Milano | Cultura – I tram extraurbani, una storia da salvare, anche in un Museo

La raccolta firme per salvare almeno qualche vecchia vettura dei tram extraurbani dalla demolizione ha superato le 5000 firme, un bell’obiettivo.

Come abbiamo visto, infatti, ATM da poco ha bandito un concorso per la demolizione dei vecchi tram in disuso ormai da oltre 17 anni e che si trovano nel deposito di Desio. Sono vecchi “catorci” di ferro e legno abbandonati in un deposito della Brianza, ma sono anche grandi testimoni di un’epoca gloriosa per i trasporti pubblici. Ora ATM vuole naturalmente disfarsi del fardello anche per mettere in vendita quest’ormai inutile deposito.

Qualcuno, come abbiamo visto, si oppone e il numero sta crescendo, come abbiamo visto, al momento della scrittura dell’articolo, la cifra delle firme è arrivata a superare le cinquemila (per firmare, basta cliccare qui) promossa da qualche giorno da un gruppo di persone per chiedere ad Atm di non demolire i tram interurbani. Si tratta di un gruppo di appassionati di trasporti, cultori di storia milanese, semplici cittadini convinti che <motrici e rimorchi conservate in Brianza siano un patrimonio da non perdere e un pezzo della storia milanese da tutelare.

Potrebbero essere salvati e restaurati con più livree relative ai diversi momenti storici (bianchi prima del 1939, verdi dal 1939 al 1986, alcuni gialli dal 1965 al 1986, arancioni dopo il 1986).

Perciò ne servono più di 1 per tipo e gli altri sono necessari per conservare pezzi di ricambio in modo da averli funzionanti.

Quei tram hanno viaggiato in Brianza, a Monza, sulle linee dell’Adda.  Forse qualcuno anche verso Abbiategrasso.

Invece l’ATM vuole distruggere tutto.

l bando di vendita di Atm scade il 18 ottobre e una delle condizioni impone la demolizione completa a chi acquisterà i veicoli. Si tratta di un’appalto con base d’asta di partenza di 1,2 milioni di euro e riguarda sia l’eliminazione delle 42 vetture presenti a Desio, sia la rimozione di tutto l’amianto presente nel vecchio deposito Atm. L’Azienda di trasporti milanese si aspetta anche di guadagnare qualche soldo dalla vendita dei vecchie tram, poco meno di 250mila euro (frutto della moltiplicazione tra la massa complessiva di tutti i rotabili pari a 885.900 kg per il prezzo di vendita medio del ferro sul mercato pari a 0,28 euro il kg. Soldi che andranno ad abbassare la cifra da versare al vincitore della gara d’appalto. (Fonte il Cittadino MB)

E’ vero che qualcosa rimarrà nel deposito di Varedo e a Precotto, ma chi ci garantisce che anche questi esemplari sopravviveranno? E poi diversi tipi sono rimasti solo a Desio.

Come avevamo già fatto notare, l’ideale sarebbe preparare il tutto per un futuro Museo dei Trasporti Milanese, che racconti la storia del trasporto urbano dalla carrozza a cavalli alle più moderne metropolitane. Magari, ad esempio, realizzarlo nel vecchio deposito del Ticinese, in Via Pietro Custodi – Via Giovenale, non sarebbe anche un meraviglioso regalo alla memoria della città?

«Nessuno pretende che vengano salvati tutti – come spiega Paolo Zanin, autore di un bel volume sui tram in Brianza e uno degli attivisti dell’iniziativa -. Ma qualcosa bisogna fare. Ci sono poco meno di una decina di mezzi che è doveroso salvare. Degli altri mezzi ci sono ormai solo carcasse vandalizzate, ma quelle all’interno dei capannoni sono in buonissimo stato. Abbiamo avanzato ad Atm la proposta di iniziare un percorso per arrivare all’istituzione di un museo ma non ci ha mai dato retta».Per questo appassionati e semplici cittadini chiedono che venga almeno modificato per consentire – anche in caso di vendita da parte di Atm – che i vecchi tram siano salvati. Magari mettendoli da parte in attesa di un Museo dei Trasporti che a Milano ancora manca, a differenza di altre metropoli europee come Londra, Berlino o Lisbona, per citare un’altra città dove il tram è elemento fondamentale del paesaggio urbano.I mezzi di trasporto di età superiore a 75 anni sono tutelati dalla Legge (a partire dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio) e per questo – in parallelo alla petizione lanciata sulla piattaforma change.org – è stata fatta segnalazione anche alla Soprintendenza ai Beni Culturali.

Ringrazio anche per la consulenza Enzo Porcu.

Di seguito alcune immagini dei tram che han fatto la storia dei trasporti nell’area milanese.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Milano | Cultura – I tram extraurbani, una storia da salvare, anche in un Museo”

  1. Spero proprio che la raccolta di firme abbia successo e che ATM si convinca a salvare i tram più significativi. Un Museo dei trasporti a Milano ci starebbe benissimo.

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  2. come si vede dalle foto, si trattava di decine e decine di km di binari in sede riservata, che se fossero rimasti, oggi avrebbero potuto tenere il livello del servizio molto più alto.
    E invece dopo aver tolto il tram, hanno messo i bus che stanno in coda a perdere tempo e che nessuno ha più convenienza ad utilizzare….

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  3. Londra ha un museo trasporti bellissimo e si entra a pagamento ,a S:Francisco i nostri tram sono ancora in linea per i turisti compresi quelli che ATM vogliono demolire ..Qui a Milano gestiscono un’azienda invidiabile e dimenticano la storia,sono pezzi unici,potrebbero essere usati per viaggi turistici in città.
    I vertici ATM sono degli ignoranti in materia e per niente lungimiranti.
    Ho lavorato 20 anni in Atm e purtroppo ho visto molti tram e bus demoliti,pezzi
    che in un museo non sfigurerebbero.
    L’unico che aveva un museo simile era il Prof.Ogliari ma anche il suo museo si è quasi disperso.

    Sperimo cambino idea.

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  4. Che assurdo e che squallore: distruggere 40 bellissimi rotabili storici per fare posto in un deposito fuori servizio e alzare qualche soldino con la vendita dei rottami (sempre sperando naturalmente che non ci sia anche dell’ altro….). Credevo che a Milano aziende e comune fossero 60 anni avanti rispetto a Roma, dove la maledetta ATAC ha appena demolito quasi tutti i rotabili della ferrovia Roma-Nord grazie ad un vergognoso parere favorevole della Soprintendenza. Invece è sempre la stessa zuppa. Che ignoranza….
    Valentino Tosatti

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  5. Vecchio milanese da secoli a Verona, sottoscrivo pienamente! Anche per chiedere se qualcuno ha foto, documentazione, pezzi (magari!), ecc. di questo apparato delle vetture: REGOLATORE DI TENSIONE A SETTORI – BROWN BOVERI-TECNOMASIO ITALIANO. E’ quel grande “mastello”, tutto rivestito di legno, che si trovava proprio sopra le porte, con l’asse orizzontale e la parte in vista costituita da un enorme quadrante (da orologio ferroviario, per intenderci) dove, protetti da uno sportello vetrato, si intravedevano numerosi (4 o 5) settori ad arco di acciaio. Attendo lumi, anche per aver la prova che esiste ancora qualche milanese de foeu che prendeva il Desio o il Mombello. 339 58 67 100

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