Milano | San Babila – Arriva The Core all’ombra del cupolone di San Carlo

Aprirà le sue porte a Milano la seconda casa di COREl’esclusivo club newyorchese fondato da Jennie e Dangene Enterprise. Per due anni le due imprenditrici americane hanno visitato spesso la città cercando di catturarne l’essenza e i suoi riti. Hanno così capito che proprio la città meneghina poteva essere il posto giusto per replicare il loro CORE:, aperto nel 2005 a New York, tra la Madison e Park Avenue. Il suo nome ha un doppio significato: core in inglese significa essenza, ma in dialetto siciliano è cuore, come ha spiegato Jennie Enterprise, originaria proprio della Sicilia.

La sede italiana aprirà in Corso Matteotti 14, in uno storico palazzo di 4000 metri quadrati. L’immobile, attualmente in fase di restauro da architetti milanesi (M2 Atelier), secondo i più alti standard di architettura e interior design, ha un cortile nascosto, e molteplici terrazze – una con sculture). All’interno, spazi segreti che possono aggiungere un’inedita dimensione al modo di vivere milanese, sia per i suoi soci che per i loro ospiti.

Qui di seguito le immagini del cantiere avviato da qualche settimana.

Progetto architettonico: Arch. Marco Bonelli – Arch. Marijana Radovic

Referenze immagini: The Core; Roberto Arsuffi

San Babilla, Quadrilatero, The Core, Corso Matteotti,

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

33 commenti su “Milano | San Babila – Arriva The Core all’ombra del cupolone di San Carlo”

  1. Si può far qualcosa per quello schifo che è Corso Matteotti?

    Trovo inconcepibile che in pieno centro ci sia un’autostrada come questa, con marciapiedi stretti e malmessi, con barriere architettoniche (attraversare al semaforo di San Babila per un disabile è impossibile, non ci sono discenderie ma solo gradini), auto parcheggiate, moto che sgasano e macchinoni di minus habens che vanno a parcheggiare in divieto nel quadrilatero.

    Rendiamo più attrattiva la città partendo dalle basi, la città va resa più pedonale e accogliente per tutti.

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    • Ho sentito che vogliono costruire un parcheggio in Matteotti profondo 15 piani. È quasi realtà cioè hanno già la scia del progetto.

      Milano centro è invasa da parcheggi, brutti vecchi e mal messi.
      Costruiscono proprio dove i parcheggi non dovrebbero esserci. L’idea non era quella di incrementare i parcheggi nella prima periferia per non portare le auto in centro ?

      Ricordo che nel pieno centro storico esistono parcheggi in: corsia dei servi, via Borgogna, via San Pietro all’orlo, piazza Diaz, parcheggio in corso Venezia , piazza Filippo Meda , via Chiaravalle.

      Perché non riqualificare questi che sono tremendi invece che costruire altri, creando buchi nel terreno antiestetici a 200 metri dal duomo ????

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      • No, per fortuna non c’è progetto di un parcheggio sotterraneo in Matteotti. Purtroppo c’è già quello di piazza Meda che fa arrivare in pieno centro le auto.

        C’è in costruzione un parcheggio sull’altro lato di San Babila, verso i cantieri della M4. Anche questo parcheggio è a dir poco stupido considerando la prossima apertura del metro. In centro non si deve arrivare in auto, a meno che non si sia completamente inabili a ogni altro genere di spostamento possibile, metro, tram, bici, piedi, sharing.

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  2. Ho letto alcuni articoli su Core club e sinceramente lì ho trovati più nebuloso di Andromeda. Qualcuno sa spiegare meglio cosa sia veramente Core e cosa ce ne facciamo dell’ennesima americanata in città?

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  3. Anonimo dellec14.22 una persona di 80 anni che abita in centro per spostarsi dovrebbe usare la bicicletta? Vi siete rimbambiti nel cervello…

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    • Una persona di 80 anni è auspicabile non farla proprio guidare. Ci sono mille alternative, se vive in città esistono i mezzi e i taxi. Possedere un’auto privata per usarla una volta a settimana o giù di lì è una scelta a dir poco assurda.

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    • Una persona di 80 anni con casa in centro prende il taxi. Oppure vende la casa in centro a Milano e, con i soldi, ne acquista 30 in centro a Caltanissetta. Per i vecchi ricchi una soluzione si trova sempre.

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