Milano | Porta Nuova – L’ex stazione ferroviaria di via Melchiorre Gioia

Sotto le scintillanti e nuove torri di Porta Nuova, a testimonianza anche del passato ferroviario della zona, si trovano due ex stazioni ferroviarie. In Viale Monte Grappa, 12b, nel 1840 venne aperta la prima stazione ferroviaria di Milano (oggi l’Hotel NH) che collegò Milano a Monza, stazione che fu la seconda d’Italia (infatti la storia delle ferrovie in Italia ebbe inizio con l’apertura di un breve tratto di linea ai piedi del Vesuvio, la Napoli-Portici di poco più di sette chilometri, che venne inaugurata l’anno precedente, il 3 ottobre 1839).

La seconda venne costruita e inaugurata il 25 giugno del 1850 a poca distanza, in via Melchiorre Gioia 5. Infatti, sin da subito la stazione di Porta Nuova in viale Monte Grappa, risultò insufficiente e perciò si decise pertanto di costruirne una nuova in uno spazio più ampio. Fu trovato un terreno a pochi metri di distanza, con una grande superficie, lungo il canale della Martesana.

Progettisti della stazione furono l’ing. Alfredo Lecointe che ne disegnò la pianta generale, scelse l’area e approvò il progetto finale, l’arch. Stabili per le facciate e gli ing. Canzio Canzi, Achille Jodani e l’arc. Jourdain progettarono le tettorie e le capriate.

L’edificio venne progettato dall’ingegner Alfredo Lecointe nelle forme neoclassiche; era composto da un blocco unico su due livelli, suddiviso in tre parti, due aggettanti e una centrale con l’entrata principale, all’interno si trovavano una biglietteria, delle sale d’attesa e uffici al primo piano. Sul retro era dotato di una gran tettoia a tre campate a protezione dei treni e dei 5 binari di transito e di manovra. I viaggiatori, a giudicare dal resoconto del primo anno di esercizio, non dovevano essere molti. Forse più numerosi erano, invece, gli spettatori che accorrevano a godersi lo spettacolo di queste nuove vetture che partivano o arrivavano sbuffando, nonché quello della manovra delle locomotive, le quali, non essendo ancora entrati in uso gli scambi, passavano da un binario all’altro mediante tre piattaforme girevoli, ed un tronco di congiunzione delle stesse, situate alle due estremità della tettoia.

Per un errore di progettazione le due sale d’aspetto erano quasi prive di ventilazioni e risultavano particolarmente soffocanti nei mesi estivi. Per la sala di II° classe ovviarono al problema aprendo due finestre verso un cortile interno.

L’edificio della stazione lo si può ancora riconoscere nell’attuale Caserma della Guardia di Finanza, in via Melchiorre Gioia 5. Per la precisione si tratta della ex-Dogana, la funzione a cui la stazione fu in seguito destinata, e per la quale, come si vede dalle fotografie, fu rialzata di un piano rispetto all’edificio originale della stazione.

Ci vollero molti anni prima che un treno, partito dalla nuova stazione di Porta Nuova, raggiungesse direttamente Como. La linea fu infatti realizzata per tronchi successivi: dal primo ottobre 1849 fu attivata la Monza-Camnago Lentate, dal 6 dicembre dello stesso anno la Camnago Lentate-Albate Camerlata, dal 27 luglio 1875 la Albate Camerlata-Como S. Giovanni, che per le pendenze in gioco era la tratta più difficile da realizzare. Nel settembre del 1879 la linea raggiunse infine il confine svizzero (Como S.Giovanni-Chiasso).

Nella nuova stazione confluì dal 1859 anche il nuovo tronco ferroviario Magenta-Milano della linea Torino-Milano. La costruzione di questa linea era iniziata nel 1852 e la sua entrata in servizio nell’ottobre del 1858 precedette di pochi mesi lo scoppio della Seconda Guerra d’Indipendenza, durante la quale le ferrovie contribuirono non poco al rapido spostamento verso est delle truppe franco-piemontesi. E proprio per favorire il rapido spostamento delle truppe nel luglio del 1859, in pochissimi giorni, fu steso un binario provvisorio che, costeggiando i bastioni, permetteva di collegare le due stazioni di Porta Nuova e Porta Tosa. Così i treni carichi di soldati e vettovaglie potevano direttamente proseguire dalla linea di Torino su quella di Venezia.

