Milano | Portello – Cantiere nuova sede BFF Bank di viale Scarampo: luglio 2022

Al Portello, in Viale Lodovico Scarampo dove attualmente si trova un parcheggio a raso utilizzato per anni dall’ente Fiera, si appresta a diventare un cantiere per la costruzione del nuovo edificio per la BANCA BFF. Si tratta di un’area di oltre 3.000 mq antistante i padiglioni 3 e 4 di FieraMilanoCity, di viale Scarampo, per realizzare circa 9.000 mq di superficie costruita fuori terra (7000mq di superficie lorda) per la nuova sede centrale della banca.

Sostenibilità e arte saranno alcuni dei tratti distintivi della nuova sede, firmata dagli Architetti Paolo Brescia e Tommaso Principi di OBR, Open Building Research.

BFF – il più grande operatore di finanza specializzata in Italia, nonché leader, in Europa, nella gestione e nello smobilizzo pro soluto di crediti commerciali vantati nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni, e in Italia nei Securities Services e nei Servizi di Pagamento nell’inverno scorso, ha firmato l’accordo per l’acquisto e lo sviluppo di quest’area precedentemente di proprietà di Fondazione Fiera Milano.

L’edificio sarà completato, secondo le prime previsioni, entro il primo semestre del 2024 e accoglierà gli oltre 500 dipendenti che oggi operano a Milano.

Qui le prime bonifiche e analisi preparatorie per l’avvio del cantiere vero e proprio.

Referenze immagini: Maurizio Malmesi, Open Building Research

Portello, viale Scarampo, Federlegno Arredo, Salone del Mobile, Fondazione Fiera, Michele De Lucchi, Fiera Milano Rho, Fondazione Fiera Milano, Open Building Research, BFF Bank

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

18 commenti su “Milano | Portello – Cantiere nuova sede BFF Bank di viale Scarampo: luglio 2022”

  1. Commoventi nel rendering gli alberelli inseriti nel suolo completamente impermeabilizzato. Ormai fa ribrezzo inserire superfici inerbite e lasciare suolo profondo in una porzione dei lotti che si vanno ad edificare. Alla faccia delle certificazioni di sostenibilità, della permeabilità e del contrasto alle isole di calore. Si costruisce in altezza ma cresce anche l’impronta a terra degli edifici, le coperture metalliche. Un trionfo dell’artificiale dove l’elemento naturale albero viene inserito come posticcio elemento di arredo. A prescindere dalle molteplici ed utili funzioni a cui dovrebbe assolvere. Questa non é sostenibilità, ma solo greenwashing. Occorre depavimentare ma in pratica si sta pavimentando l’impossibile. Ovunque.L’isola di calore ringrazia. Di cuore.

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    • La sostenibilità non passa solo da quanti alberi si piantano ma anche da come vengono costruiti gli edifici (materiali utilizzati, ottimizzazione energetica, riutilizzo acqua piovana, …).
      E visto che chi lo sta per costruire ambisce ad ottenere una certificazione LEED Platinum… beh, non credo che non ci possiamo lamentare troppo.

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      • Se ha dimestichezza con le pratiche di certificazione leed saprà che le stesse si basano su essenzialmente su documenti che certigichino ecosostenibilita’ di materiali e scelte. Burocrazia insomma. Niente in confronto alla piantagione di tanti grandi alberi.

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        • Certo.
          Però non facciamo finta che la piantagione di tanti grandi alberi la possiamo fare sempre e ovunque. Perché qui stiamo parlando di una zona molto interessante, di un edficio che prende il posto di un parcheggio(!!!) e che avrà una buona efficenza energetica.
          Inoltre vicino abbiamo il parco di Citylife e la zona del Portello. Abbiamo un discreto viale alberato che magari-fossero-tutti-cosí-a-Milano!
          Piuttosto, se vogliamo restare in zona e se vogliamo ridurre l’isola di calore in città, mi incazzerei molto per quella distesa di cemento che é Piazza G. Valle!

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        • Forse intendevi “piantumazione”.

          Il 99,99% periodico delle certificazioni si basa sui documenti forniti dalle aziende, mica solo quelle ambientali. Anche perché se fossero troppo severi il lucroso business delle certificazioni andrebbe a farsi benedire.

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    • Depavimentare è diventato il nuovo mantra banana (build absolutely never anything near anyone) per fermare il comparto edilizio. Ah be’, sì be’.

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  2. Depavimentare le città è impossibile. Ormai la moda è dire che se non depavimenti sei un criminale climatico. Che noia. Passiamo oltre.

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  3. Se ha dimestichezza con le pratiche di certificazione leed saprà che le stesse si basano su essenzialmente su documenti che certigichino ecosostenibilita’ di materiali e scelte. Burocrazia insomma. Niente in confronto alla piantagione di tanti grandi alberi.

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  4. Abitando in zona e vedendo la desolazione e lo stato degli interventi più o meno recenti e visto il decantato, solo dal il “sindaco”, progetto forestaMI perché quello spazio non lo si messo a verde piantumandolo con decine di alberi??

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