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Milano | Porta Genova – Pedonalizzare via Vigevano, si può fare

Pedonalizzare via Vigevano si può fare.

Sperimentata durante i weekend nell’estate del 2015, quando Milano era invasa anche dai turisti di Expo, la via adesso prova a rilanciare l’idea di diventare pedonale. Durante quei giorni di chiusura alle auto, l’esperimento pare sia piaciuto molto sia ai cittadini sia ai commercianti della via.

La proposta arriva dall’associazione Confesercenti e sarà oggetto di un tavolo ristretto a cui siederanno i commercianti della zona, l’associazione Naviglio Grande, l’associazione area Vigevano Porta Genova, Ciclobby e l’associazione negozi amici dell’aria.

La via che unisce la Stazione di Porta Genova (destinata ad essere smantellata prima o poi) e la Darsena, quindi i Navigli, si è arricchita nel corso degli ultimi anni di ristoranti e locali serali.

Il problema sorge per quanto riguarda i tram, che passano nella via e devono essere mantenuti.

Purtroppo in Italia la convivenza tra aree pedonali e trasporti pubblici, specie se ferrati come i tram è vista come un problema da parte del’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi – USTIF che – come abbiamo visto – in piazza XXIV Maggio, ovvero poche centinaia di metri più in là, ha chiesto di installare barriere e catenelle per delimitare l’area di transito.

Noi vogliamo ricordare che nel mondo ci sono molte vie pedonali con transito di linee tranviarie, come ad Amsterdam in Leidsestraat o a Melbourne in Bourke Street Mall, dove la convivenza non pare sia un problema.

Durante la giunta Pisapia si era discusso per un eventuale pedonalizzazione; poi, sotto elezioni, tutto si è fermato. Adesso i commercianti chiedono al nuovo sindaco di riprendere in mano questo capitolo.

Noi non conosciamo il dettaglio di un eventuale progetto di pedonalizzazione, così abbiamo provato con un fotomontaggio dei nostri.

Qui invece il nostro vecchio articolo che mostra come sia ridotta la via Vigevano dal punto di vista urbanistico.

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

Milanese doc. Appassionato di architettura, urbanistica e arte. Nel 2008, insieme ad altri appassionati di architettura e temi urbani, fonda Urbanfile una sorta di archivio architettonico basato sul contributo del web e che in pochissimo tempo ha saputo ritagliarsi un certo interesse tra i media e le istituzioni. Con l’affermarsi dei Social Network, che richiedono sempre una maggiore velocità di aggiornamento, Urbanfile è stato affiancato da un blog che giornalmente segue la vita di Milano e di altre città italiane raccontandone pregi, difetti e aggiungendo di tanto in tanto alcuni spunti di proposta e riflessione.


22 thoughts on “Milano | Porta Genova – Pedonalizzare via Vigevano, si può fare

  1. robertoq

    Quando ho letto la notizia pensavo di più a qualcosa di simile a Corso Garibaldi – che secondo aiuta maggiormente a preservare un tessuto urbano dove ci sia anche tanta gente “normale” che nella zona ci abita (non parlo di tessuto commerciale che quello ormai ce lo siam giocato e più che bar e ristorazione in zona non ci attecchirà mai più altro, purtroppo)

    Comunque anche la vostra proposta è molto bella. Spero solo che qualsiasi cosa facciano non sia una cosa isolata. Ossia risistemi un po’ anche la piazza della stazione, Via Valenza, Gorizia e Corso Cristoforo Colombo, che purtroppo al momento son conciati anche peggio di Via Videvano.

  2. Richi

    Un esempio di convivenza tram/pedone c’è anche nella via principale di Zurigo (Bahnhofstrasse), rimanendo vicini a casa 😉

  3. GR

    Esempi di convivenza fra tram e pedoni esistono in tutta Europa e oltre, come a Nizza dove tram e pedoni condividono una delle vie principali della città, Avenue J. Medécin, e la piazza principale di Nizza, Place Massena.

    Il problema è che l’Ustif non accetterà mai la cosa senza chiedere delle inutili barriere, dato che così in caso di investimento avrebbe il didietro parato.

