La Basilica di Sant’Eufemia è un edificio antichissimo, anche se oggi ha più l’aspetto di una chiesa neo-romanica. Infatti venne completamente stravolta nel 1870 dall’architetto Enrico Terzaghi che ampliò la parte centrale eliminando le navate laterali e creando, per esigenze di spazio, un’aula unica riportando la basilica all’aspetto originario o presunto tale.
Antiche leggente dicono che la chiesa di Sant’Eufemia sia stata fondata dal vescovo San Senatore Settala (di cui si conservano le spoglie proprio nella chiesa), il quale ne donò l’area ( nel 472-475 ). La prima notizia circa l’esistenza dell’edificio appare in una carta dell’885. Gli avanzi iconografici non ci permettono di fatto di risalire più indietro. Nonostante le sue vaste proporzioni, dovette essere una chiesa di notevole importanza, se diede il nome prima alla porta aperta nelle mura repubblicane che si trovava all’altezza dell’attuale piazza Bertarelli, poi alla pusterla sulla vicina fossa interna della cerchia dei Navigli.
Il Terzaghi fece dei sondaggi per controllare se sotto gli stucchi del XVI Secolo ci fossero tracce della chiesa medievale. Così fu, e subito venne restaurata e trasformata. Fu anche modificata e ridisegnata la facciata a salienti, in stile con la nuova veste romanica della basilica con l’apertura di un rosone centrale e preceduta da un piccolo portico di tre arcate a tutto sesto su colonne marmoree, ricoperto da una ricca decorazione musiva che richiama quella del mausoleo di Galla Placidia a Ravenna.
L’aspetto interno neogotico, è stato restaurato diversi anni fa e ha riportato l’aspetto Ottocentesco delle decorazioni del Cavenaghi, un po’ troppo ridondanti ma che danno un aspetto unico a sezioni completamente differenti e distanti tra loro, come la parte centrale ingrandita e alzata.
Al suo interno si trovano alcune opere degne di nota, quali lo Sposalizio di Santa Caterina, olio su tela di scuola leonardesca, attribuito da alcuni alla mano di Marco d’Oggiono (fine 400) nella prima cappella a sinistra della navata. Sempre del d’Oggiono si trova la tela raffigurante la Madonna con Bambino e Santi. Trasportata dalla vicina chiesa sconsacrata di San Paolo Converso, si trova la tela della Pentecoste di Simone Peterzano (Venezia, 1535 – Milano, 1599), ed infine una tela più recente (1920) del Santo Rosario, opera di Augusto Lozzia.
La particolare acustica della basilica ha fatto si che venisse utilizzata, specie negli anni cinquanta dalla EMI come sala d’incisione: qui il soprano Maria Callas registrò I Puritani e Cavalleria rusticana (1953) e La sonnambula (1957). Anche nel 1982 venne utilizzata dalla cantante Mina per incidere alcuni suoi brani. Si tengono spesso concerti d’organo.
Dopo tanti anni e il forte stato di degrado delle pareti, le facciate laterali sono ora sottoposte ad un restauro tanto necessario.
Come si presenta la facciata laterale della basilica.
Il montaggio delle impalcature effettuate in questi giorni.