Milano | Duomo – La caccia alle streghe

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Per fortuna la palma non ha preso fuoco completamente ma solo nella parte superficiale e dunque probabilmente potrà essere salvata. Parliamo – ovviamente – di una delle palme del “giardinetto” in fase di realizzazione in piazza del Duomo, sponsorizzato dalla catena di caffetterie americana di Starbucks e che, progettato da Marco Bay, sta da una settimana diventando l’argomento principale di Milano (quasi non ci fossero altri problemi ben più seri).

Un grande polverone sollevato per quaranta piante alte circa tre metri che per tre anni abbelliranno l’unica aiuola di piazza Duomo (escludendo le due triangolari poste dietro l’abside della cattedrale).

Anzitutto la cosa che ci ha lasciati perplessi di tutta questa faccenda è il fatto che nella piazza più sorvegliata della città si sia potuto dar fuoco ad una pianta senza esser visti: e se fosse stato un ordigno esplosivo?

Altra cosa abbastanza sconfortante è questo accanimento mediatico nei confronti dell’allestimento: qualcuno ha sottolineato l’equazione palme=Africa, altri si sono limitati a ravvisare la mancata correlazione tra le piante prescelte e la vegetazione tipica della pianura padana.

Queste palme sono delle Trachycarpus fortunei, palme di origine asiatica che sono coltivate da secoli nella pianura e che sopravvivono benissimo al clima freddo, tanto che ne troviamo di simili persino in Germania. A Milano le troviamo sparse nei giardini privati o anche in luoghi pubblici un po’ ovunque e quindi perché dire, come alcuni hanno persino azzardato, che moriranno entro breve?

E’ bizzarro constatare come queste palmette siano diventate fonte di acceso dibattito politico e di protesta.

Tra l’altro, come riportato dalle agenzie stampa, la palma fu scelta da San Carlo Borromeo per segnalare il punto che secondo Leonardo da Vinci è da considerarsi il vero centro di Milano all’interno della cripta del S. Sepolcro.

Ma al di là di questo, ciò che ci pare incredibile è come nessuno si stia indignando allo stesso modo per i muri di tutti i palazzi sporcati da scritte e tag, per le auto parcheggiate ovunque, nessuno si indigna allo stesso modo per le corse dei tram ridotte o cancellate, nessuno si indigna per il dilagare della maleducazione, ma tutti si indignano per delle palme in piazza del Duomo.

Siamo veramente alla caccia alle streghe, come nel medioevo, quando bastava gridare verso una persona che era una strega e tutti inveivano senza ragione contro la poveraccia, mere scuse che nascondono il malumore generale sullo scontro culturale e politico di questi tempi.

Onestamente, se dobbiamo dirla, al posto delle palme avremmo preferito le belle aiuole in erba con al centro dei bei mazzetti di fiori colorati, come si facevano una volta, nessuna pianta alta che nascondesse il panorama e la monumentali del luogo. Ma le palme, comunque sono piante e non cartelli pubblicitari, per tre anni ci piaceranno comunque. Per giunta i soldi non sono della comunità, ma spesi dallo sponsor.

Speriamo che si recuperi il buonsenso e che le povere palme possano riappropriarsi del proprio ruolo che è unicamente ornamentale.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

43 commenti su “Milano | Duomo – La caccia alle streghe”

  1. Con tutto il rispetto per l’articolo, io resto dell’opinione che sia del tutto lecito ritenere una installazione temporanea di palme e banani e canne giganti Cinesi (e tutto il resto che manca) in Piazza del Duomo come fuori luogo e kitsch.

    Senza andar a cercare giustificazione in San Carlo Borromeo (la Palma la mise dove c’è la Cripta del Santo Sepolcro – che con le Palme c’entra eccome), o in celebrazioni Sabaude di fine Ottocento (che le misero in Piazza Duomo ai piedi della Statua del Re per celebrare un Impero Abissino che in realtà esisteva solo nella loro testa) o nel solito Benaltrismo Meneghino (il problema vero son le tag).

    Che poi sia idiota bruciarle, questo è abbastanza ovvio e son sicuro che appena scoprono i responsabili avremo la conferma che di idioti si tratta (magari son gli stessi che fan le tag, così prendiamo due piccioni con una fava…:-) )

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  2. Attenzione: il testo contiene un passo che potrebbe configurare benaltrismo “(quasi non ci fossero altri problemi ben più seri)”.

