Milano | Porta Genova – Aprire un varco tra due quartieri

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Possiamo dire addio per un bel po’ al vecchio Ponte Verde simbolo di Porta Genova e Via Tortona.

Sì, perché il nuovo varco aperto nello scalo di porta Genova che unisce via Tortona con via Ventimiglia è stato realizzato, a nostro parere, per durare a lungo. Infatti restaurare il vecchio ponte in ferro (realizzato nel 1911) costa sicuramente molto e dunque per il momento è stato interdetto e secondo noi rimarrà così per moltissimi anni ancora, noi temiamo che la cosa potrebbe protrarsi per almeno un decennio (forse due). Anche perché lo scalo ferroviario è in attesa di futuri sviluppi e bisogna vedere chi lo acquisterà e come lo vorrà trasformare. Il nuovo passaggio bisogna ammettere che consente l’attraversamento anche a chi possiede un passeggino o ha difficoltà deambulatorie e sicuramente sarà più sicuro di un vecchio ponte sospeso sopra i binari.

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Come sempre i tempi biblici per le decisioni fondamentali in Italia e in città portano sempre a situazioni assurde come lo è questa della stazione ferroviaria di Porta Genova. Come si sa da molti anni, ovvero da quando il 19 giugno 2006 venne attivata la stazione ferroviaria di Romolo, il destino per la vecchia stazione di Porta Genova (aperta nel 1870, originario chiamata Stazione di Porta Ticinese) era già segnato: dismissione. Eppure dal 2006 ad oggi sono passati già 10 anni, le corse dei treni si sono ridotte ed oggi da questa stazione partono solo i treni per Mortara e a volte quelli che proseguono sino ad Alessandria. Perché mantenere questo tronco che finisce qui, contro un muro?

Come abbiamo potuto capire tutta l’area dello scalo ferroviario sarà tutelata, in qualche modo, dalla Soprintendenza, perché scalo storico, è una delle stazioni più vecchie ancora operanti in città e forse in Italia.

Quindi quale potrebbe essere il futuro di questo pezzetto di città? La vecchia palazzina della biglietteria e dei servizi a questo punto dovrà essere preservata, almeno così crediamo, insieme al muro di cinta, anche se in più punti è pericolante e forse qualche rotaia e naturalmente il vecchio Ponte Verde.

Il vecchio Ponte Verde potrebbe essere riutilizzato, come avevamo mostrato già una volta in un precedente articolo, magari spostato sul naviglio che scavalchi anche la Ripa di Porta Ticinese all’altezza della via Privata Eugenio Barsanti e che si colleghi idealmente con la via Bergognone, la lunghezza, a grandi linee dovrebbe coprire l’esatta distanza per lo scavalco. Sappiamo che a breve distanza già c’è il ponte di via Valenza (dove passano tram e autovetture) e poco oltre il nuovo ponte di Via Elia Lombardini (solo pedonale), realizzato per Expo 2015, ma riutilizzare il ponte in qualche modo e che non fosse sradicato dal vecchio quartiere ci sembrerebbe forse l’unica soluzione plausibile.

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Secondo noi l’unico metodo per poterlo riutilizzare una volta eliminate le ferrovie è ridargli un utilizzo utile e scenografico è proprio riposizionarlo a cavallo del Naviglio Grande.

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Chissà, noi abbiamo provato ad immaginare lo scalo di Porta Genova completamente trasformato, con palazzine residenziali lungo l’alzaia Naviglio Grande, immerse nel verde, un passaggio aperto su via Bergognone dove, attraverso una piazza, si unisce finalmente la zona Tortona coi Navigli. Il ponte Verde ricostruito, partirebbe da questa piazza anche per un veloce accesso al vicino Parco Baden-Powell, aldilà del naviglio. A noi piacerebbe anche venisse restaurato il vecchio steccone/magazzino che durante l’Expo ospitò il Mercato Metropolitano, magari con lo stesso riutilizzo come fiera del cibo. Sui lati, magazzini, show-room e laboratori fino al vecchio edificio della stazione, la quale potrebbe essere trasformata in uffici comunali, biblioteca o altri utilizzi di quartiere. Per finire, la parte che si incunea tra le vie Tortona e Ventimiglia fino a via Savona magari trasformata in un bel giardino con rimasugli del muro, delle rotaie e pali ferroviari, un po’ come è stato fatto a New York per la High-Line.

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Sotto alcune immagini dello High-Line di New York, la vecchia ferrovia trasformata in passeggiata.

