Certo che non sembra, ma se uno scruta e ricerca informazioni o altro in giro per la città di Milano continua a trovare curiosità di ogni tipo, da opere d’arte scordate e luoghi magici.
A Gorla, ad esempio, non tutti sanno che esiste il Tempio della Notte, ovvero uno svago creato all’inizio dell’Ottocento dal Conte Batthyàny, ungherese ufficiale degli ussari, che nel 1829 fece costruire villa e giardino.
All’epoca la villa si trovava in piena campagna a due passi dalla Martesana nel punto in cui incrociava il lungo viale per Monza e dal non lontano borgo di Gorla.
La villa era attraversata da uno dei tanti fontanili che caratterizzano l’area milanese, l’antica Acualunga, che all’epoca dei Romani scorreva sino all’odierno Corso Vittorio Emanuele e che sgorgava a Precotto. Il Fontanile in prossimità della Martesana formava un laghetto nel giardino e poi sottopassava il canale per proseguire il suo percorso. Oggi il fontanile è incubato al di sotto del parco.
Il conte nel giardino fece costruire due tempietti neoclassici, uno in superficie, il tempio dell’Innocenza e un secondo ipogeo il tempio della notte, in una grotta artificiale (ora difficilmente praticabile), un padiglione per il caffè e le serre.
Nella seconda metà del secolo, la nuova proprietaria della villa, Fanny Finzi Ottolenghi, destinò il parco a scopi benefici, facendovi edificare una “casa-giardino per i bambini di Gorla”, seguita, nei primi anni del XX secolo, da un “rifugio per ragazzi inabili”, in collaborazione con l’Istituto ortopedico Gaetano Pini che divenne in pochi anni la più grande struttura per il recupero motorio in Italia. Nel 1934, dopo che la struttura fu trasferita, l’intera proprietà fu acquisita dal Comune che la destinò a parco pubblico.
Gli speologi dello SCAM recentemente si sono interessati all’esplorazione del tempietto ipogeo, giungendo alla conclusione che fu costruito su una preesistente ghiacciaia. Il Tempio della Notte spesso è fonte di curiosità per molti ragazzi, anche perché un velo di mistero come immaginabile regna sul manufatto. Peccato sia terribilmente degradato e mezzo in rovina. Il Comune dovrebbe restaurarlo e riaprirlo al pubblico.
L’ingresso al parco è consentito solo da Via Sant’Erlembaldo, una traversa di Viale Monza all’altezza del civico 150.
Alcune immagini da Altra Milano
Articolo eccezionale… come sempre.