In soli due decenni, dal 1840 al 1860, la rete ferrovie italiane ebbe un discreto sviluppo, specie nell’Italia settentrionale, dove in particolare il governo sabaudo vide nelle ferrovie un elemento indispensabile al progresso economico ed alla emulazione delle altre nazioni europee. Non a caso fu il conte Cavour in persona che promosse e sostenne la costruzione della ferrovia Torino-Genova, terminata nel 1853, per la quale furono realizzate imponenti opere di ingegneria, fra cui la galleria dei Giovi (che allora era la più lunga al mondo).

Il treno cominciò a diventare un elemento molto significativo nella vita delle città e dei popoli, ed anche a Milano si sentì l’esigenza di una prima razionalizzazione di quello che era già stato realizzato.
Nel 1856 l’architetto Giambattista Bossi presentò il progetto di nuovo tracciato della linea per Treviglio-Venezia, proponendo di attestarla in una nuova stazione, alla Cerchia Interna del Naviglio, presso il Ponte di Porta Vittoria e al Verziere, prolungando gli esistenti binari oltre la stazione di Porta Tosa. Di questo progetto non se fece niente, ma rimase aperto il problema di una nuova stazione, che unificasse partenze ed arrivi di tutte le linee, e del luogo in cui costruirla. Alcuni volevano che sorgesse all’interno del Lazzaretto, cioè a nord-est, appena fuori le mura; altri, soprattutto i commercianti, ne proponevano più di una in zone diverse della città, e collegate tra loro da un servizio di tram a cavalli; altri, infine, ne proponevano una tra Porta Orientale e Porta Nuova, soluzione che richiedeva la costruzione di un enorme cavalcavia che attraversasse l’area del Lazzaretto e scavalcasse lo stradone di Loreto (l’attuale Corso Buenos Aires).

Il 12 settembre del 1857 venne posta con grande solennità, la prima pietra della nuova stazione, che avrebbe preso il nome di Stazione Centrale. Il completamento dei lavori richiese molti anni, abbastanza da vedere il passaggio di Milano nel regno d’Italia, e così il 10 maggio 1864 la Stazione Centrale, iniziata sotto gli austriaci, venne inaugurata dal re Vittorio Emanuele II.

Con la realizzazione della nuova Stazione Centrale, la ormai piccola stazione di Porta Nuova, vecchia solo di 10 anni, perse il traffico passeggeri e venne utilizzata solo per il traffico merci fino al 1º gennaio 1873, quindi fu dismessa e l’edificio adibito a sede della dogana ferroviaria. Attualmente ospita, come abbiamo visto un comando della Guardia di Finanza. Da qualche mese sono in corso i lavori per riqualificare la facciata, da pochi giorni una parte dell’edificio è stato completato.

Peccato che con il sopralzo effettuato sicuramente negli anni Quaranta, l’edificio della “stazione” abbia perso il carattere di edificio passeggeri, compresa l’orologio sopra l’ingresso centrale e la perdita anche delle persiane alle finestre, sostituite con le brutte tapparelle. Infatti passandoci dinanzi è difficile comprendere che questa sia stata per una ventina d’anni, una stazione ferroviaria.

Referenze immagini: Google, Milano Sparita, Gruber

Informazioni: Milano Sparita, StoriadiMilano .it, “Le Città nella Storia d’Italia” – Milano, Edizini la Terza 1982, Gabriele dell’Oglio

Porta Nuova, via MelchiorreGioia, Stazione Ferroviaria, Architettura, storia,

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

2 commenti su “Milano | Porta Nuova – L’ex stazione ferroviaria di via Melchiorre Gioia”

  1. Una precisazione. La stazione di Como del 1849 non coincide con Albate Camerlata (oggi PM Albate) ma si trovava a pochi passi da Piazza Camerlata tra le vie Canturina e Scalabrini. La sede ferroviaria tra il 1849 ed il 1876 coincideva con la via Scalabrini.
    Il fabbricato di stazione (modificato e sopraelevato) oggi ospita l’istituto religioso “Pessina”

    https://maps.app.goo.gl/GiRdt9RmDHiJmjHh8

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