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  3. Articolo sacrosanto. Condivido parola per parola.
    Purtroppo questa spropositata indignazione per le palme tutto rappresenta fuorche’ una presa di coscienza collettiva e men che meno un inaspettato interesse per il decoro della propria citta’.
    Architettura, pulizia e arredo urbano sono concetti troppo alti per il popolo bue, che per definizione non puo’ che disinteressarsene.
    Pilotata da pifferai piccoli piccoli, l’indignazione nella societa’ delle emozioni si nutre di simboli estremamente semplificati, e si riverbera nella grancassa mediatica a suon di click e (dis)ike.
    Quindi ben vengano muri imbrattati, cestini debordanti, marciapiedi in bitume, palificazione selvaggia e pubbliche riqualificazioni costantemente al ribasso.
    Ma le palme in duomo, giammai! Africa, islam, milanesita’ minacciata.
    Al rogo!

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    • Io resto del parere che occorra un minimo di rispetto anche per chi – senza essere razzista, agitatore, piromane o bananaro – ritenga che quel che stan facendo sia fuori luogo e kitsch e che la Soprintendenza abbia realmente toppato di brutto.

      Non è che se una cosa non piace ai leghisti meneghini (oppure è gratis), allora automaticamente diventa una cosa bellissima!

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        • Ovvio che l’ho visto e più che la Caccia alle Streghe sembrava un Pogrom…

          Il che però lascia l’aiuola fuori scala e fuori contesto lo stesso… 😉

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          • Di tutto sto casino mi viene da dire meno male che c’è urbanfile dove possiamo essere in disaccordo ma dibattendo in modo civile.

            Per il resto spero che i concittadini superino i blocchi mentali o ideologici e si concentrino sul fatto estetico… scevri da condizionamenti politici o razzistici.

            E che Milano non dia più questo spettacolo.
            Che non è bello.

    • Se è per questo, generazioni di paesaggisti si sono spesi pure contro l’abuso di sempreverdi d’importazione alpino-scandinava, che con la flora autoctona della Pianura Padana non c’entrano una mazza tanto quanto i banani…

      Ma tant’è, l’italiota medio è fatto così, deve sempre buttarla in caciara ideologica per dimostrare che lui, lui no, dell’odiato popolo bue non fa parte… senz’accorgersi che con questa italianissima fissazione dimostra di farne parte al 110%.

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  4. Concordo con UF, una gran polemica principalmente a scopo propagandistico.
    Pochi realmente commentano su basi estetiche (unico scopo di un’aiuola)

    Praticello e fiorellini avrebbero creato poche polemiche, passando inosservati (e per questo qualcuno si sarebbe lamentato per scarsa fantasia…). Questo è quello che avrebbe fatto il comune.
    Se però paga lo sposor, allora l’aiuola viene pensata per attirare l’attenzione.
    Poi ciascuno ha i suoi gusti estetici… e ideologici.

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  5. Termometro di razzismo anti meridionale introiettato?
    Non sia mai associare Milano con un simbolo del sud del mondo…

    Che tristezza.
    Quidiamola qui che si è capito benissimo cosa è successo,
    E con la botanica o l’estetica non c’entra proprio niente.
    Purtroppo

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  6. Senza ricercare giustificazioni accademiche alle scelte di uno che ha avuto la fortuna di fare il paesaggista, resta il fatto che i soldi degli sponsor ( che pubblici non sono, ma di fatto rappresentano un compensativo economico spettante al Comune, quindi a tutti noi), si potevano utilizzare molto meglio che non per disfare e rifare un’aiuola già esistente.

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    • ..magari con quei soldi si potevano ripulire i muri o rimpinguare le casse di ATM per reintrodurre corse di tram e bus o per rialzare le aiuole con doppie cordolature (unica barriera efficace alle auto parcheggiate ovunque).
      Allora si che avremmo potuto ringraziare lo sponsor di turno.

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      • Palme sì, palme no, per quanto tempo, per quanti mesi, chi ha approvato che cosa, e perché è stata scelta proprio Starbucks? Ecco, nella vicenda che ormai è diventata nazionale, delle palme di Piazza Duomo a Milano, una delle quali è stata data alle fiamme la scorsa notte, forse la più grande e azzeccata operazione di marketing vista in città da anni a questa parte, in quella vicenda delle palme manca qualche fatto. Affaritaliani.it Milano si è procurato la determina (peraltro pubblica, sull’albo pretorio) con la quale si può dare una risposta certa e univoca a tutte le domande di cui sopra.

        QUANTO PAGA STARBUCKS PER LE PALME IN PIAZZA DUOMO

        La compagnia americana pagherà 226.601,58 euro, di cui 190.001 nel 2017, 18300 nel 2018 e uguale cifra nel 2019. Al Comune di Milano la sponsorizzazione dell’aiuola non costa un centesimo. La determina è stata rilasciata il 18 gennaio 2017 in base a un regolamento che è sempre identico per qualunque sponsorizzazione riguardante il verde.

