Milano | Trasporti: i contestati “camini” di ventilazione delle nuove metropolitane

Adesso che la prima parte della M4 sta per essere completata, iniziano a vedersi manufatti di servizio, quali le uscite, gli ascensori e, soprattutto, i camini di ventilazione.

Questi ultimi hanno allarmato molti cittadini che si sono visti ‘spuntare’ sui marciapiedi torrini che arrivano all’altezza dei primi piani dei palazzi che vi si affacciano. Alcuni hanno chiesto spiegazioni e contestato che si siano costruiti questi oggetti tanto ingombranti, chiedendosi quale funzione abbiano, se siano necessari o, addirittura, se siano pericolosi per la salute. Abbiamo quindi deciso di scrivere questo articolo per fare un po’ di chiarezza.

A cosa servono i ‘camini’?

Premettiamo subito che questi manufatti non sono una novità. Infatti su tutto il percorso della M5, in corrispondenza di ogni stazione, sono presenti e hanno lo stesso ingombro di quelli nuovi che stanno spuntando in corrispondenza delle stazioni M4. Ma che funzione hanno?

Una normativa della Regione Lombardia dei primi anni 2000 prescrive che le prese d’aria forzata debbano essere poste a un’altezza dal piano di calpestio di minimo 3 metri, se realizzate in uno spazio privato (per esempio un cortile), e minimo 6 metri, se realizzate su suolo pubblico.

Ma che cosa si intende per aria forzata, o meglio, per ventilazione meccanica? E’ abbastanza semplice: una macchina aspira aria dall’esterno di un edificio, o di un manufatto civile, per ‘pomparla’ all’interno. Questo tipo di ventilazione si rende necessaria per gli ambienti sotterranei particolarmente ampi, come per l’appunto una stazione metropolitana, ma anche un parcheggio interrato, dato che i volumi d’aria necessari al ricambio corretto per ventilare ed evitare che all’interno dei locali vi sia aria insalubre (aria viziata) non possono essere garantiti dalla sola ventilazione naturale con poche aperture in superficie, come per loro natura i locali sotterranei hanno. Le stazioni della metropolitana, in particolare, sono come degli edifici di anche 6/8 piani, ma completamente sotto terra: senza potere avere facciate su cui mettere le finestre, devono garantire il ricambio d’aria dalle sole griglie in superficie; per questo è necessario pompare aria al loro interno. Nelle stazioni delle linee M4 ed M5 solo metà circa degli ambienti sotterranei è accessibile al pubblico: esistono molti ambienti accessibili solo al personale autorizzato che fungono da locali tecnici. Tra questi vi sono i locali dove sono alloggiati i macchinari per la ventilazione meccanica, che prelevano aria dall’esterno e la rilasciano all’interno degli ambienti sotterranei della stazione.

Abbiamo visto perché è necessario ‘pompare aria’ all’interno delle stazioni; ma perché non direttamente da griglie a terra? Inizialmente non vi era una normativa specifica sul prelievo dell’aria, ma col tempo si è capito che prelevare aria a livello del suolo, o poco più, significava prelevare aria con un’alta concentrazione di fumi ed inquinanti (che poi bisognava trattare con filtri e così via). Quindi la ‘nuova’ normativa cerca di mettere dei parametri che facilitino il prelievo di aria meno inquinata all’origine, poiché già a qualche metro dal suolo la qualità dell’aria migliora di molto.

Era proprio necessario costruire i “camini” in questo modo?

Analizzati i motivi tecnici e normativi per la presenza di questi manufatti, andiamo un po’ più in profondità per capire se si poteva fare una cosa diversa da quanto realizzato. Lo diciamo subito: si poteva fare.

Come in tutte le opere edilizie, siano ville unifamiliari, grattacieli, ponti strallati o stazioni della metropolitana, il progetto è il risultato del pensiero che vi sta dietro, del ragionamento che porta a risolvere gli inevitabili nodi problematici che ogni realizzazione comporta. Se un manufatto è brutto o impattante non è colpa della normativa che obbliga alla sua realizzazione, giacché tra i compiti del progettista c’è proprio quello di ‘tradurre’ le norme in qualcosa di comunque armonico e coerente con la realizzazione.

