Milano | Vigentino – Torre andata a fuoco: i progetti delle archistar Scandurra, Boeri e Femia

Ad un anno esatto dal rogo, la Torre dei Moro, il grattacielo di 18 piani bruciato come una torcia per un incendio scaturito al 15° piano che si trova al Vigentino, si inizia a delineare il suo futuro. Nel maggio scorso avevamo potuto vedere i due progetti dagli architetti Stefano Boeri e Alfonso Femia, ora è stato affiancato anche il progetto dello Studio Scandurra.

Oggi, i residenti sfollati della torre, si riuniranno in assemblea per l’evento organizzato dal Municipio 5 negli spazi della scuola internazionale Ics School di viale Ortles. Questo per fare il punto della situazione in vista anche della presentazione della proposta progettuale donata (come le precedenti) dallo studio dell’architetto Alessandro Scandurra che sarà un’alternativa a quelle già visionate degli studi di Stefano Boeri e Alfonso Femia. A giorni si dovrebbe andare verso il deposito dell’avviso di conclusione delle indagini che coinvolge almeno una decina di indagati e che fa seguito al provvedimento giudiziario del marzo scorso che dispose il dissequestro dell’immobile essendo venute meno le esigenze probatorie e i pericoli di cedimenti strutturali. L’obiettivo fondamentale per i condomini è concordare con Reale Mutua il budget di ricostruzione. Alla riunione di viale Ortles sarà presente anche il Comune in veste dell’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, il quale assicura: “Farò tutto il possibile per accelerare i procedimenti di natura burocratica su cui possiamo intervenire“.

Come ha sottolineato al Corriere Scandurra: “La nostra idea parte dalla rivisitazione della Torre in relazione alla città: abbiamo pensato a un edificio più aperto alla metropoli in grado di instaurare un dialogo urbanistico nel quartiere in cui si trova Antonini. I balconi visti dal di fuori daranno il senso di un rapporto fra chi vive la Torre e chi la guarda dall’esterno“. Rispetto al budget che ad oggi non è ancora definito “abbiamo pensato a una modulabilità del progetto anche per tenere conto del fattore economico“, come ha detto Scandurra. “Il verde sui balconi sarà libero da vincoli architettonici e ripenseremo le parti più danneggiate, quelle alta della Torre e le ville in basso, riportandole alle condizioni originali tenendo conto della possibilità di ingrandire le parti finestrate“.

l progetto dello studio Stefano Boeri Architetti prevede la ristrutturazione (dopo le dovute bonifiche) della torre con delle facciate arricchite da piante in vaso che trasformino la struttura in una sorta di Bosco Verticale. In pratica i balconi, prima protetti dal rivestimento bianco che è stato la causa dell’incendio, saranno protetti da una fitta griglia di vegetazione, molto suggestivo.

Il progetto dello Studio Atelier(s) Alfonso Femia AF517, propone anch’esso una torre ricca di verde con piante in vaso lungo i balconi e l’ormai inconfondibile utilizzo delle piastrelle in ceramica cangiante segno dello studio d’architettura.

Le famiglie coinvolte nel disastro sono ottanta, con 34 minori, distribuite in 82 unità abitative, di cui 17 completamente distrutte e 16 gravemente compromesse. Attualmente 40 di queste famiglie hanno trovato alloggio sul mercato libero, 20 non hanno ancora una soluzione abitativa stabile, due sono ancora alloggiate presso un residence e altri da amici, mentre sono una ventina che hanno fatto domanda per le case di Comune e Regione. Non tutti i mutui sono stati sospesi all’indomani del disastro: «Solo dopo nove mesi tutte le banche li hanno sospesi, grazie all’intervento del prefetto», spiega il portavoce del comitato inquilini, Mirko Berti. In compenso, l’ondata di solidarietà ricevuta ha fatto sì che al 31 ottobre 2021 fossero stati distribuiti 187.572 euro: circa 2.400 euro a famiglia.

I progetti, assieme ad altri che eventualmente arriveranno, saranno valutati e scelti per fattibilità e estetica.

L’idea è quella di restituire la torre agli inquilini entro le Olimpiadi Invernali del 2026, vista la vicinanza con lo Scalo Romana dove saranno presenti gli alloggi per l’evento olimpico.

Qui di seguito alcune immagini durante il rogo dello scorso anno.

La Torre dei Moro (nome preso dalla società costruttrice: Moro Costruzioni S.p.A.) fa parte di un intervento edilizio completato nel 2011. Si tratta di 3.100 metri cubi quadrati di superficie produttiva, 2.700 di commerciale e uffici oltre a 3.700 metri quadrati di appartamenti sviluppati in una torre di 18 piani.

L’architettura della torre aveva una morfologia particolare. Infatti, ad una struttura interna a parallelepipedo erano state montate le facciate ricurve su un telaio che nascondeva i balconi e che ne caratterizzavano la forma. Due vele di un candido bianco e segnate dal taglio orizzontale dei 16 piani (due sono alla base ma non inglobati nelle due vele) per un altezza di circa 60 metri.

Referenze immagini: Google, Corriere della Sera, Funpage, Roberto Arsuffi, Stefano Boeri Architetti, Atelier(s) Alfonso Femia AF517, Alessandro Scandurra

Info: Corriere della Sera

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

14 commenti su “Milano | Vigentino – Torre andata a fuoco: i progetti delle archistar Scandurra, Boeri e Femia”

  1. A me Fernia al di là del rendering non dispiace, ma in realtà son tutte e tre proposte tristarelle. Tipo fatte per andare sui giornali e farsi pubblicità ma niente più

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  2. Complimenti per il testo: siete riusciti ad inventare una nuova unità di misura, il metro cubo quadrato! Boh! Le proposte sono tutte e tre inguardabili.

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  3. mi accodo a tutti i commenti pubblicati ed aggiungo che forse la cosa migliore è demolire quello che è rimasto (la storia insegna).

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  4. Per me Boeri, ottimo divulgatore, ha avuto un’idea geniale nel “bosco verticale” perché oltre ai motivi ecologici ha reso “friendly” la tipologia del grattacielo residenziale sull’esempio dei grandi architetti milanesi del Novecento. Poi nonostante la fama acquisita ha ripetuto questa soluzione nei suoi progetti pedissequamente, come in questo caso. Anche il concept di Femia, seppur previsto con ricchezza dei materiali sulle facciate, sembra insignificante. Quello di Scandurra, che non ha mai realizzato residenze davvero memorabili, poteva essere riuscito se non avesse ecceduto nel formalismo. Trovo incomprensibile e superflua la profonda partitura esterna del reticolato metallico alla base dei balconi. In questo dettaglio le case milanesi di Degli Esposti, pur sempre ancora un pò formaliste, sono più convincenti.

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