Milano | Rottole – La trasformazione in Via Bellincione 22

All’inizio del 1910, nella zona vicino alle Rottole e Lambrate, si trovava il laghetto di Miralago, un laghetto frutto probabilmente di una cava, prosciugato (peccato) negli anni Cinquanta. Le terre erano di proprietà della famiglia Ingegnoli, vivaisti famosi a Milano, che avevano il loro vivaio principale a Cascina Melghera alla fine del ‘800, tra via Feltre e via Crescenzago.

Lungo l’attuale via Bellincione vicino alla casa di campagna della famiglia venne costruito un edificio residenziale unifamiliare che è il nucleo originario del progetto rivisitato da DAP Studio. L’edificio originario era una villetta residenziale costruita negli anni Cinquanta, rimaneggiata più volte nel tempo con aggiunte invadenti (come terrazzamenti e scale esterne) e che negli anni successivi è stata anche circondata dai palazzoni della città.

Qualche tempo fa  i proprietari del piccolo stabile hanno chiesto allo studio di architettura di rinnovare l’aspetto, oramai fuori contesto, della villetta. Così ecco che DAP Studio ha trovato la soluzione rigenerando, trasformando e adattando con una soluzione che a noi piace molto e che ha riportato l’edificio al suo rigore originario. Il rivestimento è stato realizzato con delle strettissime piastrelle di porcellana rettangolari di colore grigio chiaro.

Immagini DAP Studio

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Qui invece alcune immagini della casa come appariva in precedenza.

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

25 commenti su “Milano | Rottole – La trasformazione in Via Bellincione 22”

  1. Bella. A me piace, salvo riserva considerato l’uso delle piastrelle che spesso oggi si usa nelle ristrutturazioni, che trovo il più delle volte dozzinale. La linea comunque bella. Fuori contesto, ma dato il contorno, cosa poteva esserlo?

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  2. Carina!
    Finalmente qualcuno con le palle per cambiare tutto (specie visto che lo stile “Milano 2” della vecchia palazzina era ancora potabile).
    Non è la casa sulla cascata di Wright ma io ci abiterei volentieri lo stesso.

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  3. Mamma che tristezza quelle piastrelle grigie. Gli anni ’80 che tornano. Per cancellare un edificio tutto sommato decoroso poi… 🙁

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          • Caro anonimo, certa gente va a scuola abbastanza da capire che i registri della lingua informale si discostano dai canoni della lingua formale.
            L’uso del pronome te come soggetto è comune e accettato in tali contesti.

          • Caro Anonimo (che ho apostrofato come tale solo perché così appari, senza la vena polemica che traspare dalla tua risposta), ciò che dici è semplicemente una tua opinione. Non sono d’accordo. Pace.

          • Insegnano anche i contesti d’uso e i registri linguistici a scuola, sai? In terza media addirittura. Magari eri un po’ distratto quel giorno.

          • ah si ocia? Mia figlia è in seconda media e avrebbe usato il “tu”, vedremo se il prossimo anno userà il “te”.. ahahah rassegnati hai torto marcio

          • Mah, io non sarei così grammarnazi in questo caso. È abbastanza normale che espressioni da matita rossa in un testo scritto siano tranquillamente accettati in un contesto informale.

          • Cara Barbara, forse non hai letto bene ciò che ho scritto. È fuor di dubbio che a scuola venga insegnato l’italiano accademico e coerente con le disposizioni dell’accademia della crusca. Quindi tua figlia continuerà a utilizzare “tu” come soggetto nei compiti in classe. Ma è altrettanto vero che sempre a scuola vengano insegnati i contesti d’uso. In un contesto d’uso informale certi modi di dire sono accettati e riconosciuti anche se non coerenti con la grammatica. Pensa ad esempio all’articolo davanti ai nomi propri utilizzato regolarmente in gran parte del nord Italia. Bambini di seconda media inclusi.

  4. decorosi i parapetti da baita?

    bello il nuovo edificio, le tinte grige sono più un richiamo alle architetture nordiche che al passato, bene anche che l’edificio ristrutturato potrebbe tranquillamente passare per una realizzazione nordeuropea se non fosse per il tetto a falde che lo lega in chiave moderna alla tradizione milanese di questo tipo di copertura.

    un bel lavoro davvero.

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  5. Concordo con GArBA.
    L’edificio è molto bello a parer mio.
    Nelle foto si possono notare dei pannelli solari, più verde circostante.
    Inoltre i colori tenui danno armonia , il color “scuole elementari” può passare di moda!

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  6. “Nuovo” batte “vecchio” 10 a 0, in questo caso.

    La vecchia palazzina era un’accozzaglia di stili ed elementi che nemmeno tra cento anni avremmo potuto apprezzare.

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  7. Bello!!
    Linee pulite, semplice, moderno!
    Le piastrelle poi non le associerei ai vecchi anni ’80, qui sono di dimensione, forma e colore (immagino anche materiale), totalmente diverse da quelle tristi che si vedono in molti vecchi palazzoni.
    Per me ottimo intervento.

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    • Ecco, le piastrelle, come già detto, sono forse l’unica cosa che non mi convince del tutto. Le vedo spesso usate nei rifacimenti delle facciate, ma quasi mai le trovo gradevoli. Mi fanno sempre pensare al gres porcellanato effetto parquet, che mi fa rabbrividire. Immagino sia una questione di costi.

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    • Mah… non entro nel merito del gusto sulla villetta/baita dato che i gusti sono gusti.

      Non sono d’accordo però sul color grigio in generale.

      Personalmente non sono per “sempre grigio” oppure “grigio è eleganzia”, ma la banalità trovo nasca semmai dal disegno.

      Il colore, che è importante, viene dopo.

      Altrimenti, vorrebbe dire che qualsiasi cosa, se colorata, è originale.

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  8. Ma dite pure te tu, come si dice a Calenzano. Ocio fa tanto Jerry cala’. Se possibile, invece, eviterei i caro/cara – parenti stretti di un caro saluto – che mi ricorda tanto lo Studio. Preferibili i commenti sulla ex baita ora Villa piastrellata.

    Ho già detto che il rivestimento non mi convince? Attendo pareri dagli esteti.

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