetta - Superficie del basamneto dell'Arco Romano 1 Crocetta - Lato del basamneto dell'Arco Romano 3 Crocetta - Lato del basamneto dell'Arco Romano 2 Crocetta - Lato del basamneto dell'Arco Romano 1 Crocetta - Basamento di monumento rinvenuto nei pressi dell'arco 1

Fonti:

Antiqvitas, Milano Romana di Mario Mirabella Roberti e Civiche raccolte Archeologiche e Numismatiche di Milano.

Volumi a cura di Donatella Caporusso; Scavi Mm3 – Ricerche di archeologia urbana a Milano durante la costruzione della linea 3 della Metropolitana -1982-1990

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

4 commenti su “Milano | Crocetta – L’Arco Romano e la via Porticata”

  1. Incredibile il degrado di Corso di Porta Romana oggi ,sporco di scritte,sapendo che forse era la via più bella di Milano .Piange il cuore vedendo che nessuno fa nulla per ripulire la via.

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