In realtà, che si potessero armonizzare meglio questi manufatti con l’ambiente circostante, se ne erano accorti già a suo tempo i progettisti di M5. Nella tratta Bignami-Garibaldi, costruita coi primi due lotti, avevano realizzato dei “brutali” parallelepipedi grigi, mentre nella tratta Garibaldi-S.Siro, costruita successivamente, avevano corretto il tiro “ingentilendo” i camini con una forma tondeggiante e montando una griglia tutt’attorno dove poter fare crescere un rampicante così da ‘nascondere’ questi manufatti tecnici. Infatti in questa tratta i camini sono completamente ricoperti dalla vegetazione.

Per la M4 proprio questa ultima tipologia di manufatti è stata realizzata, per cui anche questi camini ‘spariranno’ avvolti dal verde dei rampicanti. Però, per la nuova linea metropolitana, noi ci aspettavamo uno sforzo ulteriore.

Anni fa, quando i primi rendering della M4 hanno iniziato a circolare, si erano viste cose ben diverse da quelle poi effettivamente realizzate; sulle uscite, sui corpi ascensori, ma anche sui manufatti per la ventilazione meccanica. Per tutto questo ci sono state scelte successive un po’ al ribasso, di cui in parte abbiamo già parlato in articoli tipo questo, riferendoci soprattutto agli ingressi alle stazioni. In particolare i volumi che dovevano accogliere i camini di ventilazione dovevano essere dei prismi colorati rivestiti di materiali compositi. Constatiamo che, come per tutto il resto, sono state fatte scelte diverse.

Al di là della loro resa estetica, si potevano comunque trovare soluzioni completamente differenti, come, per esempio, integrare questi manufatti tecnici con altre emergenze, come i corpi scale o i corpi ascensori. Quest’ultima è esattamente la scelta che è stata fatta dalla metropolitana di Brescia (che ha sin dall’inizio avuto una cura particolare alla progettazione architettonica degli ambienti interni ed esterni). Poiché anche Brescia si trova, come Milano, in Lombardia, anch’essa è sottoposta alle stesse normative regionali e, quindi, obbligata tanto quanto il capoluogo lombardo a realizzare delle prese d’aria ‘in quota’ per la ventilazione delle stazioni metropolitane sotterranee. Ma dato che lì vi è stata un’attenzione specifica agli aspetti architettonici del progetto, il risultato è stato del tutto differente, non impattante e ben armonizzato con l’ambiente circostante. Da una città come Milano ci si aspetterebbe uno sforzo progettuale di questo tipo. A questo punto speriamo che avvenga per la prossima linea di metropolitana.

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11 commenti su “Milano | Trasporti: i contestati “camini” di ventilazione delle nuove metropolitane”

  1. D’accordo sull’estetica a Brescia, però li si erano “dimenticati” di coprire gli ingressi alle stazioni e hanno dovuto fare delle tettoie dopo

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    • Sì, però persino quelle tettoie aggiunte dopo a Brescia sono cento volte più eleganti, leggere e belle rispetto a qualsiasi copertura di una fermata metro milanese…un minimo di sforzo potevano mettercelo qui a Milano cristo

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  2. Non c’è dubbio che i “camini” di ventilazione delle ultime due linee di metropolitana sono veramente brutti, e anche quelli che sono stati ricoperti di rampicanti non sono il massimo della bellezza e c’è anche da temere che col tempo la verdura possa deperire e scoprire i manufatti. Una soluzione ideale, se fattibile almeno per i “camini” in luoghi di maggior visibilità, sarebbe di darvi un rivestimento d’arte, ad esempio un involucro in bronzo modellato da bravi artisti. Il costo per ciascuno di essi potrebbe essere sostenuto da Aziende in teressate a marcare pubblicitaririamente il loro nome su detti manufatti divenuti opere d’arte, tali da arricchire anche il paesaggio urbano.

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    • E i Wf cosa fanno? Si lamentano dei ricchi (o boomers, o automobilisti o commercianti o quel-che-ti-passa- per-la-testa) 🙂

      Nella Milano di questi anni l’importante è lamentarsi. Del resto le buone ragioni non mancano, queste torri di ventilazione ad esempio sono un abominio.

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      • Lamentarsi ed insultare gli viene naturale.
        Provare a comprendere le posizioni altrui molto meno

        D’altra parte, se ha – o addirittura è- il Verbo, perché ascoltare posizioni diverse

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