Milano | Fopponino – La chiesetta seicentesca amorevolmente restaurata

 

Il cortile della chiesetta che andrebbe curato meglio, sembra più un parcheggio

 

L’ossario

Com’è semplice per una città dinamica scordarsi della sua storia. Il Fopponino, quale mai sarà e dove mai sarà?

Una città dove la popolazione in un secolo è triplicata anche grazie alla presenza di molti immigrati è facile che perda la sua memoria, specie se nessuno se ne preoccupa (per questo spesso cerchiamo di mantenere nomi storici a luoghi che pian piano assumono nomi più facili e comuni, come piazze o vie).

Gli abitanti della zona del Fopponino, un trapezio tra Piazzale Aquileia, Viale San Michele del Carso, Corso Vercelli e via Dezza, si sono appassionati al recupero e al restauro della loro antica parrocchia sostituita nel 1958/59 dalla nuova San Francesco di Gio Ponti.

Il Fopponino. In gergo locale di un tempo la foppa, o il foppone, era il cimitero e, come è immaginabile, prima del riordino dei cimiteri cittadini a fine Ottocento i luoghi di sepoltura erano parecchi, sparsi ad ogni angolo della città appena fuori dalle principali porte cittadine. Uno di questi cimiteri era il Fopponino di porta Vercellina sviluppatosi da un primitivo e piccolo cimitero, istituito in conseguenza della peste che colpì Milano nel 1630. Qui sorse una cappella che già nel 1673 raggiunse le forme attuali intitolata ai SS. Giovanni Battista e Carlo al Fopponino.

Ampliato e riorganizzato già nel 1787, si estendeva in forma rettangolare avendo al centro l’attuale incrocio tra le vie Verga e Giovio; a Ovest raggiungeva quasi il tracciato ferroviario che correva sull’attuale asse di via Dezza.

Nel 1825 venne ingrandito ulteriormente e continuò ad essere utilizzato ininterrottamente, senza particolari vicende, sino al 1868 quando fu adibito ad accogliere solo i morti del comune dei Corpi Santi.

Anche in questo caso, avendo la Municipalità fatto male i conti, dal 1875 venne ripristinato per accogliere tutti i morti della zona. Cessò la sua funzione il 30 novembre 1895 e, dal giorno successivo, i morti che vi erano destinati per territorialità vennero inumati a Musocco.

Lo spazio del cimitero venne suddiviso e attraversato da almeno 3 strade cittadine: via Paolo Giovio, via Giovanni Verga e via Ercole Ferrario. Rimase la seicentesca chiesa dei SS. Giovanni Battista e Carlo al Fopponino con l’ingresso monumentale segnato da due grandi piloni sormontati da due statue dei Santi Giovanni e Carlo e la cappelletta dell’ossario.

La piccola chiesa era retta da una confraternita e dipendente in tutto, come sussidiaria, della parrocchia di San Pietro in Sala. Alcun la chiamavano anche San Giovanni alla Paglia.

L’edificio religioso si presenta col suo parato a mattoni a vista, ha una sola porta e una finestra centrale incorniciate da un grazioso motivo barocco. L’interno è formato da una sola navata, coperta da una volta a botte. A destra si trova l’altare dedicato al Crocifisso e a sinistra un altare con una Madonna in terracotta. L’altare maggiore è in marmo policromo barocco. Sovrasta il tutto una pala ornata da una cornice barocca con ricchi intagli e forte rilievo. Il dipinto raffigura i Santi Giovanni Battista e Carlo con due angeli che liberano le anime dal Purgatorio, per i meriti della Santissima Eucarestia ed è opera del 17º secolo. Sotto questa pala vi è un’altra piccola tela bassa e lunga con raffigurata un’Annunciazione di discreto pennello.

La chiesa dopo esser stata sostituita dalla nuova parrocchia realizzata da Gio Ponti, non venne più utilizzata, se non in occasioni particolari, quali qualche matrimonio o battesimo, ma sempre su richiesta. L’abbandono si faceva sentire, tanto che la facciata esterna, il tetto, e gli interni necessitavano di restauri conservativi non più rinviabili.

Ed ecco che gli abitanti del quartiere, quelli veramente appassionati a questa chiesuola, negli ultimi cinque anni hanno raccolto circa 435mila euro per il suo restauro di cui ben 145mila euro si devono alle donazioni delle famiglie del quartiere, e una parte anche all’Ordine dei Cavalieri di Malta.

Quindi domenica prossima, 9 aprile, la chiesa sarà riaperta al pubblico dopo cinquant’anni, in occasione della domenica delle Palme. E per tre mesi una quarantina di volontari, tutti residenti nel quartiere, faranno da guida, durante i fine settimana, a chiunque voglia conoscerla e visitarla.

Piazzale Aquileia, Il Fopponino di porta Vercellina visto dai Bastioni

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