Milano | Trenno – San Giovanni Battista, la chiesa con un capolavoro

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A Trenno, piccolo paese inglobato nella grande Milano nel 1923, come in ogni altro paese che si rispetti sorge ancora oggi la vecchia chiesa parrocchiale, qui dedicata a San Giovanni Battista.

Il luogo dove sorge la chiesa è il luogo “alto” di Trenno, un leggero rialzo del terreno (confermato ancora oggi dal dislivello con la vicina Piazza Rosa Scolari), dove anticamente, prima dell’invasione longobarda del 568, sorgeva una fonte battesimale i cui resti dovrebbero trovarsi ancora sotto le fondamenta.

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La fondazione della parrocchia di Trenno è molto antica nonostante abbia un aspetto barocco. Non è improbabile che risalga al 1100-1200, tanto più che la chiesa di Trenno risulta elencata tra le chiese plebane della diocesi di Milano alla fine del XIII secolo (Liber notitiae), tuttavia il documento più antico che ne testimonia l’esistenza risale al 1464. Infatti la chiesa attuale è stata costruita sopra un antico oratorio, dedicato a Santa Maria;  tra il 1635 ed il 1655 viene ampliata e riedificata dall’Arch. Trezzi, per ordine del vescovo Carlo Borromeo e per la generosità del Prevosto F. Parravicino e della fiorente confraternita del Santissimo Rosario.

L’antica chiesa propositurale, preesistente all’attuale, doveva essere di buona fattura, visti i pochi reperti trovati ma soprattutto per il grazioso campanile gotico ancora svettante sul territorio, dove dietro il coro si innalza severo e maestoso in cotto sormontato da una piccola piramide esagonale.

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Alla facciata è premesso un nartece a tre arcate, aggiunto sul finire del 1700, di linee sobrie, un po’ goffo visto lo spazio esagerato che si frappone tra gli archi d’ingresso e il cornicione senza avere alcuna decorazione. La parte superiore della facciata reca, nella parte centrale, una finestra e ai due lati due nicchie per statue che però sono state sostituite da due affreschi con figure di santi, oramai un po’ sbiaditi. Alla sommità della Chiesa è un timpano ottusangolo. Il tutto in laterizio intonacato.

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Di seguito alcune immagini che mostrano la piazza San Giovanni Battista che avrebbe bisogno di un intervento di riqualificazione.

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L’interno, sobrio, è ad aula unica preceduto dal nartece o vestibolo che possiede ai lati due cappelle ora utilizzate per punti informativi della parrocchia. In uno vi è una tela che ritrae San Gerolamo. La nata è scandita da lesene con capitelli corinzi in stucco che reggono una volta a botte priva di decorazioni. L’altare maggiore è di marmo realizzato in un grazioso barocco.

Ai lati della navata si trovano i due altari racchiusi in due nicchie, quello di sinistra conserva una graziosa Madonna del Rosario (affiancata da una piccola cappella dedicata al Sacro Cuore) mentre quello di destra custodisce un vero capolavoro ed è dedicato ai Re Magi.

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Si tratta di una splendida tela di un grande pittore tedesco, Giovanni Storer (Johann Christoph Storer), realizzata nel 1657 e per lungo tempo attribuita alla scuola di Rubens.

Il dipinto (e con esso la cappella) dell’Adorazione dei Magi, ha una sua storia, forse non tutta vera ma che tuttavia rimane sempre viva nel campo e nella vita stessa della parrocchia. Infatti Filippo IV Re di Spagna, divenuto anche signore del Ducato di Milano, nominò (verso il 1650-1660) i nobili Melzi d’Eril conti del feudo di Trenno, il quale oltre il capoluogo comprendeva le località di Figino, Cascina di Pero, San Leonardo, Garegnano e le cascine Chiusa e Cottica. Assurto all’onere del feudo, il conte Camillo, succeduto allo zio Giulio che non aveva lasciato eredi maschi, di pieno accordo con la consorte Maria, donna di elette virtù molto devota, mentre si stava procedendo al restauro del tempio, si assunse la spesa della costruzione della cappella dei Re Magi, arricchendola altresì di decorazioni e pregevoli suppellettili come recita la lapide murata sulla parete destra della stessa. Si deve ancora alla munificenza dello stesso Conte Camillo la donazione del bellissimo e maestoso dipinto che oggi abbiamo la fortuna di ammirare, un dipinto di dimensioni ragguardevoli: 2,7 m x 3,2 m.

Storer, uno dei principali pittori barocchi tedeschi del 1600, ha vissuto a Milano dal 1640 all’anno 1657, e ha studiato con il grande artista Ercole Procaccini. Dipinse numerosi affreschi a Milano (nella basilica Sant’Eustorgio) e anche nella splendida Certosa di Pavia, e in questo caso ci mostra tutta l’influenza che la pittura come quella di Rubens abbia avuto su di lui, lasciandoci un bellissimo dipinto.

Le foto senza watermark sono di tommolo che ringraziamo come sempre.

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E’ incredibile come in Italia, quindi a Milano e in Lombardia, l’arte classica sia così profondamente radicata che si possa facilmente trovare un capolavoro anche in una remota e piccola chiesa della periferia.

Noi vorremmo concludere dicendo che il Comune, prima o poi, potrebbe riqualificare il sagrato della chiesa assieme alla via Ratti e Piazza Rosa Scolari che meriterebbero una maggiore attenzione. La chiesa è stata restaurata esternamente assieme al rifacimento delle coperture e dell’impianto di riscaldamento solo qualche anno fa dallo studio di architettura Ugo Ferrari.

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Ringrazio per alcune informazioni e alcune foto Thomas Villa

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

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