Di seguito alcune immagini del vecchio allestimento del Mercato Metropolitanao nel 2015

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

24 commenti su “Milano | Porta Genova – Aprire un varco tra due quartieri”

  1. La butto li: trasformare la stazione di Porta Genova in un museo ferroviario pensate sia possibile e sensato? Sui binari tronchi si potrebbero allestire dei treni interattivi che raccontino la storia del ferroviario a Milano mentre sui binari attivu si potrebbero posizionare treni e motrici. Un po come a Trieste al museo ferroviario
    http://www.museoferroviariotrieste.it/dovesiamo.html
    Non dico di occupare tutto lo spazio dello scalo, ma essendo cieco dal lato verso via savona non costituirebbe un intralcio al progetto di recupero scali.

    Ponte e nuova passerella possono invece tranquillamente convivere insieme. Lasciando cosi due accessi alla zona di via tortona.

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  2. Ci abbiamo messo 6 mesi per aprire un buco nel muro per passare, ci metteremo 15 anni per ridisegnare tutta l’area come nel rendering (che ci sta, sono i tempi Italiani)

    Io mi chiedo se le cose facili no si possano fare SUBITO e non fra 3 lustri: I treni a Rogoredo (dove servono veramente) da adesso. Aprire il collegamento Bergognone/Armani – Navigli, rimettere in pista qualcosa di simile al Mercato Metropolitano (ci stan crescendo le erbacce), fare una sistemazione della viabilità nella Piazza della Stazione (adesso è indegna di un paese civile), mettere in sicurezza il ponte (i pannelli che lo chiudono son già stati divelti e vandalizzati)

    Poi verrà il resto, ma di stare nello schifo, nel lurido delle tag e degli adesivi e nel casino di macchine, taxi, pavè sconnesso ecc ecc per 15 anni finché non trovano il compratore dell’area FS che ci costruirà sopra, mi viene una tristezza….

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  3. L’abbandono della stazione può essere fatto da domani: si dismetterebbe questo rimasuglio scampato alla ristrutturazione del 1931 e si darebbe ai treni per Mortara un capolinea decente in un nodo di primissima importanza quale Rogoredo, mantenendo l’interscambio con M2 a Romolo e aggiungendo quello con M3 a Porta Romana (da migliorare).

    Al posto del binari ci starebbe bene un bel parco lineare lungo il naviglio. Questo aprirebbe le porte ad un effettivo riutilizzo del Ponte Verde, come scritto da UF. Ora come ora è inutile spendere soldi per ristrutturarlo quandl accanto c’è un passaggio più comodo e accessibile.

    Penso che bisogna sostenere con tutte le forze l’abbandono di questa tratta e la creazione del parco lineare al posto dei binari. Non sono mai a favore dell’abbandono di una ferrovia, ma in questo caso lo ritengo necessario

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  4. Il valore maggiore sta nellabbattimento delle barriere tra un quartiere e l’altro, rappresentato dagli scali ferroviari, che oggi sono muri invalicabili tra quartieri che restano isolati tra loro.

    Ma se leviamo le barriere i quartieri intorno rinascono a nuove connessioni urbanistiche.
    Mai come in questo caso vale la frase di mcluhan : il mezzo è il messaggio…

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  5. Vado controcorrente. Personalmente sono favorevole al mantenimento dei binari, anche solo per il fatto che la stazione di Porta Genova e’ la piu’ vicina al centro citta’ al punto da poterlo raggiungere anche a piedi.

    Meno trasbordi, meglio e’ (per me).

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  6. Il traffico ferroviario a Porta Genova non è diminuito in seguito all’apertura di Romolo in quanto i treni che passano da Romolo sono corse aggiuntive di una linea che prima non esisteva (S9). Da Porta Genova partono da decenni solo treni per Mortara e Alessandria, al massimo in passato fino agli anni 80 c’era qualche treno spot verso Cuneo o Casale o anche verso la Liguria, ma si trattava di poca cosa.

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  7. Attenzione che se lasciamo passare i treni, equivale a tenere i muri da un quartiere all’altro, non si genera una nuova città ma si rende solo un Po più efficiente la dinamica dei vecchi quartieri dormitorio con i quartieri dove si lavora…

    Mentre, prendete 5minuti per riflettere sull’opportunità di cambiare il segno, il valore la geografia, dei quartieri vecchi che vengono a rimodulazione fra di loro, poiché cade definitivamente il muro della ferrovia che li separa…

    La storia di kreutzberg insegna.quartiere De qualificato di Berlino perché chiuso, sbattuto soffocato a ridosso del muro che divideva la città.
    Una volta abbattuto il muro è diventato il quartiere più frequentato e appetibile della città. Uno dei quartieri rinati di Berlino, come prinzlauerberg, che hanno portato valore poi alla città intera. In termini urbanistici, sociali, economici, di scambio e soprattutto anche culturali…

    Vale la pena perdere un’enorme occasione per qualche linea di passante in più?
    Città vecchia, vecchio impianto un zinzino più efficiente versus possibilità di creare nuova dinamica dentro il tessuto della città stessa, e di viverla meglio essa stessa.

