Nel cuore storico di Niguarda, dopo due anni di attesa, e dopo due anni dalle demolizioni, non senza polemiche, della Villa Trotti e la “Curt de Matt”, ecco l’avvio (così pare, anche se i cartelli sono fuori dall’estate scorsa) del cantiere per il nuovo complesso residenziale La Nostra Piazza.
Il complesso realizzato in edilizia libera, sarà costituito da tre palazzine di quattro e sei piani fuori terra, per un totale di 58 appartamenti e un piano interrato dedicato ad autorimesse, cantine e locali tecnici.
Gli edifici e il giardino privato che li circonda sono posizionati in modo da lasciare una serie di varchi che, in un’asse ideale con la Via de Calboli, renderanno agevole il passaggio tra la Via Passerini – con il nuovo marciapiede ampliato e adornato di alberi – e il parco posto sul lato sud dell’intervento, arricchito da nuove piantumazioni e un’area giochi.
Nelle facciate sono previsti linguaggi architettonici e finiture differenti in modo da comporre un brano di città e non un intervento edilizio omogeneo. Le facciate avranno quindi caratteristiche differenti, anche in base all’esposizione degli edifici e agli affacci che li caratterizzano.
Sono presenti logge, balconi e terrazzi, con diverse metrature, qualcuno in nicchia, per una maggiore riservatezza se si trova affacciato sulla piazza, altri sporgenti, alcuni dei quali affacciati direttamente sul parco. Come per le facciate, le finiture saranno analoghe per prestazioni, ma differenti a livello cromatico e materico.
Qui come sarà sistemata la parte “urbana e pubblica” dell’intervento, come specificato nella pagina promozionale.
Le opere di urbanizzazione primaria comprendono le aree definite dalla via Passerini, dall’incrocio con via Graziano Imperatore/via Ornato a quello con via Bauer, e consistono nel ridisegno del sedime stradale con relativo rifacimento dei marciapiedi su entrambi i lati della strada.
In particolare, il marciapiede verso l’area di progetto verrà totalmente ridisegnato attraverso l’inserimento di posti auto per la sosta e con la messa a dimora di un filare alberato (Pyrus calleryana ‘Chanticleer’), allo scopo di aumentare la qualità urbana del nuovo intervento e di creare zone di ombra in corrispondenza delle aree di sosta.
In continuità con il nuovo marciapiede sud di via Passerini, si svilupperà un ampio spazio privato ad uso pubblico definito da due aree distinte tra loro ma che connettono e mettono in relazione la via Passerini e la zona del giardino pubblico alle spalle dei nuovi edifici di progetto. Per questi spazi è prevista una pavimentazione in pietra naturale (Granito di Montorfano).
LA PRIMA AREA rappresenta un ampio corridoio verso il parco che si allarga in maniera da accogliere i passanti che, se vogliono, possono sostare sulle panchine poste ai margini delle aree più ampie.
LA SECONDA AREA è una piazza attrezzata al fine di diventare un luogo di incontro, di sosta e di riferimento per tutto il quartiere.
Date le dimensioni delle aree, si è preferito lasciare uno spazio completamente libero per la loro fruizione totale, lasciando che le zone a verde pubblico si sviluppassero totalmente nelle aree a sud degli edifici.
Tali aree saranno dotate di arredi che consentiranno una fruizione ottimale degli spazi esterni: è infatti prevista l’installazione di panchine in legno e sedute in calcestruzzo sabbiato distinte in due tipologie: una con moduli curvilinei che definiranno delle aree circolari in maniera da creare degli spazi di aggregazione; la seconda tipologia sarà, invece, con moduli rettilinei posti in sequenza fra loro lungo la zona di collegamento tra quest’area e quella retrostante gli edifici.
L’area posta alle spalle dei nuovi edifici si compone di un percorso pedonale di collegamento tra via Graziano Imperatore e via D’Anzi e il parco pubblico con annessa area giochi.
Qui di seguito le immagini di pochi giorni a dell’area dell’intervento, posta nel cuore antico di Niguarda, tra via Graziano Imperatore, via Giovanni d’Anzi e piazza Belloveso.
Qui sorgeva, sino al 2019, Villa Trotti-Bentivoglio, una villa probabilmente del XVII secolo, di proprietà della famiglia dei Marchesi Trotti fino all’inizio del Novecento quando venne ceduta alla famiglia Girola. Tipica casa signorile di campagna come se ne trovano sparse negli odierni sobborghi di Milano. Di forma squadrata con un cortile interno, possedeva anch’essa un parco con viale d’accesso verso sud come villa Clerici di Affori, giardino e viale oggi scomparsi; nel complesso erano presenti anche le abitazione dei fattori che lavoravano alle dipendenze dei Trotti. Purtroppo cancellata senza che la Sovrintendenza abbia detto nulla. Un vero peccato, almeno la facciata la si poteva preservare (era molto decadente).
