Milano | Porta Nuova – La gru sul tetto…

Perché dopo tre anni e mezzo dall’inaugurazione, il grande Hotel Palazzo Parigi in corso di Porta Nuova ha ancora la gru sul tetto? Problemi per smontarla? Forse non è stato completato e ancora necessita del supporto del braccio meccanico?

Una gru ferma da oltre tre anni comunque potrebbe diventare pericolosa prima o poi, per non dire che anche esteticamente la cosa non ci pare particolarmente gradevole.

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Palazzo Parigi 1

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

14 commenti su “Milano | Porta Nuova – La gru sul tetto…”

    • Vediamo… provo ad aiutarti:
      busta numero 1: serve per bellezza
      busta numero 2: serve per terminare i lavori
      busta numero 3: serve per far perdere le parole a chi parla senza parlare.

      No words!

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    • Concordo. Ogni tanto mi capita di andarci per seguire qualche evento e dentro è ancora peggio. Se l’avesse disegnato personalmente Trump, abrebbe fatto una cosa più sobria.

      Del resto da dei tizi che chiamano un hotel “palazzo Parigi” cosa c’era da aspettarsi?

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    • Come dicevano i latini “de gustibus non disputandum est”, ma definire l’edificio cafone mi sembra troppo. Perché non ci mostri come hai saggiamente arredato casa tua? giusto per avere un metro di giudizio!

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  1. Avete provato a chiedere perchè c’è ancora sul tetto da ben tre anni?(comunque complimenti al costruttore per la soletta a prova di gru + contrappesi)

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  2. Soni brutti anche i ponteggi lasciati sulla facciata del palazzo accanto alla sua sinistra…

    Ma li hanno addirittura riempiti di piante.. bho!
    😉

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  3. il discorso e’ ben più ampio, l’albergo e’ in perdita e alcuni membri della famiglia proprietaria lo vogliono vendere ad una catena di alberghi ed altri no, la cifra richiesta e’ esorbitante per tanto tutto rimane fermo compresa l’ultimazione di quella che si dice sarà la più bella spa di Milano..
    preparatevi perché un domani l’albergo si chiamerà, radisson, piuttosto che shangri la, piuttosto che Raffles, piuttosto che fairmont…

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    • Per quanto mi riguarda possono chiamarlo come gli pare, basta che tolgano la gru dal tetto e che l’Architetto vada a far danni in altre Città del Mondo, che noi abbiamo già dato 🙂

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    • Speravo che il tuo commento fosse un pelo più argomentato, invece purtroppo non aggiunge molto al resto di stupidaggini che trovo scritte qui. Innanzi tutto la gru è ancora sul tetto perché il Palazzo non è ancora stato terminato e chiunque passa si li, sa bene che la gru è molto spesso in movimento. Per quanto riguarda la SPA, beh i gusti sono inopinabili, ma temo tu non abbia nemmeno avuto occasione di vederla perché altrimenti dubito tu possa esprimerti cosi.
      Ultimo, ma non per importanza, che sia in vendita è una bufala, che sia in perdita è una balla, basta andare a vedere i bilanci, ma probabilmente ti sei perso nel discorso giù ampio.

      Saluti

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    Le maxi operazioni. Mario Abbadessa: «Il centro deve rinascere»

    Più di trecento milioni di euro negli ultimi sei mesi, almeno altri duecento entro dicembre: l’americana Hines torna in Italia e punta dritto al centro di Milano, con un aggressivo piano di espansione.

    Cambio di vertici, e di strategia. Seicento milioni di budget sono stati messi in mano ad un giovane dalla carriera internazionale, Mario Abbadessa, 32 anni, ex braccio destro di Catella. Che ha dato slancio, senza il supporto di broker esterni, e imposto una visione nuova. «Non crediamo nello sviluppo speculativo in aree decentrate, puntiamo invece a stabili del centro storico da trasformare completamente in chiave commerciale e direzionale, con mall e negozi moderni — spiega Abbadessa —. Stanzieremo fondi per rivitalizzare anche le aree limitrofe e adiacenti ai palazzi, risparmiando sui costi di marketing e vendite. Cercheremo un’intesa con l’amministrazione pubblica», promette il country manager. Il primo obiettivo è Cordusio: «Chiederemo un incontro con il neo eletto assessore all’Urbanistica (Pierfrancesco Maran, ndr) e i proprietari degli altri palazzi (tra cui un altro fondo americano, Blackstone, che ha comprato le ex Poste, ndr), per lavorare insieme. La piazza deve rinascere», è la sua idea.
    Abbadessa per l’Italia aveva 600 milioni di equity da spendere (1,2 miliardi se si considera la leva sul debito) e ad oggi ne restano 200. «Ma non abbiamo problemi ad incrementare le fonti di capitali con logica industriale e orizzonte di lungo periodo. Vogliamo spendere per lo più a Milano — anticipa —. La città è in cima alla lista, ai livelli di Parigi e Londra».

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