        QUANTO DURANO LE PALME IN PIAZZA DUOMO

        “I giardini milanesi tra XX e XXI secolo”, questo il nome del progetto, ha una durata fino al 31 dicembre 2019. I costi di 18300 euro l’anno per il 2018 e il 2019, infatti, sono relativi alla manutenzione dell’aiuola davanti a Palazzo Carminati. Starbucks può anche decidere di cambiare palme e banani con altre essenze, ma comunque dovrà avere l’approvazione della Sovrintendenza e anche del Comune di Milano.

        MILANO PALME IN PIAZZA DUOMO: CHI HA DECISO CHE COSA

        Il bando per l’individuazione di un nuovo soggetto che curasse l’aiuola è stato aperto a giugno dello scorso anno, tra gli ultimi atti della scorsa amministrazione, ma è stato rilanciato a settembre sul sito internet del Comune ed è stato approvato durante il mandato di Beppe Sala.

        PALME IN PIAZZA DUOMO: PERCHE’ STARBUCKS

        Semplicemente perché è stata l’unica azienda a presentare una proposta. Poteva essere rigettata, ovviamente, ma non c’è stata alcuna altra azienda italiana che volesse investire qualche soldo in piazza Duomo a Milano. Né aziende di piccola né di media né di grande dimensione. Nessuna ha presentato neppure una proposta. Starbucks ha presentato la propria proposta il 27 ottobre 2016, quindi esattamente a metà del bando. Insomma, se c’è una polemica da fare, è sulla miopia delle imprese italiane. E sulla loro incapacità di fare marketing in modo efficace

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      • Non è questione di saper leggere ma di fare sintesi: d’accordo il bando era per l’aiuola di piazza Duomo. Ecco perché l’errore è degli amministratori.
        Dovevano indirizzare i contributi altrove.
        Io comunque opterei per rispettare tutti i miei interlocutori.

        ps seguirò il consiglio di Gippo, leggere lentamente, parola per parola…

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  7. mauro c se non ce la fai a leggere velocemente leggi parola per parola..fai tuo il significato di ogni singola parola e poi esprimiti serenamente 🙂

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  8. Veramente le aiuole non sono finite.Mancano i banani e altre piante.Il tutto potrebbe essere invece piacevole nel complesso.E magari anche festoso .Ma tant’è.Ci meritiamo il popolo che abbiamo.L’istruzione e l’educazione dipendono dai padri.Abbiamo molti laureati in scienze politiche e pochi architetti o ingegneri.Se mettessero in giro pini marittimi ,qualcuno ricorderà il mare come provocazione verso i migranti.

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  9. A me non dispiaciono per il semplice fatto che dividono la piazza dal traffico auto\taxi e non stonano col palazzo rosa di fronte al duomo.
    Stona molto di più la mega pubblicità Samsung, sebbene “finanzi” il mantenimento del Duomo… sempre investimenti privati sono.
    Poi non è che McDonald’s e altre insegne sparse per la piazza ne esaltino il valore più delle palme

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  10. Ma scusate per rifare un aiuola ci vogliono 200000 euro? Mi sembra un po’ tantino…
    https://www.comune.milano.it/dseserver/webcity/garecontratti.nsf/51607b595b240841c1256c4500569c90/956556d4ea369003c1257a220035f1cc/$FILE/Avviso%20Pubblico%20ricerca%20Sponsor%20del%20Verde.pdf

    Certo che se i bandi avessero degli incentivi allora qualcuno investirebbe! ma quando paghi il 70% delle tasse perchè dovresti mettere altri soldi per rifare un aiuola. E’ L’italia che non funziona, non c’entra Milano.
    Le tasse devono rimanere nel territorio e servire a fare queste cose.
    Ecco perchè nessun azienda italiana vuole metterci dei soldi. Non facciamo i piagnoni e cambiamo questo paese.
    Poi il fatto che le palme non c’etrano con piazza duomo possiamo stare qui a continuare su questa polemica inutile, ma il problema non è quello, ma le tasse.
    Chi le usa?come le usa? come vengono gestite?perchè non possiamo decidere come spendere i nostri soldi?

    Per esempio se il mio condominio volesse sistemarsi l’aiuola davanti a casa, basterebbe che pagasse meno tasse. Invece pagherebbe uguale e avrebbe un servizio in meno. Questo è l’unico modo tutto il resto sono cagate.
    Se ti chiami starbucks 20000 euro sono spiccioli se sei un attività italiana o un condominio sono tanti soldi.

    Il fatto che il comune di milano debba chidere i soldi a uno sponsor per l’aiuola in piazza duomo lo trovo ridicolo, il fatto che sia positivo che qualcuno voglia migliorare la nostra città con i propri soldi è positivo, ma non si può dire “nessun’altro a risposto al bando”.
    Per forza tu cosa mi dai in cambio un cartello di 400 cmq???ahahha….

