Milano | Carrobbio – Un riordino necessario con un po’ di verde, secondo noi non guasterebbe

Uno dei nostri “crucci” di riqualificazione è uno dei luoghi di Milano più visitati dai turisti: le Colonne di San Lorenzo. Purtroppo il contesto in cui si sono ritrovate è uno dei più malriusciti della città.

La sensazione di qualcosa iniziato e mai completato, purtroppo, è percepibile. A questo va aggiunto che la zona è tra le più vandalizzate e trascurate di Milano, come abbiamo più volte mostrato.

Il Carrobbio, il Corso di Porta Ticinese e la zona attorno alla Basilica di San Lorenzo e alle Colonne Romane, trovandosi in uno dei luoghi più malfamati della città da sempre, per volere delle autorità dell’epoca cent’anni fa subì i primi interventi di “pulizia” con la demolizione di parte delle vecchie case popolari e fatiscenti per far posto a nuove vie rettilinee e nuove piazze. Intervento che abbiamo più volte ricordato, non venne portato a termine, lasciando molte incompiute.

Il primo tratto di Corso di Porta Ticinese venne interessato dalla costruzione (dopo la demolizione) di una serie di nuovi edifici (Via San Vito 1, Ing. Franco Moscatelli 1939; via Urbano III 2, Ing.Michele Gilardi 1940; via Pio IV Luigi Bertani 1939) in stile razionalista.

Naturalmente a noi piacerebbe che il primo tratto di Corso di Porta Ticinese, quello che si stende lungo i palazzi sopra elencati sul lato dispari del corso, venisse ridisegnato allargando anche il marciapiede. Magari, visto lo spazio a sufficienza, sarebbe interessante se venissero piantati una serie di alberi (platani) che crescendo coprano questi edifici alquanto bruttini. Qui di seguito il nostro fotomontaggio.

Visto che siamo al Carrobbio, riproponiamo anche il nostro fotomontaggio che avevamo realizzato per mostrare la nostra idea di riordino di questo luogo stoico del Centro di Milano.

Noi tempo fa avevamo fatto un fotomontaggio di come si potrebbe riportare in vita la torre romana e di come la si potrebbe valorizzare. Certo, andrebbe demolito il piccolo edificio bianco, ma la differenza sarebbe epocale.

Sistemeremmo anche la parete cieca, rendendola viva con un bel murale che, magari, racconti la storia del Carrobbio e riproduca la famosa Porta Ticinensis, ora sparita. Per finire e abbellire lo slargo, aiuole anche sul lato settentrionale e alberi, magari dei pioppi (perché poco invasivi e con la loro crescita in verticale, visto lo scarso spazio a disposizione, potrebbero esser la soluzione), per “ammorbidire” l’effetto che creano i palazzi moderni che naturalmente non si possono demolire.

Insomma, vista la predisposizione e la voglia di avere una Milano più verde e vivibile, forse, si potrebbe fare cominciando a ridisegnare anche parti del Centro Storico, carenti di verde ma che potrebbero svoltare avendone le carte e gli spazi. Sarebbe bello che la Giunta e il Municipio 1 trovassero il coraggio di piantare più alberi dove possibile, anche qui al Carrobbio.

Referenze fotografiche: Roberto Arsuffi

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10 commenti su “Milano | Carrobbio – Un riordino necessario con un po’ di verde, secondo noi non guasterebbe”

  1. In prospettiva di rendere più civile la zona, secondo me si dovrebbe pensare anche ad un percorso ciclabile tra Duomo e Darsena.
    Trovo assurdo che se sei un turista e prendi una bici i(o un monopattino) in centro devi fare un percorso di guerra impossibile tutto rotaie e pavè per arrivare sui navigli. Oppure fare qualche deviazione e finire annegato tra le auto.

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    • Realizzare tale percorso sarebbe facilissimo. Basterebbe mettere in sicurezza con una sede protetta la ciclabile di via Carducci che poi si collega con la ciclabile di via Olona ed il gioco è praticamente fatto.
      Purtroppo la ciclabile oggi è una semplice linea scolorita tracciata lungo una strata dove le macchine sfrecciano a velocità due volte superiori ai limiti e nessuno, se non qualche giovane temerario, si fida ad utilizzarla. Speriamo che prima o poi si provveda a rimediare a questa mancanza

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  2. Giustissimo abbellire con alberi e aiuole vie e piazze di Milano. Peccato non averlo fatto in vaste aree centrali dove si poteva addirittura fare un grande giardino come al Policlinico di via Sforza. Ma tutte le volte che l’ho scritto su questo blog, frequentato da sensibili ecologisti, mi è stato risposto che “tanto lì vicino c’è già il giardino della Guastalla” o che ” un ospedale in centro è necessario”. Come se non si potesse costruire un ospedale centrale in un edificio alto che occupasse una superficie più piccola. E la perdita di quell’area per il verde pubblico, ironia della sorte, è stata anche per opera del massimo dirigente di “Forestami”. Comunque ormai è fatta. Segnalo però l’area che va da via Pace fino alla Rotonda della Besana, occupata da altri Istituti Clinici ospitati in edifici di scarso valore. Lì credo che sarebbe bello realizzare un giardino con un’area verde che lambisce la Rotonda. Mi dispiacerebbe che si perdesse anche quell’area.

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  3. Ottima idea, sicuramente fattibile. A fare il puntiglioso non metterei i platani, in prospettiva troppo grandi, ma alberi più gestibili (aceri, liquidambar) con colori autunnali più pregevoli.
    Sarei anche più ambizioso nel tratto iniziale del corso da via Torino, dove la strada è fin troppo larga in prospettiva dell’imbuto delle colonne: alberi più al centro, ciclabile e marciapiedi larghi con il solo vincolo dei binari.

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