Milano | Porta Romana – La stazione nel degrado

Onestamente ci chiediamo come sia possibile che, una stazione ferroviaria volendo, anche graziosa, come quella di Porta Romana, realizzata nel 1931 sia ridotta in questo stato?

Gli imbrattamuri orami governano la città ovunque, anche qui, e dominano la scena regalandoci angoli tutti uguali e che sembrano più il Bronx anni Settanta che una città del futuro. Sì, perché questi non sono bei disegni artistici, ma sono semplici scarabocchi gli uni sovrapposti agli altri in un disordine caotico senza soluzione alcuna.

Se questa stazione si trovasse a Londra, città ahimè secondo noi al top nell’arredo urbano e in quella civiltà urbana che da noi oramai non esiste più, sarebbe una stazione valorizzata da tempo e tenuta al meglio.

Le scale che da via Sannio risalgono al livello superiore del cavalcavia di corso Lodi sono l’apoteosi del degrado (come purtroppo lo sono tutte le scale pubbliche di Milano), perché se fossi una ragazza da sola non so se le farei mai con tranquillità. Angoli nascosti, sporcizia, scritte sulle pareti, un vero angolo inquietante.

Non menzioniamo il mondo che si cela sotto la stazione e il cavalcavia…

La palazzina che un po’ sta andando in rovina, per la stazione passeggeri, come dicevamo, venne realizzata nel 1931 dove si trovava già l’omonimo scalo merci, inaugurato nel 1891 assieme all’apertura della cintura sud di Milano.

In origine, il fabbricato della biglietteria viaggiatori era collegato a corso Lodi da un ponticello, ma fu subito eliminato nel 1938, a seguito dell’allargamento della sede stradale portata fino al fabbricato stesso. La fermata vera e propria si trova al piano inferiore ed è formata da due banchine per direzione di viaggio, vi si accede attraverso due lunghe scale, una per ogni banchina, dato che il fabbricato viaggiatori è posto a scavalco del piano del ferro. Anticamente i binari erano quattro, quelli attuali più altri due più esterni, i quali sono stati parzialmente rimossi per allargare le banchine e poter installare due piccole pensiline in acciaio e vetro.

Il fabbricato viaggiatori non svolge più la sua funzione originaria come biglietteria e sala d’attesa, al suo interno infatti trova sede un pub da diversi anni. Però la sciatteria riguarda anche questa parte in teoria gestita da privati. Sempre dalla palazzina discende anche l’altra scalinata, quella che permette l’accesso a via Leo Longanesi, meno contorta dell’altra e meno imbrattata (e anche meno inquietante).

Questa foto che segue mostra le obliteratrici sul terrazzo che permette l’accesso alle scale che portano alle banchine, disordine e sciatteria caratterizzano anche quest’angolo della stazione, denotando lo scarso interesse da parte di chi di dovere di chi frequenta lo scalo ferroviario. Naturalmente la stazione è priva di qualsiasi ascensore che permetta l’accesso a chi ne ha bisogno.

 

Naturalmente le sorti di questa stazione sono collegate al risanamento dello scalo ferroviario della Romana. Infatti tra i progetti c’è anche la riqualificazione della stazione con la costruzione di una nuova struttura che si integri col progetto globale, come possiamo vedere in questo disegno fatto dallo studio di Cino Zucchi. Però ci chiediamo perché dobbiamo sempre aspettare futuri progetti, che chissà tra quanto saranno realizzati, per vedere un po’ di dignità urbana anche qui.

Il progetto di Cino Zucchi per lo Scalo Romana
Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Milano | Porta Romana – La stazione nel degrado”

  1. Personalmente approfitterei del fatto che i lavori di riqualificazione dello Scalo son sospesi, la Stazione di Porta Genova è ancora attiva e che quindi di treni ne passan pochi, per interrare (anche solo in trincea poco profonda) tutta la linea S9 da Via Ripamonti a Zama. A circolazione sospesa in una zona come quella non dovrebbe essere la cosa più costosa del mondo.

    Mettersi a rifare la stazione come da progetto quando saran partiti i lavori negli scali (tipo a Porta Genova) e quindi passeranno anche i treni per Mortara verso Rogoredo mi sembra andare a cercare guai.
    Oltre al fatto che interrare tutto sarebbe a quel punto forse più difficile.

    Rispondi
    • Difficile interrare tutta la linea in quel punto, anche perché in zona Ortomercato (Via Varsavia) è stato da poco costruito un sottopasso stradale, vanificando così l’idea di una trincea poco profonda. Inoltre, sempre più o meno in quel punto, vi è anche il bivio ferroviario che permette ai treni di accedere alla stazione di Rogoredo. E infine, sempre in quel tratto, la linea deve salire per raggiungere la quota delle linee per Bologna-Genova, oltre che passare sopra il Ramo Rogoredo del passante ferroviario. Di fatto, un eventuale interramento coprirebbe soltanto la zona dell’ex scalo merci e qualche centinaio di metri verso est dopo Porta Romana. Tanto vale tenersi la linea così com’è e al limite abbassare di qualche metro i binari, senza interramenti vari.

      Rispondi
      • Si hai ragione, fino a Zama non si può bisognerebbe fermarsi nella zona del cavalcavia di Viale Puglie, il che comunque renderebbe tutta la zona da Ripamonti fin quasi all’Ortomercato meno “divisa” di adesso (aiutando la rigenerazione, specie nel tratto finale che non è parte dello scalo da edificare).

        In ogni caso so benissimo che non lo faranno mai, anche se mi spiace perchè la zona dello scalo Romana riqualificata ma con due binari, lo spazio di rispetto e le barriere (anche antirumore) in mezzo non è ideale.

        Rispondi
        • Oppure potrebbero combinare un leggero abbassamento del piano del ferro con un piccolo rialzo del terreno, in modo da rendere la zona meno divisa e più permeabile. Ci facessero anche quelle due-tre stazioni che mancano lungo la cintura ferroviaria (Zama,Tibaldi e Ripamonti) e sarebbe perfetto.

          Rispondi

Lascia un commento