Milano | Porta Venezia – Via Spallanzani e le auto in divieto

Passano gli anni e il Comune non riesce mai a porre fine o rimedio agli stessi comportamenti incivili dei cittadini, che recidivi continuano a fare gli stessi errori. Il parcheggio selvaggio, il parcheggio di chi non rispetta le regole, il parcheggio di chi pare non preoccuparsi di multe che non vengono mai elargite se non di rado.

Ci troviamo in Via Spallanzani all’incrocio con via Melzo, un’area pedonale dove è consentito il solo transito per chi da Corso Buenos Aires imbocca la via Melzo. L’area venne sistemata più di 15 anni fa con un pavimentazione in pietra e rizzata centrale con ciottoli di fiume. Qui erano state messe delle parigine, i paletti metallici in stile che in teoria non dovrebbero consentire il parcheggio ai veicoli, ma che, una alla volta, sono state divelte in qualche modo e mai più riposizionate, lasciando il passaggio alle automobili nell’area pedonale a chiunque.

Cosi, una alla volta, le automobili hanno cominciato a comparire in quest’area pedonale, trasformando ogni sera, l’area, in un bel parcheggio come si vede nelle molte foto che alleghiamo.

Questa situazione è già stata segnalata altre volte, come si può notare dai molti articoli da noi pubblicati, e il Comune aveva risposto quasi subito ricollocando le parigine, ma come sempre, le parigine sono troppo deboli e come sempre sono sparite nuovamente. Succederà ancora, e ancora. Forse il Comune dovrebbe trovare un’altra soluzione, dei blocchi in cemento o delle fioriere pesanti che impediscano il parcheggio ai veicoli, visto che questa è un area con tanto di divieto. Altrimenti, a questo punto il Comune potrebbe dipingere a terra delle belle righe blu o gialle e lasciare il parcheggio alle vetture. Sarebbe forse più coerente, no?

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

20 commenti su “Milano | Porta Venezia – Via Spallanzani e le auto in divieto”

  1. Ma scusate, passare regolarmente a dare le multe o, ancora meglio, rimuovere i veicoli e costringere il cafone barbaro a buttare via 3 ore di tempo in piena notte per recupearsi la macchina, è così difficile?
    Perchè tutto quello che è assolumente ovvio e praticato in tutto il mondo civile, nel nostro paese ripieno di pizza canzoni ed amor sembra essere alta ingegneria nucleare?
    Per un milanese che vive da troppo tempo a zurigo non si può che vomitare vedendo certe cose
    P.S.
    Mia moglie è di Bologna: non cè UNA sola macchina in divieto per più di 5 minuti che non venga rimossa o quanto meno multata. Volere è potere

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    • Che a Milano ci sia una storica tolleranza verso il parcheggio selvaggio è un dato di fatto. Come tutte le abitudini ormai inveterate da lungo tempo, la gente tende a vederla come un “diritto acquisito”.

      A Milano, mettersi contro gli autotalebani significa, ancora oggi, perdere voti, tanti. Nessuna giunta di nessun colore si azzarda ad andare allo scontro frontale.

      L’unico sistema sarebbe una graduale e sempre più stringente combinazione di incentivi/disincentivi, a partire dagli ostacoli fisici (costano poco, sono pressoché eterni e sono lì 24 H).

      Come dici giustamente tu, basta volere.

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  2. Ci sono modelli di dissuasori molto più solidi e robusti delle parigine.

    Usati con successo in questi casi in tutta Europa (tarnne che a Milano).

    In questi casi il modello parigina è troppo leggero.

    Basta installare le palle basse di GHISA e il problema è risolto se lo si vuole risolvere.


    Facile.

    PS.
    Chi è Aleksej Tilman ceh mi appare precompilato nei campi nome-commento?

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  3. Bisogna essere severi.. inconcepibile che vengano tolte le parigine.. è danneggiamento e sperpero di soldi pubblici. Il Comune deve essere intransigente con questa gente… poi magari si rifanno con l’automobilista che sfora di tre kilometri il limite di velocità.. deboli coi forti e forti copi deboli.

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  4. Allucinante, questa tolleranza ha veramente stancato. Io ho una modesta proposta per questo e i numerosi altri reati stradali, ma a volte è stata giudicata un po’ estrema. Vorrei sapere che ne pensano i lettori del blog.

    Funziona così:
    1) obbligo di associazione della targa a un c/c bancario
    2) in caso di infrazione, invio della targa colpevole da parte del vigile/ausiliario (manuale o con telelettura, tipo lettore Esselunga) e immediata riscossione di quanto dovuto dal c/c associato
    3) il colpevole riceve notifica immediata via sms del pagamento avvenuto, senza multa, conciliazione, sconti se si paga alla svelta

    La tecnologia per farlo c’è, immagino resistenze fortissime invocando privacy e varie, ma scommetto che porterebbe anche a una drastica diminuzione dei reati.

    che ne pensate?

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    • Dico che farebbe ricchi gli Avvocati di mezza Milano per i ricorsi e cause legali che produrrebbe.
      E poi il problema è alla radice: le sanzioni chi le accerta? Gli stessi ausiliari del traffico han competenza certa solo per le strisce blu (sulle gialle già è area “grigia” a ricorso continuo….)

