All’interno del complesso di edifici sorti sul finire degli anni Cinquanta del Novecento a ridosso della Fiera, tra Piazza Sei Febbraio, via Vincenzo Monti, Ippolito Nievo, Via Giovanni Rotondi e viale Cassiodoro, troviamo un edificio senz’altro interessante e un po’ nascosto, Via Vincenzo Monti 79, realizzato da Roberto Morisi nel 1957.
In questo punto, nel 1906, per l’Esposizione Universale del 1906 di Milano, lo scalo ferroviario (presente dove oggi si trova il Parco Valentino Bompiani) e il quartiere furono solcati da una avveniristica ferrovia sopraelevata che ricordò le metropolitane coeve di Parigi o di Chicago e New York. Collegava il Parco Sempione con lo spazio fieristico attestandosi in viale Cassiodoro.
Il viadotto sopraelevato venne smantellato subito dopo il termine dell’esposizione, rimase solo il tratto sopra lo scalo ferroviario che servì come passerella pedonale per collegare i due quartieri separati dalla ferrovia.
Gli anni passarono senza che in quest’area si costruisse, se non il palazzo d’angolo tra il viale e piazza Sei Febraio, realizzato negli anni Venti. La Seconda Guerra Mondiale vide l’area ancora senza sviluppi.
Si dovrà attendere la Milano del Boom, per vedere finalmente sviluppata questa fetta di Milano.
Lo sviluppo immobiliare di pregio portò nomi altisonanti in zona, tra i quali possiamo trovare anche un edificio progettato da Gio Ponti, Casa RAS, all’angolo tra Via Vincenzo Monti e Via Ippolito Nievo, realizzata nel 1956. Sempre in zona troviamo capolavori realizzati da Luigi Caccia Dominioni, Luigi Ghidini e Guglielmo Mozzoni, Piergiulio Magistretti e Piero Portaluppi.
Il Palazzo progettato da Roberto Morisi nel 1957, potrebbe benissimo essere spacciato per una realizzazione contemporanea, linee essenziali ed armoniche.
La Casa Merisi si compone in due volumi, uno più alto di sei piani più attico e grande terrazzo sul tetto, e un corpo più basso di soli tre piani. Le facciate sono scandite da grandi vetrate che si affacciano sul piccolo giardino della via Vincenzo Monti 79 (una via privata pedonale che raduna una serie di condomini e che unisce formando una leggera curva, via Monti con viale Cassiodoro). Spiccano per originalità dei “volumi” creati con la ripetizione di telai metallici sulla sommità dei due differenti volumi, proseguendo il senso verticale dell’intervento. Particolare attenzione anche nell’atrio condominiale, realizzato in pietra e marmi pregiati.
Roberto Morisi si laurea in Architettura nel 1949. Dal 1956 al 1973 collabora con Luigi Moretti, affiancandolo nelle principali realizzazioni in Italia e all’estero. Dal 1970 al 1985 conduce esperienze professionali in Algeria, dapprima con Moretti, poi con la società d’ingegneria IN.CO. di Silvano Zorzi. Progetta opere nel Sud-Est asiatico, Stati Uniti, Canada, Germania e Paesi Arabi. Nel corso della sua attività, sviluppa temi attinenti la progettazione, l’urbanistica e complessi per collettività. Dal 1985 svolge attività in Italia dedicandosi ad opere di significativa qualità architettonica, nel settore del terziario. Tra le sue principali realizzazioni si segnalano le seguenti: Hotel a Temù, Alpi Bresciane, 1958; Quartiere Turistico San Bernardino, Finale Ligure, 1965-75; Casa Serapian, Milano, 1968; complessi scolastici in varie città dell’Algeria con Luigi Moretti, 1970; centro città di Skikda (Algeria); ville, Pontirolo, 1984-86; Professional Center, Milano, 1988; Sede Vei Electric Systems, Guardamiglio, 1989; Torri Gemini Center Milano, 1993; complesso uffici Procaccini Center, Milano, 1994; Liberty Center, Milano, 1996; Business Center, Milano, 2002. Tra gli altri progetti si ricordano: Concorso Mausoleo Quaide Azan, Carachi (Pakistan), 1957; Corpo 6 villa plurifamiliare, Finale Ligure, 1964; centro turistico, Isola di Gallinara, 1964; Teatro Ryad (Arabia Saudita), 1966; concorso Grattacielo Peugeot, Buenos Aires, 1965; residenza marittima, Sultano Brunei, 1966; ville, Kucing (Borneo), 1979. Le sue pere sono state pubblicate nelle principali riviste nazionali e internazionali di architettura (“Domus”, “L’Architecture d’Aujourd’hui”, “Architectural Review”, “L’industria delle costruzioni”, “Modulo” ecc.). Muore a Venezia nel 2019.
Bello, costruissero così adesso… realizzano dei veri orrori da anni purtroppo
Andrebbe un po’ restaurato e ripulito, mi sa.