    Per il resto l’idea mi piace, a patto che si pensi a dare una risistemata anche all’orrenda piazza della stazione

  4. roberto

    io sono più dell’idea che doveva essere pedonalizzata viale Gorizia, nel tratto tra piazza XXIV Maggio e via Vigevano, che di fatto andava a svuotare dal traffico quest’ultima e la restante viale Gorizia.
    Marciapiedi allargati ai binari ed inutile passare da quelle strade e quindi “abbastanza” pedonalizzate.

  5. Anonimo

    Concordo con Roberto. A questo punto andrebbero pedonalizzate entrambe le strade creamdo così una vera e propria area pedonale a sistema comunicante. D’estate mezza milano si riversa sui navigli e non ha senso avere via Gorizia aperta al traffico

  6. roberto

    anche perchè prima della riqualificazione di piazza XXIV Maggio la stessa veniva definita uno svincolo autostradale, adesso pare un carosello di auto che ci gira intorno, procedendo a piccole tratte alla volta. La chiusura del primo tratto di viale Gorizia potrebbe rendere questo carosello meno invasivo e la piazza esteticamente migliore, ora è ancor più caotica.

    1. robertoq

      A meno che io non abbia capito male l’idea, chiudere il “primo tratto” di Viale Gorizia significa pedonalizzare completamente tutta Via Gorizia e Via Vigevano.
      (Intendo che se chiudi un tratto di Viale Gorizia e pure Via Vigevano, trasformi Viale Gorizia in un via senza uscita….)

  7. sergio mariani

    Comprendo l’esigenze dei commercianti e del loro interesse per l’aumento delle aree espositive e di vendita ma sarebbe opportuno che ogni passaggio si confrontasse con le aspettative dei residenti ai quali nulla ovviamente è stato ancora chiesto (e nulla venne chiesto per il goffo tentativo precedente di pedonalizzazione voluto da pisapia). l’area pedonale dei navigli è già molto estesa e durante i giorni feriali è deserta, almeno sino alle 17/18. non parliamo poi di quando i locali abbassano alle due di notte le saracinesche… sui ponticelli dei navigli troviamo solo spaccio e degrado. mi pare che ci sia troppa gente che disegna aree della città senza abitarci e viverci. ai fan delle pedonalizzazioni delle strade (che in determinati orari diventano deserti urbani) consiglieri di farsi un giretto in via magolfa (sempre sui navigli) dove i residenti hanno dovuto pagarsi un guardia giurata h 24 per vigilare sui danneggiamenti agli stabili. il traffico selvaggio non è una bella cosa ma l’abbandono di interi quartieri è peggio. in ogni caso sei i camminatori vogliono impegnarsi per una via vigevano migliore e con maggiori spazi di passaggio pedonale potrebbero inviare tante belle mail di protesta in comune sollecitando l’annonaria a cacciare i vari commercianti abusivi che con i loro banchetti bloccano i marciapiedi, specie nel weekend quando i marciapiedi sono molto affollati.

    1. robertoq

      Concordo sul tema della desertificazione della zona.

      Guardate le foto delle altre città che pubblica UF in questo articolo (o guardate le altre vie pedonalizzate in Europa): in nessun caso trovate aree così vaste composte oltre il 90% solo da Ristoranti e Bar.

      La vita notturna e i bar e ristoranti non sono un male in se, ma possono diventare un flagello biblico se diventano una “monocoltura” – allo stesso modo con cui la coltivazione intensiva del mais o della palma sta uccidendo tanti paesi in via di sviluppo.

      Non credo che consentendo il traffico automobilistico si risolva il problema (quindi si alle pedonalizzazione tutta la vita) però credo che sarebbe serio e responsabile da parte del Comune provare a bloccare l’espansione di bar e ristoranti (per quel pochissimo che ancora si può).

