Milano città turistica? A dire il vero lo è sempre stata, molto sottovalutata in realtà perché inserita in un contesto nazionale che custodisce probabilmente la maggiore ricchezza al Mondo dal punto di vista artistico e culturale.
Così Milano deve competere con colossi di bellezza e capolavori come Roma, Venezia, Firenze, Napoli e Torino (potremmo elencare ogni angolo del Bel Paese). Milano non ha una laguna da ammirare, un golfo da lasciar sbalorditi. Milano non ha un luogo come Piazza Navona o resti antichi come il Pantheon. A Milano non c’è neppure un grande fiume o una collina da dove godere di un panorama, noi milanesi da questo punto di vista siamo proprio sfigati. Per giunta la città è stata molto vulnerabile e ha sofferto di pesanti devastazioni, non ultime quelle della Seconda Guerra Mondiale che con i suoi bombardamenti ha colpito Milano anche nell’anima.

Forse una città come Milano dovrebbe concentrarsi sulla valorizzazione del patrimonio culturale che comunque ha e che città più famose e osannate possono solo lontanamente immaginare.
Esistono parecchi esempi virtuosi di musei cittadini ma anche, purtroppo, musei che a dire il vero sembrano buttati lì e un po’ abbandonati.
Noi avevamo già parlato del Museo Archeologico che, secondo noi, fosse ampliato e curato come meriterebbe, potrebbe diventare un luogo molto più rappresentativo.
Ad esempio in città c’è un museo chiamato Museo di Milano a Palazzo Morando. Uno si immagina di entrare e trovare la storia della città, invece contiene l’allestimento di un bel palazzo nobiliare con una raccolta di quadri degli ultimi tre secoli, che mostrano la vita pubblica e privata della città di Milano; ma i duemila anni di storia di questa città che fine hanno fatto?

Sempre nello stesso Palazzo Morando da qualche anno è allestito anche il museo del Costume Moda e Immagine, con mostre ed esposizioni sul costume. Interessante ma non sufficiente: una città come Milano, famosa in tutto il mono per la moda, avrebbe bisogno probabilmente di un museo dedicato solo ed esclusivamente alla moda e al costume che valorizzi la tradizione e l’eccellenza cittadina in questo settore.
Il Sindaco di Milano ha ultimamente dichiarato che sarebbe intenzionato a realizzare finalmente, con la collaborazione di partner privati questo benedetto Museo della Moda.
La Pinacoteca di Brera è da una vita (forse trent’anni) che lamenta la carenza di spazi che le consentano di ingrandirsi e diventare un grande museo (quale è, se pensiamo alle meraviglie che custodisce). Forse ci siamo, ma ancora non riusciamo a percepire questo avvicinarsi all’evento. Perlomeno i lavori a Palazzo Citterio, dove saranno ospitate le collezioni di arte moderna e contemporanea, stanno andando avanti a gran ritmo.
Noi vorremmo che anche il Museo Diocesano con le sue preziose raccolte avvii finalmente il progetto per definire un ingresso adeguato e possa magari espandersi diventando finalmente grande e non più un museo di serie B.

Altro nostro parere è che a Milano manca soprattutto, per una città moderna e contemporanea come si deve, un vero Museo di Arte Contemporanea. Come avevamo visto, Anni fa l’architetto Daniel Libeskind aveva progettato per CityLife un vero edificio mussale che sarebbe arricchito la città con un nuovo spazio per l’arte contemporanea. Venne cancellato il progetto, perché i costi per mantenerlo sarebbero stati altissimi e il Comune, pare, non potesse permetterselo.
Per fortuna ci sono Fondazione Prada e Hangar Bicocca che sono spazi degni di un circuito internazionale di arte contemporanea e che si stanno sempre più affermando e espandendo.

Recentemente Milano si è fatta sfuggire la collezione che Dario Fo e Franca Rame avevano raccolto nel corso della loro storia.
«Mai una proposta concreta dalla mia città, che del resto non mi ha mai offerto neanche un teatro. La Palazzina Liberty, che avevamo restaurato a nostre spese ci è stata data per alcuni anni e poi ci è stata tolta. Sotto qualsiasi giunta la disattenzione di Milano nei nostri confronti è stata grande e mi riempie di amarezza — confessò Dario Fo».
Una cosa che secondo noi, un personaggio così importante per la cultura cittadina non doveva subire.
Insomma, se Milano vuole competere in questo Paese, deve offrire sempre di più anche dal punto di vista culturale, valorizzando quel che ha e trovando nuovi stimoli.
Milano, pur con tutti i suoi tesori, semplicemente non ha carisma di vera città d’arte. Questo perchè, come Berlino (messa oggi molto meglio) ha subito l’oltraggio simbolico e non solo, del fascismo. Prima bombardata, poi ricostruita in fretta e furia, questa è la città della resistenza per antomasia, con piazzale Loreto come luogo epico della rivincita e riscrittura di una « nuova storia ». Ai valori estetici sono stati preferiti soprattutto quelli politici. La sua « nuova storia » Milano l’ha voluta riscrivere tappandosi occhi, naso e bocca. I navigli tombati definitivamente, i quartieri bombardati ricostruiti in chiave ipermoderna. La sua identità urbana piu’ simbolica ricostruita solo in parte. Teatri, chiese, palazzi nobiliari, demoliti definitvmente o ricostruiti in chiave troppo moderna per una città medio-piccola ma con oltre 2000 anni di stroria. Il concetto di bello otto-novecentesco, caldo e armonioso, completamente scavalcato e, rimpiazzato dal razionale. E proprio perchè l’urgenza del progettista/amministratore moderno fu quella di sottolineare i valori progressisiti della resistenza, dei caduti, dei martiri, Milano si è dimenticata di se stessa. Come una bella donna quando entra in esercito, si vede costratta dalla divisa a annullare tutto il suo potenziale di fascino e seduzione che naturalemente possiede.
Anche Berlino è stata ricostruita in chiave moderna. Ma con un sistema museale da paura e l’idea di una statura di capitale da recuperare. Che passa anche dalla ricostruzione filologica del castello imperiale. Non è reazionismo, è semplicemente la ricucitura col passato. Penso che una salto simile Milano non sappia affrontarlo nemmeno oggi. Ma sarebbe ora che questa città si emancipasse dal suo passato nero/rosso e facesse pace con la sua storia. Riallacciando un legame con la sua voce piu’ intima che domanda cio’ di cui tutti noi abbiamo bisogno in città quando diventiamo turisti. Passato, radici storiche, bellezza, continuità e armonia. Questo per dire che gli interventi di archiettura contemporanea fanno bene e proiettano la città nel futuro. Resta chiaro pero’ che parallelamente andrebbe tutelato e recuperato tutto il suo patrimonio storico. Lampioni, fontane, panchine, edicole…navigli, Museo Diocesano : l’elenco è lungo. Se non si capisce che bisogna avere una città con un’ immagine coordinata armoniosa e soprattutto coerente con il suo peso storico, non possiamo stupirci se Milano non è percepita come meta turistica. Pur avendo moltissimo da fare in ambito di trasporti, verde pubblico e lotta all’inquinamento, Milano deve impegnarsi anche a ricostruire la sua immagine storica. Per esempio il Museo Diocesano: Perchè non ricostruirlo com’era ?
Milano una MERDA a paragone con altre città ITALIANE
Complimenti davvero! Pensiero profondo e ben argomentato!
Io credo che Milano offra una buona scelta di musei e con ottimi margini di crescita.
Di certo non ha la ricchezza di altre città, ma si difende molto bene!