    Ma soprattutto di farla evolvere in direzione migliore.
    Di poterle dare lo spazio per crescere e rigenerarsi.

    Non sono contrario al treno e cirlce line, ma ne vale veramente la pena in questo caso?
    O non sarebbe un’opportunità gigantesca per immaginare cose nuove e differenti?

    Ragioniamoci su bene perché poi lo spazio finisce…

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    • è una linea a binario unico, obsoleta, non aggiornabile e pure con un passaggio a livello in mezzo…
      L’unico motivo per cui il moncherino di binario che dalla chiesa di San Cristoforo si stacca per arrivare a Porta Genova è ancora in vita è che siamo nella Repubblica delle Banane (e starbucks non c’entra in questo caso)

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  8. La proposta che avete fatto é coraggiosa e come tale divisiva.

    La mia persobale visione sulla cosa sarebbe l’uso della massicciata ferroviaria tra la stazione di S. Cristoforo e Porta Genova per i tram 14 e 2 con rimozione delle rotaie del tram lungo via Lorenteggio e Via Ludovico il Moro.

    In questo modo i treni andrebbero tutti verso Romolo, mentre i quartieri sud sarebbero collegati dalla nuova M4 e dala questa tramvia veloce.

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        • O non conosci la zona o mi stai prendendo in giro… Lungo la ferrovia ci passa la S9, l’unico pezzo che verrà smantellato va dal Ponte delle Milizie alla Stazione Porta Genova (meno di un Km)

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          • La zona la conosco, vivendoci. Dal ponte delle milizie alla stazione di S. Cristoforo c’è spazio più che sufficiente per avere i binari deldella treno e quelli delche tram in parallelo (ci sono 4 binari già adesso).

  9. deviare i tram non ha alcun senso, perchè il sedime è inaccessibile, chiuso tra le aree private ex-industriali.
    Invece la mappa di anonimo che c’è sopra sarebbe un’ottimo spunto per dare respiro alla zona con più verde e più acqua, anche se forse vanno verificate le interferenze con la M2…

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    • Se non vado errato la M2 interferisce soltanto nell’area della stazione e dove c’è il nuovo passaggio. Infatti nel 1975/1976 -o forse 76/77- la stazione fu temporaneamente chiusa e i binari smantellati proprio per costruire la M2, arrivata poi nel 1983.
      Teoricamente il resto della tratta fino a San Cristoforo è abbastanza sgombro da interferenze nel sottosuolo (sottoservizi vari a parte).

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  10. Una volta esauriti gli spazi verdi degli ex scali ferroviari Milano non avrà più spazi vuoti da immaginare DENTRO la città…

    Poi sarà tutto saturo.
    Attenzione.

    Facciamone buon uso…

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  11. Totalmente contrario alla dismissione.
    La stazione, rasa al suolo e ricostruita come un piccolo gioiellino architettonico, dovrebbe diventare il capolinea di un nuovo servizio di interregionali “low cost” ogni ora per Mortara-Casale-Torino ed altrettanti per Mortara-Alessandria-Savona, fermando solo a San Cristoforo-Vigevano-Mortara e poche altre dopo. Tutto questo raddoppiando almeno il tratto Albairate-Vigevano in discussione da decenni, e poi fino a Mortara, insieme all’elettrificazione Mortara-Casale e qualche piccolo intervento.
    Rispetto agli interregionali da Milano Centrale, i tempi di viaggio sarebbero più lunghi di circa 20 minuti ma offerti a tariffe scontate, tipo fisse da 5 euro. Tempi che però si riducono per chi diretto vicino ai Navigli e intorno a San Cristoforo (specie per i Torino-Milano). Un modo per valorizzare oltre 200 chilometri di linee secondarie piemontesi che senza una visione di rete, con un’offerta cadenzata e sistematica, non servono a niente. Proprio per questo la Mortara-Casale è stata chiusa.
    Gli attuali S9 andrebbero invece prolungati a Vigevano.

