Milano | Porta Nuova – Là dove c’era il nulla… un poster e il sogno avverato di un bambino

Ero bambino e mi ricordo che i miei mi portavano ogni tanto alle Varesine, le giostre cittadine che sorgevano in un luogo di Milano che per me era lontanissimo (al tempo abitavo in zona Solari).

Ricordo le giostre, ma ricordo anche i grattacieli che già all’epoca mi esaltavano, manco mi trovassi a New York. Ricordo il grattacielo Breda o quello a griglia degli Uffici Tecnici Comunali, oggi in attesa di un futuro. Ricordo che all’incrocio con via Melchiorre Gioia iniziava un grande terreno abbandonato, una distesa di terra incolta e ghiaiosa, dove venivano parcheggiate le auto e ogni tanto veniva allestito un circo; qualche volta ricordo di esserci pure andato.

Oltre lo sterrato per me la città finiva; ero piccolo e non sapevo che, oltre, vi era un quartiere un po’ malfamato in quel periodo (erano gli anni Settanta): l’Isola, quartiere che un giorno sarebbe diventato “trendy”.

Diventando grande, imparai naturalmente a conoscere un po’ meglio la mia città; coltivavo la passione per tutto ciò che riguardava l’evoluzione di uno spazio urbano, l’architettura, e tutto quello che componeva una città mi affascinava profondamente. In casa appesi persino un poster di New York, sognando grattacieli simili a Milano. Appresi che nella zona dove si trovavano le Varesine vi erano diversi progetti; ricordo in particolare uno di questi, che prevedeva una torre di quaranta piani per ospitare la nuova Borsa.

Purtroppo non sono riuscito a trovare disegni di come avrebbe dovuto essere, ma erano i primi anni Ottanta. L’area intanto rimaneva uno squallido sterrato.

Il progetto per la nuova Borsa alle Varesine

Sognavo architetture fantastiche, ma in città non se ne facevano all’epoca. Finalmente nel 1982/1983 partirono i lavori per la costruzione di un grattacielo sopra la stazione Garibaldi.

Ricordo quanto fossi felice.

Poi, dopo la costruzione, ancora lo stallo; tutto si era nuovamente fermato, e quest’area continuava ad essere uno sterrato incolto dove non si poteva andare. Qui vennero allestite le strutture per i cantieri del passante ferroviario che rimarranno fino al 2000.

Finalmente nel 1992 venne eretta la seconda torre Garibaldi. Intanto il mio bel poster di New York si era strappato e io ero diventato grande.

Poi gli anni Novanta hanno guastato la “festa”…Mani Pulite: a causa della corruzione l’edilizia a Milano e in Italia sprofondò nella vergogna.

Anni Novanta, i cantieri per il passante

Arrivava pian piano il 2000 e l’area che andava dalla Stazione Garibaldi sino a piazza della Repubblica, dove sino a cinquant’anni prima vi erano le ferrovie, rimaneva sempre abbandonata.

La giunta guidata da Gabriele Albertini (dal 1997 al 2006) approvò nel 2004 il progetto di Porta Nuova, che partì l’anno successivo.

Milano stava rinascendo!

Tredici anni dopo eccoci, più adulti ma in una città rinata, dove ci sono ancora mille cose da fare e migliorare ma che (insieme al complesso di CityLife) si è ritrovata due nuovi centri città.

Passeggiando nel nuovo parco del quartiere, che trovo davvero notevole, e immaginandolo tra qualche anno con gli alberi più grandi, ripenso a quando da piccolo passavo da queste parti e non c’era nulla.

Un po’ questo luogo l’ho costruito pure io, con la fantasia di quel bambino che sognava alti grattacieli immersi in un parco, proprio come nel poster di New York che aveva appeso nella sua cameretta.

Testo di Roberto Arsuffi

Qui trovate un po’ di storia della zona. Articolo 1Articolo 2Articolo 3

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

4 commenti su “Milano | Porta Nuova – Là dove c’era il nulla… un poster e il sogno avverato di un bambino”

  1. Ben scritto.
    Ricordo come ero contento quando sul Corriere c’erano i disegni in bianco e nero dei nuovi progetti per la città, mi sembrava sempre che tutto potesse cambiare (e speravo sempre mi facessero la metro sotto casa).

    Lo penso anche adesso, anche se con l’età si diventa più cinici e disincantati. Chissà cosa sognano i bambini di oggi…

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    • Io non capisco proprio questa mentalità e questo spirito…entusiasmo per nuovi progetti per la città che portano cemento, grigio, tolgono spazio, bellezza, umanità e soprattutto utilità…già, una quantità enorme di ferraglia la cui inutilità viene superata solo dalla sua bruttezza…che cosa si sperava potesse cambiare? Solo una stupida e infantile illusione, frutto della propaganda (in parte esterofila) e di una ossessione idiota per il “progresso”…non stupisce che i quartieri dove si vive meglio sono proprio quelli dove è cambiato di meno…dove le botteghe degli artigiani svolgono ancora il loro lavoro elargendo i loro preziosissimi servizi alle persone che abitano nei dintorni, che non devono andare dall’altra parte della città in qualche schifo di grande magazzino straniero che vende merda perché il loro quartiere è un foruncolo di imbarazzante mondanità in mezzo ad un cazzo di niente…per quanto riguarda il resto, sono certo che il tuo sogno sia stato coronato (anche se vivi in qualche buco di culo dietro lo stadio Meazza, oppure se sei una zecca di pendolare di Buccinasco, dove tra pochi “anni” avrete anche voi il vostro fiero carro bestiame, o spostapoveri, se preferisci), dato che stanno costruendo talmente tante cazzo di linee sotterranee che se questa città di merda, in un futuro (spero prossimo) non ci crollerà sotto i piedi (e hai voglia a fare l’umarell a veder gli scavi, cu la ruspa che la tira su ch’i rob lì, e li tubi che van denter…) potranno letteralmente portarci in giro in carrozzina, così che anche l’ultima delle facoltà definibili “umane” (quella cognitiva l’abbiamo persa da un pezzo, come testimoniano questi articoli e soprattutto i commenti) potrà dirsi perduta. Grazie.

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  2. Bellissimo articolo, molto curiosa questa evoluzione storica..
    Mi ricordo da bambino quando la nonna – abitavamo all’Isola, quella di una volta – mi portava al Circo, lì sullo spiazzo dove oggi c’è la Biblioteca degli alberi.

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  3. A Gabriele Albertini verrà dedicata certamente una statua e una piazza. A posteruiori è incredibile, anche solo leggendo questo pezzo, quanto abbia contribuito a cambiare in meglio Milano con Porta Nuova e Citylife

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