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    • forse non è chiara una cosa molto importante. i 200k non vengono spesi per rifare l’aiuola ma sono i soldi che starbucks paga per poter avere il privilegio di sistemare (sempre a proprie spese, secondo un progetto presentato in comune ed approvato) lo spazio verde di fronte al duomo. Quei soldi sono inseriti nel bilancio comunale e vengono utilizzati per molte altre funzioni e servizi a tutti noi cittadini. sono ben più che felice personalmente che un azienda paghi bei soldoni come questi per sistemare uno spazio comune piuttosto che aggiungere meramente il proprio logo su un cartellone pubblicitario. in più si vadano a ricercare le cifre che venivano pagate dalle aziende che utilizzavano quello spazio prima di starbuck e ci si renderà conto che l’offerta presentata è anche a suo modo generosa. non voglio che passi il concetto che se uno ha la possibilità di pagare può permettersi di fare ciò che gli pare in una città ma se si può sistemare un’area verde in modo decoroso (ricordiamo com’è curato il verde pubblico non sponsorizzato a milano) e al contempo ricavarci anche dei soldi, mi pare che la scelta sia più che condivisibile.

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      • Grande Arturo, grazie per il chiarimeneto!
        E’ facile dare numeri corretti facendo credere cose false.
        200k Euro buttati per le paleme in Duomo = numeri corretti, notizia falsa
        200k Euro dagli sponsor nel bilancio del Comune, per aver dirirtto a gestire un aiuola (a proprie spese) = notiza vera

        Manipolare è davvero facile purtroppo.

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  11. Questa cosa è diventata una cosa politica.. di bassa politica dove le fazioni diventano come le tifoserie.. Cosa vuoi ragionare con uno che ti dice che le palme sono Africane e quindi non le vogliamo.. vogliamo le piante autoctone..
    però poi le banane e gli ananas li vanno a comprare al super mercato… che è così comodo.. la frutta esotica.. che bontà!
    Di seguito una lista di piante non autoctone da estirpare dal nostro sacro suolo:
    Robinia
    Ambrosia
    Cedro del Libano
    Castagno
    oleandro
    Acero
    patata
    pomodoro
    vite americana.. etc etc etc..

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  12. @ Enchanted Avenger

    Ma che belle parole e gran prova di coerenza! Uno che pontifica su tutto e chiude con go get a life dimostra abbondantemente la propria totale inadeguatezza a dibattere su un forum e la disarmante poverta’ dei propri argomenti.
    Un piccolo e pedante burocrate dell’Unione Sovietica avrebbe sicuramente saputo farsi una vita piu’ interessante

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  13. Io sono passato proprio Sabato in tarda serata, ho visto le palme e mi sono piaciute molto.. mi spiace che vengano utilizzate da una certa parte politica priva di argomentazioni concrete per far parlare di se in questo momento in cui i media poco se ne curano..
    Purtroppo questa faccenda delle palme dimostra come mai non si prendonano provvedimenti per pulire la città dalle scritte e portare decoro combattendo inciviltà varie e parcheggi selvaggi.. post su atti di vandalismo: 10-15 commenti, post sulle palme: 50 commenti.. la cosa è quantomeno deprimente..

    Non vedo l’ora che questa aiuola venga terminata..

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  14. L’assessore si augura che i colpevoli siano condannati alla manutenzione del verde cittadino per un “annetto”.
    A dieci metri dalle palme dello scandalo, da un paio d’anni, uno dei palazzi del Mengoni è imbrattato, tra le altre, da una scritta “No Expo” della quale nessuno ha richiesto o ottenuto la rimozione. Piazza Duomo.
    Ah, forse secondario, le decine di persone che dormono, abbandonate a loro stesse, sotto i portici del centro, al freddo, spesso in pieno giorno, ai piedi della Madonnina, della Rinascente e, presto, delle palme di Starbucks.
    Questa Milano non è la mia Milano.
    Meno palme, più palmi delle mani, forti e impegnati a stringere quelli delle persone in difficoltà.
    Credo che la Madunina apprezzerebbe questo panorama.

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    • Quel che dici è giusto ma esula dal discorso palme, qui è Starbucks che finanzia il tutto (il che significa che la manutenzione dell’aiuola non sarà a carico del comune) e lo fa per 3 anni, pulizia dei muri e supporto ai senzatetto dovrebbe essere una cosa più continuativa..

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  15. Vediamola in altro modo:
    Le aiuole di piazza del duomo diventano luogo per installazioni temporanee ad opera di paesaggisti da tutto il mondo.
    Durata 2/3 anni poi nuova installazione con nuovo sponsor.
    Sull’esempio della installazione annuale alla Serpentine Gallery di Londra si crea l’evento e l’attesa per la novità.
    Ci si allena al cambiamento, alla curiosità che si spera scaccerà la chiusura di questi giorni.
    Si potrà finalmente dire mi piace, non mi piace senza tirare in ballo l’africa e i barconi .

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