Milano | Duomo – Il decoro della città… parte anche dal centro

Da diversi mesi, sul tetto del palazzo d’angolo tra via Torino e via Mazzini, sono comparse delle strutture a veranda alquanto importanti. Secondo noi hanno snaturato non poco l’armonia del palazzo stesso.

Già da oltre un anno il palazzo è stato ristrutturato per ospitare un hotel ed è stata creata una terrazza sul tetto per gli ospiti dell’ ODSweet Duomo Milano.

Per carità, bell’idea quella di creare una terrazza panoramica sul tetto di un palazzo, specie così centrale, ma forse ci vorrebbe un po’ di buon gusto e buon senso, non pensate? Anche perché le strutture sono in metallo.

Inoltre da giugno campeggia su tutto la nuova scritta pubblicitaria di Gucci. Scritta che volendo ci può stare, per carità, piazza Duomo era famosa per le gloriose insegne pubblicitarie di palazzo Carminati. Tuttavia, dietro essa fa capolino un’orrenda antenna per cellulari. Era proprio necessario posizionarla lì?

Ad ogni modo, pian piano col tempo, abbiamo notato che le sovrapposizioni di strutture sui tetti in piazza Duomo si sono aperte un posticino, alcune con discrezione osservano la piazza quasi timidamente, ma altre sembra vogliano marcare la loro presenza con fare prepotente e sgraziato, come ad esempio quei “capanni di caccia” appollaiati sul tetto di sinistra della Galleria.

Forse il Comune e la Sovrintendenza dovrebbero far rispettare, specie in certe zone monumentali, alcune regole di decoro, per rispetto del luogo e della storia.

Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi

Tag: Piazza Duomo, Duomo, Via Torino, Via Orefici, Via Mazzini, Decoro, Insegne

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

17 commenti su “Milano | Duomo – Il decoro della città… parte anche dal centro”

  1. Più che le verande presenti sui soffitti, che personalmente non trovo particolarmente fastidiose, sarebbero assolutamente da spostare quelle orribile antenne in una parte più centrale dell’edificio in modo tale da non renderle palesi alla vista.

    Rispondi
  2. Siete arrivati a criticare anche degli ombrelloni, la vostra ossessione va curata perchè avete dei problemi mentali onestamente.

    La critica al logo Gucci fa ancor più ridere, per decenni c’è stata un’altra insegna ancor più impattante e mai una parola.

    Fatevi una vita

    Rispondi
    • Forse anche le scritte impalcate coi nomi, andrebbero finalmente rimosse. In un mondo telematico, ancora i loghi materialmente imposti??

      Rispondi
  3. Anche 20 anni fa era così a Milano.

    Quindi come dicono gli altri lettori, meglio stare zitti e muti: vorrete mica che si torni ai sopralzi di 20 anni fa?!?! 🙂

    Rispondi
    • L’antenna??? Fosse solo quella Milano è piena, sono tremende, sono ovunque!!!!

      Avevo commentato in articoli precedenti della dietro la chiesa di San babila (ma io dico neanche il rispetto per l’arte) la sovrintendenza dov’è???

      Comunque io le ho trovate solo a Milano possibile che non ci sono altre alternative?? Nell’era del 5G bisogna tenere queste antenne obsolete?

      La questione non è da sottovalutare visto tutti i rooftop e bar che stanno spuntando ultimamente in città!

      Mi piacerebbe che anche Milano avesse uno skyline pazzesco come Roma, Bologna o Firenze.

      La cura del dettaglio è essenziale, viviamo in Italia e i turisti vengono ad osservare bellezza. Suvvia.

      Rispondi
  4. D’accordo, probabilmente ci vorrebbe un po’ più di attenzione. Non è facile, però trovare una ricetta univoca. Il tema per esempio dei materiali (dite: “le strutture sono in metallo”) di per sé nonc redo significhi nulla. Il restauro del Castello di Rivoli (Torino) dimostra come sia possibile tranquillamente la convivenza tra edifici storici e inserti contemporanei, senza scivolare negli scimmiottamenti “in stile” (secondo me pessimi e indicatore di cultura povera e pacchiana). Chi può decidere? La sovrintendenza? Non saprei. P.S.: mi spiace che Gucci abbia sostituito Ray-Ban… c’ero affezionato.

    Rispondi
  5. A Milano da molto tempo il senso dell’estetica è latitante. Il sopralzo in questione, in sè, non sarebbe da condannare (c’è di molto peggio), ma il luogo – la piazza del Duomo – meriterebbe maggiore attenzione (anche da parte della Soprintendenza). Quanto all’insegna gigante di Gucci, sono disgustato. Ma veramente un brand di stile deve ricorrere a tipi di pubblicità del genere Coca Cola?

    Rispondi
  6. Criticate un’antenna su un tetto che nessuno nota, solo voi.. io in piazza Duomo lamento il parcheggione e la presenza dei taxi, quello sì che fanno veramente schifo.
    Con tutto lo spazio inutilizzato di piazza Diaz sarebbe ora di spostarli definitivamente li, e pedonalizzare gli attuali parcheggi o trasformarli in nuovo verde.

    A me fa schifo vedere automobili parcheggiate anche nella praticamente unica vera grande piazza pedonale della città, le antenne o le insegne sono dettagli di degrado davvero trascurabili.

    Rispondi
  7. Le insegne al neon le trovavo bellissime.

    E miglioravano una brutto piazzale pieno di automobili e parcheggio taxi.

    Almeno non facevano sembrare il centro una foresta pietrificata. Un mausoleo marmoreo .

    Era una città viva.
    Le insegne dimistrano vita.
    E non morte e immobilismo.
    ..
    Le antenne fanno cagare.
    E i sopralzi se fatti male pure.

    Rispondi
  8. I sopralzi sono terribili fatti male e brutti soprattuto su un palazzo storico
    l’insegna luminosa ci sta bene
    certo che Milano e’ proprio un paesone

    Rispondi
    • Il solito commento cretino e prevedibile di chi riesce ad immaginare il centro di una città solo come un mausoleo immobile vuoto e pietrificato.
      Una specie di cimitero monumentale.
      Parrucconi 2021.

      Rispondi
  9. la cosa inspiegabile di Milano è che dei tetti e di quello che ci sta sopra sembra non importare mai niente a nessuno. Sopralzi, rialzi, verande: mi vengono in mente poche altre città sciatte come a Milano da questo punto di vista. Almeno a Vienna si osa con coraggio, qui invece?

    Rispondi

Lascia un commento