Milano | Porta Venezia – Alla ricerca della basilica perduta

Lo spazio dietro la statua dedicata al pittore milanese Filippo Carcano  (Milano, 25 settembre 1840 – 19 gennaio 1914) nei Giardini Pubblici Montanelli è stata recentemente transennato, sfrattando l’area giochi per almeno due mesi.

In quest’area si cercherà di trovare tracce dell’antichissima basilica fatta erigere da Sant’Ambrogio fuori dalle mura a protezione spirituale dell’antica città. Si tratta della Basilica di San Dionigi, una delle quattro chiese costruite intorno al 380 dopo Cristo e che formavano una gigantesca croce in quanto poste ai quattro lati dell’antica Mediolanum.

Le quattro basiliche erano: la Basilica Prophetarum (Basilica di San Dionigi ); la Basilica Martyrum (Basilica di Sant’Ambrogio ); la Basilica Apostolorum (Basilica di San Nazaro); la Basilica Virginum (Basilica di San Simpliciano).

La basilica è la più misteriosa delle chiese cristiane di Milano, perché cancellata completamente e definitivamente nel Settecento.

Il suo destino venne già segnato quando a metà del ‘500 si dovettero costruire le nuove mura difensive e la basilica medievale, già cadente, si trovò nel punto sbagliato, proprio dove doveva sorgere il bastione difensivo; così fu ricostruita pochi metri più avanti col contributo dell’architetto Pellegrino Tibaldi e quella antica venne abbattuta.

Nello stesso periodo furono abbattuti e ricostruiti anche i chiostri e il monastero annesso. La nuova chiesa però non trovò mai compimento vero e proprio.

Il colpo finale avvenne per mano del governo asburgico, il quale nel 1770 in accordo con le riforme giuseppiniane, soppresse dapprima il monastero nel 1782 poi la chiesa.

L’importanza di questa basilica è documentata dalle reliquie che custodì, oggi conservate soprattutto in Duomo, come un Sarcofago Velabrum in porfido rosso oggi in Duomo e utilizzato come battistero, o la Croce di Ariberto, preziosissimo cimelio conservato nel Museo del Duomo.

A quanto pare la più antica immagine della Basilica di San Dionigi è custodita in un dettaglio della Croce di Ariberto: il vescovo è ritratto nell’atto di donare a Cristo la chiesa che ha restaurato durante il suo ministero e dove sarà sepolto nel 1045.

 

Gli scavi archeologici si svolgeranno proprio ai piedi dei bastioni e cercheranno di sondare se vi sia la possibilità di trovare qualche segno, almeno i resti delle fondamenta della chiesa romanica, la quale pare fosse un’aula a tre campate, dotata di cripta e tiburio, con due campanili in corrispondenza dell’abside.

Insomma, abbiamo circa due mesi di tempo per vedere se la misteriosa basilica sia rimasta sepolta sotto i bastioni o sia invece stata cancellata completamente.

 

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