    Una piccola ma moderna stazione con 4 binari e riqualificando invece i restanti spazi. I muri si possono abbattere costruendoci almeno 1-2 sottopassi pedonali o dei semplici passaggi a livello pedonali, esistenti all’estero.

    Leggendo di “muri” in cui la ferrovia taglia i quartieri, la stazione centrale di Zurigo, tronca come Porta Genova o Centrale, è aperta ai lati. Il primo e ultimo binario stanno a fianco della strada e del tram.

    In molti Comuni la presenza della ferrovia è vista come una cicatrice o una ferita da eliminare a tutti i costi, tirando fuori paroloni come riqualificazione, occasione straordinaria, svolta epocale, ultima occasione di rilancio, ecc.
    Spesso significa solo altro cemento a riempire gli ultimi spazi appetibili in pieno centro.

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    • Dibattito surreale visto che il binario (unico) che dal ponte delle Milizie entra alla Stazione di Porta Genova e tutti i binari della stazione verranno dismessi e la zona riqualificata come da progetto scali ex FS approvato dal Comune.

      In ogni caso gli interregionali per Mortara si attesteranno a Rogoredo (e potranno aumentare visto che la linea è tutta a doppio binario mentre l’ingresso a Porta Genova è a binario singolo e non si può comunque raddoppiare)

      Su tutto il resto, ho qualche dubbio che FS abbia grande interesse per intercity low cost e cose simili ma se del caso sarebbero facilmente attestabili anche quelli a Rogoredo col grosso vantaggio di migliori connessioni con la metro (Gialla a Rogoredo e Romana FS e verde a Romolo e poi c’è la M4 a San Cristoforo).
      Anche se comunque dopo Albairate ricomincia il binario unico e frequenze e puntualità ce le possiam scordare.

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  12. Il mantenimento della stazione è legato al raddoppio, almeno fino a Vigevano, diventando capolinea degli attuali S9 da Seregno e del futuro del traffico merci sulla Novara-Alessandria (asse Nord Europa-porti liguri).
    Se raddoppiassero/triplicassero sarebbe impossibile far incastrare gli incroci, specie da/per Torino, il caso più interessante. Per carità, meglio i merci con il loro indotto, che questi treni.

    I Milano P.Genova-Torino/Savona sarebbero 4 transiti all’ora (2+2 a/r) come adesso sul 1,5 km di binario unico.
    Imbattibile il vantaggio di essere in 10 minuti a piedi da P.Genova alla Darsena. Con i mezzi da San Cristoforo o da Romolo ci si arriverebbe lo stesso perdendo parte del vantaggio, e aumentando i costi.

    Il mio resta solo un sogno perché la Regione Piemonte, quello che guadagnerebbe di più, interessa ben poco. Basta vedere i tagli effettuati.

    L’attuale P. Genova sarà storica ma è proprio anonima e bruttarella.

    Oggi si dismette qui, fra 15 anni sarà magari la volta della stazione Centrale o Garibaldi, o di entrambe se si costruisse un nuovo passante sotterraneo per la media/lunga percorrenza. Avessero fatto l’attuale a 4 binari non servirebbe neanche.

    E costruire nuove residenze con tutte le case sfitte a Milano non so se abbia tanto senso. E anche la mania di avere nuovi parchi: il centro città non è la campagna. Con la riqualificazione/ridimensionamento degli altri scali ce ne saranno comunque in abbondanza.

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    • Milano ha bisogno di parchi, la dismissione di porta genova e la trasformazione in area verde e ciclabile (vedi high line di NY) è un occasione da non perdere per migliorare qualità dell aria, del territorio, unire quartieri divisi da un muro e diventare motore di sviluppo turistico.

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      • A 10 km dal centro c’è tanto verde, da Rogoredo al Bosco in città. Del turismo, specie quello di massa “mordi e fuggi”, se ne può fare a meno. E anche viaggiare alla fine stufa, o essere considerati polli da spennare. Della qualità dell’aria interessa a pochi finché la benzina non arriverà a 3 euro al litro. Aree ciclabili: altra moda in voga. Forse in questo caso farebbero un lavoro decente. Spero che non seguano l’esempio del passante ferroviario di Torino. Binari interrati e sostituiti da bel vialone a 2-3 corsie e piste ciclabili di sassi scivolosi nel tratto centrale mentre tra Piazza Statuto e stazione Dora su uno dei due marciapiedi del controviale (naturalmente quello più stretto).
        Nel caso di New York, o della Petite ceinture di Parigi, avevano già circa 15 linee di metropolitana e ferrovie urbane.

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