Mentre, adiacente alla villa Trotti si trovava fino al 2009 la cascina chiamata “Curt de Matt” o anche “Curt del Giardinett”, con ingresso principale in via Graziano Imperatore 48. Da anni era abbandonata e in forte degrado, tanto che la Società edificatrice “Niguarda”, una volta acquistate villa e cascina, progettò la loro riqualificazione, con un investimento di circa 20 milioni di euro; il progetto prevedeva l’abbattimento della cascina Curt de Matt per fare spazio a una piazza pubblica a “verde” di 1800 metri, oltre che a 50 appartamenti in un nuovo palazzo sorto al suo posto e il recupero totale di Villa Trotti, in cui avrebbero dovuto sorgere un teatro e dei saloni per eventi culturali.
Purtroppo progetto naufragato come molti altri.
Oggi, come si vede, finalmente è stato approvato il progetto de “La Nostra Piazza” che ricucirà la ferita aperta e regalerà al quartiere una nuova piazza e un giardino attrezzato.
Qui i professionisti:
- Arch. Roberto Manuelli
Rappresentante della Committenza nelle fasi di progettazione e realizzazione delle opere - Ing. Carlo Landriani
Coordinatore dei professionisti incaricati, supervisore della progettazione e Direttore dei Lavori - Arch. Emanuela Sara Cidri
architetto progettista, premiata a Oslo quale professionista coinvolta nella rete di imprese BSmart, ha realizzato il piano preliminare approvato nella convenzione, ha seguito la demolizione e ora è chiamata a gestire il progetto esecutivo nel suo passaggio all’elaborazione definitiva.
Non si può perdonare la distruzione della villa che poteva essere recuperata nella nuova costruzione. Impensabile che un cooperativa si comporti come uno speculatore qualsiasi. IO gliela farei ricostruire com’era. Le case nuove sono ordinarie
E’ un peccato che quando si fanno questi progetti non viene mai mai mai tenuto conto del passaggio dei ciclisti.
Via Passerini avrebbe potuto diventare doppio senso ciclabile per permettere a chi abita in Via Paulucci di Calboli Fulcieri di arrivare in via Ornato senza fare il contromano ma anche il parco non sembra studiato per permettere un agevole attraversamento in bici.
Continuando a lasciare che siano i privati a decidere delle sorti dei luoghi pubblici della città non faremo mai la rivoluzione verde che auspichiamo: gli attuali ciclisti continueranno a sfruttare questi interventi zizzagando sul marciapiede tra i pedoni o sulla strada in contromano e chi invece ciclista non è non si avvicinerà mai a questo mezzo di trasporto dato che gli stimoli per utilizzarlo in città sono ancora veramente molto molto pochi (e siamo nel 2021).
E’ un peccato che quando si fanno questi progetti non viene mai mai mai tenuto conto del passaggio dei ciclisti.
Via Passerini avrebbe potuto diventare doppio senso ciclabile per permettere a chi abita in Via Paulucci di Calboli Fulcieri di arrivare in via Ornato senza fare il contromano ma anche il parco non sembra studiato per permettere un agevole attraversamento in bici.
Continuando a lasciare che siano i privati a decidere delle sorti dei luoghi pubblici della città non faremo mai la rivoluzione verde che auspichiamo: gli attuali ciclisti continueranno a sfruttare questi interventi zizzagando sul marciapiede tra i pedoni o sulla strada in contromano e chi invece ciclista non è non si avvicinerà mai a questo mezzo di trasporto dato che gli stimoli per utilizzarlo in città sono ancora veramente molto molto pochi (e siamo nel 2021).
Uno scempio. Mi chiedo davvero come sia stato possibile. Un progetto mediocre da periferia che ignora la storia in un luogo centrale per Niguarda. Questo é l’esempio di quando si considerano le periferie aggregati di palazzoni. Mi chiedo anche come gli stessi architetti abbiano voluto totalmente ignorare il contesto storico in cui il progetto é inserito.
Lo stesso progetto un km più a nord lo avrei apprezzato ma non nel centro di un borgo.
Si continua a parlare di sostenibilità, decementificazione, memoria storica, identità di quartiere; quindi si demolisce una casa storica per fare degli anonimi palazzi grigi….che con il centro storico di Niguarda, già abbellito dai tavoli da ping pong, non ha nessuna contestualizzazione. Boh….