In Corso Buenos Aires tra il 1954 e il 1955 venne realizzato un palazzo polifunzionale con galleria commerciale, completato solo nel 1961.
L’edificio occupa un intero isolato e crediamo sia uno dei più anonimi e bruttarelli costruiti in quel periodo. Ha sostituito una serie di piccoli palazzi ottocenteschi di edilizia popolare scarso valore.
Nella corte interna si trova la galleria commerciale che porta il nome di Buenos Aires (che fantasia). L’edificio è stato realizzato come se fosse composto da diversi palazzi ben distinti: infatti osservando le facciate pare di guardare un blocco composto da diversi edifici quando invece sono stati realizzati insieme, ad eccezione di quello ad angolo con via Redi ultimato qualche anno dopo.
Come dicevamo, l’edificio è architettonicamente abbastanza banale e anche la galleria risulta piuttosto anonima.
Questa immagine che segue rappresenta uno degli ingressi su Corso Buenos Aires e possiamo dire che passa abbastanza inosservata, tanto che i pochi negozi al suo interno devono reclamizzarsi con cartelli posti sul Corso.
Qualche anno fa la galleria è stata restaurata ed è stata rifatta la copertura, prima in vetrocemento e ora con vetrate che lasciano intravedere il brutto cavedio. Nonostante i marmi ricercati per la pavimentazione e le vetrine in alcuni casi ancora col gusto anni Cinquanta, la galleria risulta sciatta e poco attraente, una via di mezzo tra un retrobottega e una via secondaria. Sono pochi i negozi che hanno un appeal, tra questi citiamo Collini che, sfrattato dal Corso Buenos Aires qualche anno fa, si è visto costretto ad aprire qui; altro negozio storico è lo Zocccolaio.
Purtroppo, non essendoci una regola, quasi tutti i negozi che si affacciano sul corso hanno preferito chiudere le vetrine che hanno l’affaccio sulla galleria, così l’effetto saracinesca abbassata è disarmante. Aggiungiamo anche le solite tag che deturpano ogni palazzo della città e l’effetto degrado è subito attivato. Peccato non ci sia un associazione galleria o qualcosa di simile, che organizzi eventi, che renda la galleria attraente e che regoli le aperture delle vetrine altrimenti lasciate chiuse.
Pensare che quando venne realizzata, la galleria era uno dei luoghi più moderni in città e spesso veniva utilizzata come set fotografico per pubblicità di moda.
Tra le pellicole girate all’interno della galleria vi è anche un film con Dario Fo’ e Franca Rame, Lo Svitato, realizzato nel 1956, dove una lunga sequenza immortala un tratto interno della galleria e alcune vetrine. Si vede anche la parte ancora incompleta verso via Redi.