Una delle più graziose chiese barocche di Milano, San Raffaele è finalmente in fase di restauro.
Si tratta della bella chiesa di San Raffaele nell’omonima via, a ridosso della Rinascente e del Duomo.
L’aspetto barocco nasconde una più antica chiesa le cui origini risalgono all’alto medioevo.
Infatti la Chiesa di San Raffaele faceva parte di un sistema di quattro cappelle poste a croce intorno alla cattedrale e dedicate al culto degli arcangeli che dovevano disporsi a protezione della cattedrale di S. Maria: S. Uriele, S. Michele, S. Gabriele e S. Raffaele (unica sopravvissuta).



L’edificio attuale fu consacrato da Carlo Borromeo nel 1582. Il progetto di costruzione è variamente attribuito dai critici all’architetto prediletto dell’arcivescovo Borromeo, Pellegrino Tibaldi, oppure all’architetto genovese Galeazzo Alessi, attivo in quel periodo nel vicino Palazzo Marino.
L’esistenza della chiesa intitolata all’arcangelo Raffaele è testimoniata per la prima volta nel testamento del vescovo Andrea da Cantiano nell’anno 903; era una delle sei chiese minori che circondavano Santa Maria Maggiore, oggi Duomo di Milano, e rimane uno dei pochi punti di partenza esistenti per ricostruire la topografia della parte più centrale e più nobile della antica città. Le sei chiese minori che sorgevano intorno alla cattedrale furono forse originariamente edificate intorno all’anno 835 per opera dell’arcivescovo Angilberto II (morto nell’859). Delle sei chiese sopravviverebbero oggi solo San Raffaele e le rovine dei battisteri di San Giovanni alle Fonti e di Santo Stefano alle Fonti, essendo andate perdute le chiese intitolate agli arcangeli Gabriele, Michele e Uriele.
Nel 1902 l’edificio rischiò di essere demolito per essere ricostruito altrove ma venne risparmiato dopo le proteste sollevate dalla Società Storica Lombarda e dal sindaco Gaetano Negri e dopo il parere negativo dell’Amministrazione delle Antichità e belle arti di Roma.




La facciata pare quasi soffocata dai palazzi attigui, e si presenta formata da due ordini: quello inferiore, cinquecentesco, caratterizzato dalla presenza di grosse teste maschili; mentre quello superiore venne aggiunto nel 1890 su progetto dell’architetto Paolo Cesa Bianchi che completò la facciata fino ad allora incompiuta senza conoscere il disegno originale della chiesa che fu ritrovato solo anni più tardi all’Archivio di Stato.
L’interno, molto semplice, presenta tuttavia alcune opere degne di attenzione del barocco milanese come Il sogno di Elia del Morazzone, San Girolamo di Camillo Procaccini, La disobbedienza di Giona del Cerano, San Matteo Evangelista e l’Angelo di Giovanni Ambrogio Figino (che ispirò il Caravaggio).
Il restauro è ad opera di GF Marcato.

Riferimenti fotografici: Roberto Arsuffi
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