Milano Centro. Quel disastro che è stato il piano di demolizione di uno dei quartieri del Centro Storico di Milano, il Bottonuto, a sud del Duomo, ha cancellato non solo case antiche e operaie, botteghe storiche, strade e ben due chiese (San Giovanni in Conca e San Giovanni in Laterano) ma ha anche cancellato per sempre una misteriosa galleria art déco della quale sopravvive solo un disegno tecnico di realizzazione e due foto e nient’altro.
Nel dedalo di viuzze che fu lo scomparso Bottonuto, un insieme di case di antica origine sorto sui resti romani e poi medievali, all’inizio del Novecento venne realizzata una galleria o passaggio coperto tra la via Rastrelli (ancora presente) e via Visconti (cancellata assieme al Bottonuto).
Si trattava della Galleria Volpi Bassani (ricordata in alcuni casi anche come Galleria Visconti), forse la più misteriosa tra le gallerie milanesi. Scomparsa negli anni ’30, sopravvive oramai in coloro veramente appassionati di storia milanese, anche perché ebbe vita breve, infatti rimase in piedi solo per una trentina di anni, tanto che ancora oggi si fa fatica a credere sia esistita veramente.
La galleria fu costruita tra il 1907 e 1908 per volontà dell’avvocato Cav. Pietro Volpi Bassani, proprietario di sette case nell’allora rione Bottonuto. Progettata dall’ingegner Vittorio Verganti e dall’architetto Augusto Brusconi, la galleria era divisa in otto campate con copertura in lucernari di vetro, a servizio di 16 ampie vetrine per botteghe e negozi, e dal disegno tra il liberty e lo stile art déco. A causa del dislivello fra le due vie, l’ingresso da via Visconti presentava alcuni gradini, mentre da via Rastrelli il livello era quello del marciapiede. Venne ricavata tra due edifici pre-esistenti d’aspetto ottocentesco.
La Contrada de Rastrelli, questo il nome antico, collegava originariamente piazza del Duomo con via Paolo da Cannobio proseguendo col nome di contrada della Cannobiana fino a via Larga costeggiando Palazzo Reale e il Teatro Lirico. Dal 1865 divenne via Rastrelli inglobando anche il tratto della Cannobiana. Il curioso nome “Rastrelli” della via pare derivasse dal fatto che in epoca medievale, coi Visconti a comando della città, e visto che la via lambiva il palazzo Ducale (oggi Reale), durante “certi giorni” e per ragioni di sicurezza, venisse chiusa da “rastrelli” (cancelli) in metallo per impedire al popolo di percorrerla [Sonzogno, 1848].
Sino agli anni Venti del Novecento, vi era anche sul lato della galleria Volpi Bassani, il nobile palazzo delle Regie Poste, disegnato in stile neoclassico appositamente da Leopoldo Pollack (1751-1806). Nel realizzarlo, venne anche allargata la via, lasciando la parte verso il Duomo ben più stretta. Il Pollack era di origini viennesi e fu molto attivo in Lombardia e soprattutto a Milano: per questa ragione la corona asburgica commissionò a questo architetto l’importante edificio. Edificio che con il finire dell’Ottocento cambiò destinazione diventando un hotel.
Nei primi anni Venti venne abbattuto per consentire l’edificazione di un vasto e importante edificio che ancora in parte troviamo nella via, l’Hotel Plaza. Inizialmente il palazzo dell’hotel doveva essere più ampio e con una bella facciata ricurva che svoltava in via Paolo da Cannobio, cosa che non è mai stata realizzata (nelle cartoline d’epoca di presentazione, si vede come doveva apparire una volta ultimato). Oggi possiamo ancora ammirare, tra palazzi più moderni, l’originale facciata, unica parte realizzata (e molto trascurata).
Qui di seguito alcune immagini di via Rastrelli oggi, con l’unica facciata rimasta dell’Hotel Plaza.
A partire dal 1928 cominciarono i lavori per la demolizione del vecchio e malfamato Bottonuto. Uno dei primi interventi fu proprio l’area tra via Visconti e via Rastrelli. Il piano urbanistico aveva previsto la realizzazione di una vasta piazza con le vie allineate a piazza del Duomo (il Bottonuto aveva un andamento in linea con via Larga e via Torino), così si venne a creare un triangolo tra la futura piazza Diaz e via Rastrelli, che sarà occupato da un imponente edificio progettato dall’architetto Aldo Giunti e l’ingegnere Italo Azimanti e realizzato tra il 1939 e il 1942. L’edificio venne occupato in parte dall’Hotel Plaza che portò l’ingresso sulla nuova piazza Diaz, sicuramente più visibile e moderno, relegando l’originale palazzo incompleto sul retro.
Quest’operazione coinvolse anche la piccola galleria che, dopo soli trent’anni di vita sparirà per sempre visto che proprio in quel punto via Rastrelli avrebbe svoltato verso la nuova piazza lasciando il posto all’Arengario e a via Marconi.
Erroneamente, per molto tempo si è pensato che la galleria fosse stata inglobata nel palazzo del Plaza, ed invece osservando bene e studiando l’esatta posizione, la galleria si troverebbe ora esattamente dove il palazzo di piazza Diaz 1 svolta in via Rastrelli.
Il Bottonuto sparirà completamente nei primi anni Cinquanta, quando anche le ultime case antiche lasceranno posto alla Milano del Boom. Un quartiere dal fascino antico che oggi possiamo solo immaginare, guardando come al solito le vecchie foto e rimpiangendo di non aver fermato questi atti speculativi e poco visionari.
Verso via Larga nel 1927 al posto delle Scuderie Reali, demolite senza rimorsi, venne realizzato il Palazzo per Uffici Comunali di via Larga su progetto dell’Architetto Renzo Gerla e dell’Ingegnere Luigi Torri.
- Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Milano Sparita
- Fonte: Le Strade di Milano”, Newton Peridici 1991; “Le Chiese di Milano”, Ponzoni 1929; “Le Città nella Storia d’Italia” – Milano, Edizini la Terza 1982; “Porta Romana” Libreria Milanese 1987; Lombardia Beni Culturali; Le Gallerie di Milano Hoepli 2013; Pure Milano Photo Project – Sosthen Hennekam; Skyscrapercity Milano Sparita
- Bottonuto, via Rastrelli, Piazza del Duomo, via larga, Centro Storico, Bottonuto, Demolizione, Galelria, Passage, Galleria Volpi Bassani, via Paolo da Cannobio, La Cannobiana, Teatro Lirico, Palazzo Reale
Questo articolo lo dedico a tutti quelli che sono convinti che costruire finto storico sia un errore; il mostro moderno eretto all’ angolo dell’ ex hotel plaza come lo definite ?
Sì che i miei nonni vivevano in Via Tre alberghi, al Bottonuto. Mio padre nacque lì, poi si spostarono all’ inizio di corso di porta Romana, ma non so dove. Poi venne la guerra e distrusse la casa. Mi piacerebbe tanto ricostruire la vicenda, a chi mi posso rivolgere? Grazie, Maurizio
Può per ora provare a ricercare i nominativi presenti sulla Guida Savallo del 1939-40, non sono presenti però tutti gli abitanti dei fabbricati ma solo i “principali” per così dire:
https://play.google.com/store/books/details?id=klXZkgjCso4C&rdid=book-klXZkgjCso4C&rdot=1
Curiosità nella curiosità con citazione precedente articolo Urbanfile. http://www.urfm.braidense.it/palchi/cronnome_query.php?Id=669