“Grazie alla sensibilità di Esselunga, alla collaborazione del Municipio 3, all’impegno dell’Ufficio Arte pubblica del Comune e e alla volontà di tutto il quartiere, gli storici murales di largo Murani saranno preservati”. Lo annuncia l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, che spiega: “Un intervento di risanamento della facciata che li supporta, sostenuto da Esselunga, e un successivo restauro conservativo dei dipinti originali consentiranno infatti la sopravvivenza delle opere di street art che, da ormai più di cinquant’anni, contribuiscono a formare l’identità del quartiere. Un risultato raggiunto grazie all’impegno comune, con l’obiettivo di preservare la memoria storica degli abitanti della zona”.



I murales di largo Murani, in zona Città studi, risalgono agli anni Settanta e sono tra i primi comparsi a Milano. Rappresentano un capo indiano, una mucca che rimanda alla copertina di un album dei Pink Floyd, Jimi Hendrix con la chitarra e il simbolo del Sole che ride, pressoché sconosciuto in Italia in quel periodo. La notizia della necessità di abbattere il muro sui quali erano stati dipinti ha suscitato un’accorata richiesta da parte dei residenti della piazza, che hanno chiesto a gran voce all’Amministrazione comunale e ad Esselunga, che realizzerà lì a breve un nuovo store, di salvare i murales.





“Esselunga è un’azienda del territorio – ha dichiarato Roberto Selva, Chief Marketing & Customer Officer di Esselunga –. Siamo nati a Milano nel 1957 con l’apertura del primo supermercato in Italia in viale Regina Giovanna, proprio nel Municipio 3. Uno dei principi fondanti per l’azienda è la volontà di essere parte integrante della comunità contribuendo a creare valore per il nostro territorio. Abbiamo ascoltato la voce degli abitanti del quartiere e, benché l’edificio di largo Murani non sia di proprietà dell’azienda, abbiamo deciso di sostenere l’onere di straordinarie misure di risanamento che permettano di ottenere le necessarie omologazioni della struttura e al contempo di salvaguardare i murales presenti sulla facciata laterale dell’edificio”.
Caterina Antola, presidente del Municipio 3, ha commentato: “Sono felice dell’esito di questa vicenda che ha visto tante cittadine e cittadini del quartiere partecipi perché sinceramente legati a questi murales. Io stessa li ho visti nascere e non potevo consentire che venissero cancellati. Questo risultato è il frutto di un lavoro corale che mostra la maturità e sensibilità di tutti i soggetti coinvolti”.




Referenze immagini: Roberto Arsuffi
Ortica, Città Studi, Largo Murani, Degrado, Verde Pubblico, Arredo Urbano, via Strambio, via Inama, Via Arnò e Via Calzecchi, Supermercato,
É cattivo dire che sono davvero brutti? A volte le discussioni partite dai gruppi di Facebook degenerano…
Ormai a Milano sembra che i muri e pavimentazioni colorate più o meno “artisticamente” risolvano tutti i problemi di qualità urbana e dell’abitare. Ma davvero e’ ciò che chiedono tutti?
La Milano degli anni 20 del 21 secolo.
Immagino i nostri nipoti rovesciati per terra dalle risate quando un comico ci si farà cabaret sopra fra 30 anni. Come eravamo ….
Che palle gli sfigati che si devono lamentare di tutto. Vi faccio presente che il mantenere quei murales non modificherà il progetto dell’Esselunga. Perché fare i vecchi rincoglioniti che si lamentano di tutto?
Perchè li tengono solo perchè sono murales che risalgono ai tempi dei vecchi rincncoglioniti!!
A Milano si preservano muri e murales, mentre l’architettura si lascia in pasto alle Immobiliari. Boh
Gli sfigati che si lamentano di tutto sono proprio quelli che hanno rotto le palle per far si che l’Esselunga dovesse mantenere quei murales orrendi da centro sociale.
Per fortuna è tutto risolto, stanotte potrò dormire tranquillo sapendo che saranno salvati.
Ah, dimenticavo, fanno proprio cagare.
Possono non piacere, ma Esselunga di marketing ne capisce molto, ma molto!
Poi ci sono certi commentatori di questo blog, tutti architetti esperti e rinomati, intenditori di arte che possono sentenziare e giudicare.
State un po’ sereni… tanto si vota tra 4 anni.
è vergognoso che mantengano uno schifo del genere. la sciatteria delle favelas di buenos aires non è tanto orrenda
Disturbiamo dimore con una storia per costruire nuovi palazzi (brutti) e lottiamo per mantene i murales ?
Ottimo !
Diciamo che Esselunga è stata generosa.
Pur di tenersi buona l’amministrazione comunale, viste le difficoltà ad aprire nuovi supermercati in altre città, è stata disposta a pagare per salvare murales di nessun valore artistico.
La mucca di Atom Heart Mother ! Un pezzo della storia del quartiere