Milano | Ponte Lambro – La periferia dimenticata

Un piccolo reportage fotografico da Ponte Lambro di Luca Sironi, appassionato di Milano e fotografia urbana.

Ponte Lambro è un piccolo quartiere di Milano situato nella periferia sud-orientale della città. Amministrativamente fa parte del Municipio 4 e il suo territorio è delimitato a ovest dalla Tangenziale Est che lo divide dal quartiere di Morsenchio, Taliedo e Santa Giulia, mentre a est confina col fiume Lambro e a sud con il comune di San Donato Milanese.

Si trattava di un antico insediamento agricolo ricco di fontanili. Qui nel 1975 vennero edificate le lunghe stecche di case popolari dello IACP nel 1975, con circa 350 appartamenti. La mancanza di servi, di negozi, e la concentrazione di ceti a bassa estrazione favorì in poco tempo lo sviluppo della criminalità e di una cultura mafiosa, il tutto seguito dal fenomeno delle occupazioni abusive, tutti fattori che negli anni Ottanta segnarono negativamente il quartiere.Ponte Lambro, Foto, Periferia, Degrado,

Si dovrà attendere la svolta del secolo per portare l’attenzione delle istituzioni nel quartiere. Vi fu anche un progetto dell’architetto Renzo Piano per la rinascita di Ponte Lambro, mai portato a termine. Nel 2008, in via Camaldoli al confine con San Donato Milanese, venne inaugurato anche l’Istituto Scientifico di Riabilitazione della Fondazione Maugeri.

Tutti interventi che hanno cercato di “aggiustare” il quartiere, ma che fondamentalmente rimane troppo lontano dalla Milano di Porta Nuova.

Testo di Luca Sironi:

Ieri, per un mio progetto fotografico sulla Milano Periferica, mi sono spinto fino all’estremo sud est della città: a Ponte Lambro, oltre la tangenziale. Ho voluto tornarci dopo esserci stato un paio di anni fa. Una situazione surreale ti avvolge scendendo dal bus 45 che, da San Donato porta a Lambrate. Il silenzio mi ha avvolto in questa domenica di primavera. Un silenzio interrotto da qualche macchina di passaggio o da qualche raro passante. Mi sono immerso letteralmente in questo quartiere, tristemente noto negli anni ’80 e che aspetta da anni progetti di riqualificazione. Qui ho avvertito tutta la sofferenza e l’abbandono fatto di cumuli di immondizia, da un giocattolo dimenticato fra i calcinacci, ad una invocazione incisa nel calcestruzzo di una muratura, probabile passaggio verso le abitazioni adiacenti, che mi ha colpito: “NON BUTTATEMELO GIU’ PIU’ GRAZIE“, Anche questa è Milano che non è fatta solo di grattacieli scintillanti e di terrazze con vista panoramica per godersi un aperitivo al tramonto, che anche a me piacciono per carità, ma questo forse è l’altro volto di Milano, più umano e, forse, più vero e per questo nascosto ai più. Con mille domande ho lasciato questo luogo-non luogo e, ripreso la 45, mi sono diretto verso casa.

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

7 commenti su “Milano | Ponte Lambro – La periferia dimenticata”

  1. La dimostrazione che l’urbanistica è un elemento fondamentale per la vita delle persone.
    I palazzinari non solo rendono più brutte le nostre città, ma contribuiscono anche a renderle più pericolose.

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  2. Se devo essere sincero nelle foto da 3 a 6, l’arredo urbano mi sembra di gran lunga meglio di quello di tante zone centrali di Milano.

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  3. Emerito Luca Sironi. Lei oltre a non essere alla conoscenza dei fatti del passato glorioso di Ponte Lambro,oltre a non informarsi della nostra realta, col suo impietoso articolo, ha degradato deriso e insultato, persone oneste lavoratori di ceto basso a professionisti di ceto alto,che vivono hanno vissuto e non hanno abbandonato questa periferia per rispetto di un ideale e non per mancanza di denaro o cultura. Ponte Lambro nasce molto prima dell’ effettivo degrado che ha vissuto tra gli anni 80/90, nasce dai vecchi lavandai, proprietari di cascine che pulivano i panni in un Lambro pulito dove i bimbi ci facevano il bagno nelle calde estati. Ponte Lambro é fatto, certo di pochi negozi,perché ci sono, ma anche di ristoranti Tra cui il vecchio Bagutto, e ops abbiamo l’ ospedale MONZINO , dove vengo i calciatori miliardari tanto acclamamati a fare i test clinici. Al Bagutto è venuto a mangiare più volte Celentano. Chi ha una periferia così ben frequentata? Abbiamo la clinica MAUGERI. Siamo a pochi minuti dal centro, e a pochi minuti dall’ aeroporto. Arriviamo alle foto che Lei ha scattato e al silenzio surreale. Quei casermoni che lei critica,hanno appartamenti di 100/120 m2, nel 70 vennero costruiti per poliziotti, carabinieri, per chi lavorava negli enti pubblici. Un politico infame, bisognoso di voti da parte di malavitosi, li fece salire dal sud e gli permise di occupare. La gente viveva con le porte aperte prima di questo politico. Negli anni 80 non eravamo solo noi periferia messa male con la droga, si informi. Solo che è stato facile ghettizzarci, ma soprattutto comodo e di facciata. Poi sono iniziate le retate e gli arresti. È non dimentichiamo che abbiamo anche un aula bunker, dove personaggi chiave come Andreotti hanno subito processi. Lei ha fotografato soltanto la parte centrale dei casermoni che gli enti non hanno finito di risistemare, e che come lei tanto saccente dovrebbe sapere, che ogni stato di abbandono crea immondizia, ma non solo in periferia.
    O mio Dio!! Lei è arrivato in una periferia silenziosa di domenica?!! Le do ragione, per una periferia è surreale tanta tranquillità. Venga in settimana, oppure lei è anche razzista, perché siamo un quartiere ricco di etnie. Lei è pari a un bullo ci ha derisi denigrato e lo ha fatto in maniera pubblica. Mi domando se la possiamo perseguire e denunciare?

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