Milano | Cascina Merlata – Un tocco d’arte per la vecchia Cascina

Cascina Merlata oggi viene associata al grande intervento di rigenerazione urbana che ha visto la creazione di un parco urbano da 25 ettari e che – nei vari edifici – si appresta a ospitare circa dodicimila abitanti che potranno contare anche su una scuola di nuova costruzione e su un grande centro commerciale.

Ma il territorio vanta una lunga storia: l’antico insediamento di Cascina Merlata risale ai primi decenni del XVII secolo. L’area, posta a nord ovest del capoluogo lombardo, era dedita allo sfruttamento agricolo e circondata da un vasto insediamento boschivo, noto proprio come Bosco della Merlata.

La Cascina e il suo bosco compaiono in diversi episodi legati alla presenza assidua e probabilmente organizzata di briganti. Una presenza continua e assodata fino ai primi del secolo XIX, quando anno dopo anno il bosco venne raso al suolo per la necessità di legno della vicina e in espansione Milano.

Il terreno ricco di fontanili e di argilla agevolò la nascita di diverse fornaci per la produzione di mattoni e così la Cascina sopravvisse come luogo di insediamento per contadini e operai fino agli anni Cinquanta del XX secolo, quando iniziò il suo abbandono e l’inevitabile declino. Durante la Seconda guerra mondiale fu luogo di rifugio di partigiani e oggi la piazza antistante è stata intitolata al comandante Visone, Giovanni Pesce, Medaglia d’oro al valore militare.

Lentamente, anche le fornaci – di cui oggi sopravvive un importante reperto di archeologia industriale proprio a ridosso della rinnovata Cascina – chiusero. Per la Cascina iniziarono anni di declino e la struttura venne abbandonata a se stessa, fino quasi a crollare. Il vasto terreno circostante venne abbandonato e non più usato né per l’agricoltura né per le attività di estrazione di argilla. In vista di ExpoMilano2015, però, la Cascina Merlata è stata interamente ristrutturata e ha ospitato uno dei centri servizi dell’esposizione universale. Dove un tempo sorse la fornace, sorgerà un plesso di scuola pubblica tra i più grandi di Milano.

 

Oggi la Cascina si arricchisce con una bellissima opera d’arte pubblica, dedicata alla Resistenza, ideata e realizzata da Jacopo Ceccarelli, in arte 2501, uno dei writer più affermati sulla scena internazionale. L’opera di 2501 segue di pochi mesi un altro importante evento dedicato al recupero della memoria di questo antico luogo di Milano: la piazza antistante la cascina è stata intitolata al partigiano Giovanni Pesce – il comandante Visone – nel settembre 2017.

Titolo dell’opera

“SUNSET/SUNRISE”

2018 MILANO CASCINA MERLATA

Descrizione dell’opera:

“Questa Cascina è stata un luogo di Resistenza partigiana durante la seconda guerra mondiale – ha spiegato 2501 – Mi è stato chiesto di interpretare la facciata architettonica, rispettando le origini del luogo, e quindi ho lavorato per creare un tributo alla tenacia degli eroi partigiani. Il sole che sorge e tramonta ogni giorno sulle prove della vita diventa un’allegoria della forza e della semplicità di un eroe” 

 

L’artista

Jacopo Ceccarelli – aka 2501 – è sicuramente uno degli street artist italiani più interessanti e complessi degli ultimi tempi. Nato a Milano nel 1981, ha realizzato le sue opere in molte città del mondo come Mosca, Chicago, New York e Rio. A San Paolo, dove ha vissuto per un anno, ha collaborato con molti dei writers più importanti della scena sudamericana come Os Gemeos, Herbert Baglione, Higraff e altri ancora. Nonostante prediliga lavori su muri e palazzi, ha portato avanti negli anni numerosi progetti indoor dove ha sperimentato il suo stile su altri materiali come tela e ceramica, in più non mi ha mai abbandonato la sua passione per il montaggio degli audiovisivi sviluppando diverse serie di video.

 

 

 

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12 commenti su “Milano | Cascina Merlata – Un tocco d’arte per la vecchia Cascina”

  1. Non se ne sentiva proprio il bisogno di quel murales. La cascina è un edificio storico che andava benissimo con la facciata pulita. Quel grigio poi, di certo non la valorizza. Piuttosto i brutti palazzotti su via Gallarate hanno un orrendo muraglione in cemento che avrebbe giovato di un murales.

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  2. L’ho visto dal vivo. Mi piace.
    Un bellissimo effetto, arrivando dal CImitero Maggiore è affascianante.
    Concordo che si poteva osare e andare oltre il grigio.

    Questione di gusti.

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  3. Ormai è tutto una forzatura , la resistenza ? Ma de che ? Dei loro Rolex , sanno solo dividere , L. Unica che doveva fare la resistenza era la cascina

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    • La street art nasce per essere capita da tutti e anche (romanticamente) per rendere esplicite le contraddizioni del mondo urbano, anche a livello cromatico.

      In questo caso, senza lo spiegone del critico d’arte non si capisce un tubo di cosa è rappresentato. Ed è tutto funzionale a rendere bella quella cascina, i cui abitanti originali son anche stati allontanati per poterla fare più bella per EXPO.

      Cosa ci azzecchi la Resistenza con tutto questo, lo sa solo l’immobiliare che ha commissionato il lavoro di ripittura facciata…

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  4. Sono d’accordo.
    Con tutto il rispetto dovuto alla Resistenza, non capisco.
    Mi sembra di più una specie di trompe l’oeil o qualcosa del genere.
    E poi, cavolo, ma togliete le automobili da lì, se proprio volete valorizzare la nuova facciata, altrimenti faceva più effetto una serie di righe per parcheggi.

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  5. Mamma mia! Ma la Sovrintendenza in questo caso non dice niente?

    Era una bellissima cascina nuova di pacca, perché trasformarla in una specie di centro sociale?

    Tra l’altro trovo decisamente più carini e simpatici i graffiti fatti sulla non tanto lontana Cascina Torchiera.

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  6. Come intervento artistico non è male, certo nasconde ancora di più l’origine storica rurale della cascina , già il grigio dell’intonaco è una sciocchezza. Un intervento sbagliato sopra un altro intervento sbagliato

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