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  5. Posso confermare (perchè ci passo molto spesso) che purtroppo le parigine più volte istallate dal Comune vengono sistematicamente rimosse in meno di una notte. L’impressione è che la mano sia sempre la stessa

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  6. A ogni modo ci si mette altrettanti 5 minuti a visionare qualche telecamera della zona e riconoscere chi è che toglie le parigine.

    È allora altroché 50 euro di multa.
    Si va nel civile con denuncia.

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    • Danneggiamento, art 635 cp. Depenalizzato nel 2016. La multa è di 309€ (come per tag e graffiti, a meno di aggravanti specifiche)

      Meglio pagare due euro di più e mettere dei dissuasori che non si segano con il tronchesino per rubare le bici 🙂

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      • Allora dissuasori palle basse di ghisa.
        In questo caso (dove ci sono commercianti) le parigine ci si appoggia col corpo e fanno troppo facilmente leva per essere sradicate.

        A ogni modo una multa di 300€ gliela farei volentieri.
        Poi se recidivo non sale la multa?

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    • Noooo WF, pure tu che mi cadi in ‘sta str***ta delle telecamere… eppure di solito scrivi cose intelligenti…

      a) questi personaggi non è che in genere vanno a mettersi davanti alla camera a fare ciao mamma a volto scoperto

      b) non ci si mette affatto 5 minuti a visionare i filmati, a meno che tu non sappia ESATTAMENTE in quali 5 minuti è successo… il che mi pare altamente improbabile… se, diciamo, il martedì alle 19 i paletti c’erano e il mercoledì mattina alle 7 non c’erano più, ti devi come minimo guardare dalle 19.01 del martedì sera alle 6.59 del mercoledì mattina… sono 12 ore… anche in FF a guardarle tutte ce ne metterai almeno 6

      c) senza contare che molte telecamere non memorizzano le registrazioni più di un tot, altre inquadrano solo ma non registrano, altre ancora sono semplicemente spente e sono lì solo come (ridicolo) deterrente

      d) se il personaggio è incensurato, la sua faccia non è memorizzata da nessuna parte e quindi per identificarlo devi fare delle indagini, ovviamente distogliendo agenti da altre indagini per reati più seri

      Si fa molto prima e costa molto meno mettere dei bei dissuasori di pietra incementati a terra.

      Dopo Londra, Milano è la seconda città con più TVCC d’Europa. Se bastassero quelle a diminuire i reati, dovrebbe essere più tranquilla di Oslo.

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      • Ahahaha… non sia mai!
        Hai tutta la mia ragione e solidarietà al 100%.

        Solo che avendo io il sospetto che siano di solito i commercianti o abituali ad uso parcheggio di pertinenza (in questo e SOLO caso specifico) allora una breve indagine per beccare e identificare chi risiede in loco si può anche fare…

        Perchè se è un locale e abita (o ha il negozio li) di solito lo fa in abiti abituali e civili identificabili etc.
        Così il tipo sa di essere stato identificato.
        E gli fai capire che sono sorvegliati ndr.

        ————-
        Per il resto non si ferma nulla con le telecamere e hai il 100% ragione.
        Mettere inamovibili palle di ghisa sia a delimitare la strada centrale sia a bordo palazzi impedendo la sosta auto lungo le mura.

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  7. Come dissuasori, in certi posti servirebbero le mine anticarro.
    Battute a parte, il dissuasore più efficace è sempre il portafogli: si passi tutte le sere a dare le doverose multe, poi vediamo se a qualcuno viene voglia di rimuovere ancora i paletti.

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  8. Abito da 12 anni in via Spallanzani e ipotizzo che alcune parigine siano state rotte dai camion che, nonostante il divieto di accesso da via Melzo, continuano a entrare per il carico/scarico del supermercato all’angolo tra via Spallanzani e via Melzo.
    Un altro problema riguarda le occupazioni del suolo pubblico davanti al civico 1 sino all’angolo di piazza Oberdan, che riducono lo spazio a disposizione per pedoni e biciclette, creando alcuni punti pericolosi sia per bici/pedoni che per I clienti dei due bar.
    Le soluzioni tecniche esistono, sia per evitare la sosta selvaggia che per fare coesistere i percorsi ciclo-pedonali con le occupazioni di suolo permanenti. Bisogna però anche diffondere una “cultura della coesistenza pacifica”:
    il ciclista dovrebbe rallentare la sua corsa, il pedone dovrebbe essere coscente di percorrere una via ciclo-pedonale mentre l’automobilista dovrebbe utilizzare un mezzo di trasporto alternativo per raggiungere quest’area, che risulta servita da bike-sharing, car-sharing, MM, linee di superficie ATM e passante ferroviario. Infine i commercianti dovrebbero richiedere occupazioni di suolo pubblico che non impediscano o rendano pericolosa questa coesistenza. Non è difficile, basta volerlo.

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    • Bollards bassi tondi e tozzi inamovibili che spaccano anche gli assali dei camion.

      Modelli bassi e corti i quali non si possono sradicare facendo leva.
      E problema risolto.

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