Milano | Cultura: i 10 Giganti perduti di Antonio Maraini

Tempo fa all’interno di un magazzino di un centro sportivo in via Ornato furono ritrovati, sepolti da altro materiale, cinque bassorilievi in candido marmo di Carrara. Cosa fossero e da dove provenissero rimaneva un mistero.

Dopo dieci anni dal ritrovamento, Rodolfo Bertaiola, che lavorava nel magazzino ed era sempre più incuriosito, finalmente trovò qualche indizio che finalmente chiarì il mistero: si trattava di cinque fregi di notevole dimensione (1,50×3,50 metri circa) realizzati da Antonio Maraini (Roma, 1886 – Firenze, 1963), padre di Fosco e nonno di Dacia, che ornavano la parte superiore del bel palazzo di via Turati, all’epoca ancora via Principe Umberto: il palazzo neo-rinascimentale al numero 18, della Società generale per l’industria mineraria chimica Montecatini del 1927-1928, progettato da Ugo Giovannozzi.

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Il committente, Guido Donegani, aveva voluto nell’architettura e nella decorazione richiamare le severe forme del Rinascimento toscano, bugnato a terreno, i piani superiori con archi e finestre incorniciati da colonne ioniche. Maraini ebbe l’incarico di scolpire, all’interno, due statue allegoriche (tuttora al loro posto) nelle nicchie dello scalone principale, e cinque bassorilievi per la facciata.


Il palazzo però dopo pochi anni divenne insufficiente per ospitare i nuovi dipendenti e così venne rialzato di un piano, quindi i bassorilievi vennero asportati e mai più ricollocati.

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Furono trasportati nel vicino palazzo Melzi-D’Eril in via Manin, dove si trovava il dopolavoro della Montecatini. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale i manufatti vengono trasferiti in un nuovo centro sportivo in periferia, sempre di proprietà della Montecatini. Qui, sepolti da altri oggetti vengono dimenticati in un magazzino per decenni.

Le sculture sono 10 figure maschili incastrate nello spazio racchiuso del fregio che fanno da contorno ad aperture circolari poste al centro. La torsione delle figure, come ha citato Vittorio Sgarbi, ricorda molto l’epoca fascista.

Il loro recupero viene effettuato con la collaborazione di Cinzia Parnigoni restauratrice anche del David di Michelangelo.

Le opere per ora sono state mostrate durante la Milanesiana, la manifestazione è un Festival diretto da Elisabetta Sgarbi e da lei creato nel 2000. Speriamo vengano esposte in qualche museo (Novecento, Brera o Gallerie d’Italia) e non rimangano relegate in qualche capannone per pochi eletti.

 

 

Qui trovate il video che spiega la storia della scoperta da cui abbiamo tratto alcune immagini.

 

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

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