    2. Paola Susanna Pagliaretta

      Abito in via Magolfa. Lo spaccio non è dovuto alla pedonalizzazione. Se anche passassero le macchine, alle 3 o 4 di notte ci sarebbero ugualmente gli spacciatori eh

  8. wf

    Bando agli stereotipi. Non si tratta solo di Chinatown, ma di un quartiere in trasformazione che sta declinando a a poco a poco le sue diverse anime. Il volto del commercio, soprattutto cinese all’ingrosso, ma anche le botteghe storiche italiane, un nuovo polo dello street food, positivi esempi di collaborazioni tra botteghe, poli culturali che nascono. Benvenuti nel distretto del commercio di Paolo Sarpi e dintorni, una realtà piuttosto che spazia da via Procaccini a via Canonica. Su questo dedalo di vie compreso appunto tra piazza Gramsci, via Procaccini, via Ceresio, via Montello, piazza Santissima Trinità, via Canonica, ora raggiungibili con il metrò, si concentra il bando «per la valorizzazione e l’incremento dell’attrattività urbana, comunicazione e promozione dell’identità del distretto, marketing urbano e territoriale». I fondi? Duecentomila euro messi a disposizione dalla Regione Lombardia e dal Comune. Il consiglio di municipio 1 ha approvato martedì scorso le linee di indirizzo per la formulazione del bando. Tra gli obiettivi: «promuovere la collaborazione e l’integrazione tra le diverse culture e nazionalità che abitano sull’area, promuovere il polo culturale urbano con destinazione turistica riconosciuta a livello nazionale e internazionale e l’integrazione tra le diverse realtà e culture».

    New food District.
    Magari rendendo Milano attrattiva non solo in darsena si solleva un Po di pressione dai navigli per spostarla altrove.
    Milano sempre più bella.

    Se il pomeriggio la darsena è vuota mi spiegate dove si trova il problema?
    Mi sembra che anche all’estero capitano le basse maree in tutti i quartieri di movida. È solo che è un quartiere che come all’estero ha preso una funzione molto definita e si è caratterizzato pesantemente. Altri quartieri altre funzioni.

    1. robertoq

      wf, per onestà intellettuale copialo tutto l’articolo!! 🙂 . L’articolo continua così:

      “Per quanto riguarda l’attrattività turistica, certamente si colloca al primo posto la valorizzazione di Chinatown con i suoi ristoranti e locali. Ma per esempio «si potrebbe recuperare la storia di via Canonica, il borgo degli Ortolani, primo quartiere nato fuori dalla mura dei Bastioni per la sua vocazione commerciale» suggerisce Abdu.”

      Tradotto: a nessuno piace la superspecializzazione dei Quartieri…

      Purtroppo la Zona Navigli è smembrata tra 3 diversi Municipi e non c’è nessuno che abbia realmente a cuore la sua difesa e valorizzazione e così vince la speculazione selvaggia degli imprenditori di bar e ristoranti (sempre più di bassa lega, perché se vuoi aprire qualcosa di minimamente carino e di tendenza non vai certo in quella bolgia di ragazzini e turisti e pusher che è diventata la Darsena e i 2 navigli).

      Purtroppo.

      1. wf

        Grazie Roberto.
        Hai ragione.
        Ps.
        Ti prego non dire quella brutta parola però
        carino e di tendenza
        Sennò poi è meglio nolo tutta la vita…
        ??

        Mi metto in livello polemica defcon 5.
        Si avvicina natale e accolgo le osservazioni con spirito critico.

        1. robertoq

          wf, hai assolutamente ragione! Tant’è che i locali “carini e di tendenza” li aprono tutti a NoLo.. 🙂

          Diciamo che a me basta che non invadano di ulteriori trappole per turisti a prezzi stratosferici il resto dei Navigli, dopo che han desertificato Ripa e Alzaia…

    1. robertoq

      http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/16_dicembre_09/via-vigevano-quartiere-si-divide-sull-isola-che-piace-negozianti-0308a72a-bd8c-11e6-bfdb-603b8f716051.shtml

      Sembra che i Comitati pro e contro spuntino come i funghi. E ovviamente non manca il Municipio che vuole ascoltare tutti i cittadini (come sempre, non cito le sciagurate piste ciclabili in via Stendhal perché siamo in clima Natalizio ormai 🙂 )

      L’unica novità è che citino UB ed il suo rendering nell’articolo, il che immagino farà piacere al suo Autore! 😉

      1. wf

        Visto che siamo sotto natale caro roberto,fammi dire che trovo le proposte dei commercianti e dei residenti pro auto molto interessanti ma lsciami anche mostrare loro il …

        https://youtu.be/VmZjfnK0lLk

        E buin natale anche ai residenti di piazza castello che vogliono riaprire alle automobili.
        Siamo tutti piu buoni.

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