Riceviamo e pubblichiamo un articolo di una nostra lettrice, Agnes Antal, che ci porta alla scoperta della Fondazione Franco Albini.
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Ciao a tutti,
sono Agnes, sono di Budapest e da 5 anni vivo a Milano. Proprio in questa città ho scoperto la mia passione per l’architettura e ho realizzato l’energia magica che attornia alcuni posti di Milano.
Mi piace girovagare per la città e cercare nuovi posti da vedere.
A chi la pensa come me, consiglio il sito ‘Storie Milanesi – Attraversa Milano con 15 personaggi che ci hanno vissuto’ – progetto della Fondazione Adolfo Pini – che ha raccolto storie di personaggi importanti che hanno dato un contributo significativo alla città di Milano e alla società – con racconti, fotografie e percorsi studiati per i cittadini.
La mia prima visita è stata nella Fondazione Franco Albini – una ‘casa-studio’ in via Telesio 13, in zona Pagàno, a due passi da Corso Vercelli.
Ma chi è stato Franco Albini e perché dovremmo conoscerlo?
Franco Albini (1905 – 1977) era un importante architetto e designer – uno dei primi a seguire le idee del razionalismo. Dal 1929 lavora nello studio di Giò Ponti e visita varie città europee, tra le quali Barcellona e Parigi. Il rapporto con il gruppo di redazione ‘Casabella’ lo avvicina al razionalismo – negli anni a seguire apre il suo studio, dove nel 1952 arriva Franca Helg con la quale realizza una serie di progetti innovativi e precursori.
Tornando alla Milano dei nostri anni, nasce nel 2007 la Fondazione Franco Albini, proprio nello studio dove l’architetto ha lavorato una vita intera ed il luogo in cui ora lavorano i suoi eredi, discepoli di un’idea di fare architettura e design che resiste al passare delle generazioni, un posto speciale che conserva documenti, disegni, libri, fotografie, riviste storiche e pezzi unici firmati da Albini.
Perché visitare la Fondazione?
È uno dei pochi posti dove il visitatore può partecipare attivamente, qui gli oggetti si toccano e si possono provare di persona!
Così ho potuto provare un oggetto ormai cult…‘il cicognino’, definito come: “un tavolino di legno con un’anima e il sogno di essere parte di qualcosa di importante, senza ancora sapere di esserlo.”
Un tavolino su cui si può appoggiare ad esempio un bicchiere ricolmo d’acqua e portarlo tranquillamente in giro per tutta la casa, senza alcun rischio di rovesciare nulla poiché il baricentro e la genialità della progettazione fa sì che l’oggetto rimanga esattamente nello stesso punto. Insomma, un mobile che io comprerei subito! Eccolo qui:
Si possono anche trovare le sedie che ha progettato Albini, alcune di queste con nomi femminili (viva il girlpower!), così conosciamo la storia di Luisa. Luisa era la segretaria dell’architetto, che progettando una sedia comoda per la sua collaboratrice voleva assicurarsi che le ore trascorse in ufficio fossero le più confortevoli possibili senza che le passasse mai per la mente di cambiare studio. La sedia rispettava inoltre il concetto tutto razionalista di utilizzare la materia strettamente necessaria ed utile alla funzionalità del mobile, ecco perché la seduta e lo schienale sono separati.
Ecco una foto di seguito:
Sapevate che è stato Albini, insieme a Franca Helg e Bob Noorda, ad aver curato la progettazione d’interni della metropolitana linea Rossa di Milano?
Proprio nel 1964 ottiene un riconoscimento di questo importante lavoro per la nostra città e viene premiato con il con il Compasso D’oro, “il più antico ma soprattutto il più autorevole premio mondiale di design”.
Passando nelle sale mi pervade un’aria familiare, l’arredamento e le storie raccontate mi fanno sentire partecipe e mi sento ispirata dai vari oggetti e dalla loro importanza.
Cosa si può portare dentro, una volta visitata la Fondazione?
Oltre alle storie degli oggetti conosciuti, una maggiore consapevolezza. Franco Albini ha fortemente creduto nel ruolo sociale dell’architetto – progettava oggetti per tutti. Già allora aveva anticipato il concetto di ‘Ikea’ – mobili ed oggetti facilmente trasportabili e ricomponibili, utili, pratici e con prezzi accessibili a tutti. Un concetto attuale oggi più che mai. Proprio a Milano, conosciuta anche come la capitale del design, si possono trovare numerosi showroom con mobili innovativi e senza dubbio belli esteticamente, ma molto spesso a un prezzo irraggiungibile ai più.
Dovremmo tutti soffermarci a pensare sui valori di Albini, sull’importanza del design e della sua praticità che permea la nostra vita quotidiana.
E Infine:
Agnes Antal
Per maggiori informazioni:
GRAZIE Agnes, articolo davvero interessante ceni molto incuriosito! Andrò presto a visitare lo studio!
Ottimo lavoro! Mi piace molto.
Un avisita a luoghi come questi dovrebbe essere obbigatoria a tutti coloro che lavorano negli uffici tecnici del comunje, tanto per ricordargli i valori che racchiude la nostra città e che attraverso l’urbanistica andrebbero ripresi.