Milano | Curiosità – Le regioni d’Italia nella toponomastica milanese

Vi siete mai posti la domanda (sempre che non abbiate di meglio a cui pensare) se a Milano tutte le regioni d’Italia abbiano o meno un luogo a loro dedicato? Un viale, una piazza o una via? Noi ce lo siamo posto e abbiamo scoperto alcune clamorose pecche o mancanze, un po’ come il famoso fatto che a Milano non ci sia una via dedicata alla Capitale: Roma.

Naturalmente la toponomastica ha considerato nomi di personaggi illustri (Alessandro Manzoni, Giacomo Leopardi, Giorgio Washington), di battaglie con date e luoghi (Monte Nero, Bligny, 5 Giornate, Argonne), di città nazionali e internazionali (Napoli, Cremona, Montevideo, Rio de Janeiro), ma anche di santi e sante (Sant’Ambrogio, Santa Sofia, Santa Maria del Carmine) e naturalmente anche di regioni italiane.

Nel Regno d’Italia, vi erano solo divisioni amministrative in comuni e province (i mandamenti furono soppressi nel 1923, i circondari nel 1927), ma non esistevano ancora le regioni come enti territoriali (esse infatti nacquero con la Costituzione della Repubblica italiana del Secondo dopoguerra). Già nella seconda metà dell’Ottocento, però, Pietro Maestri (medico, statistico e patriota italiano) raggruppò, a fini statistici, le province in “circoscrizioni territoriali” o “compartimenti”, i quali erano i precursori delle odierne regioni italiane. I compartimenti non erano, però, altro se non suddivisioni geografiche a fini statistici, prive di governo o amministrazione. Il termine “regione” come sostituto del termine compartimento si avrà per la prima volta nell’Annuario statistico italiano del 1912. I “compartimenti statistici” definiti da Pietro Maestri avevano una partizione che si mantenne pressoché immutata nelle delimitazione delle “regioni” del Secondo dopoguerra, tanto che risulta difficile notare differenze tra i compartimenti del 1870 e le odierne regioni (fatta eccezione per i territori non ancora annessi).

L’Italia introdusse le regioni nel suo ordinamento giuridico con la Costituzione della Repubblica Italiana, entrata in vigore il 1º gennaio 1948.

Il Friuli e la Venezia Giulia vennero accorpati nella regione Friuli-Venezia Giulia e l’Abruzzo e il Molise accorpati nella regione Abruzzi e Molise. Nel 1963 la regione Abruzzi e Molise venne di nuovo scorporata nelle due regioni Abruzzo e Molise portando a 20 il numero attuale delle regioni.

Questo breve riepilogo storico che abbiamo riportato serve per darvi una spiegazione della collocazione di alcuni nomi di luoghi milanesi dedicati alle 20 regioni italiane sparsi senza senso in giro per la città.

Infatti sono tutti presenti nella fascia di città realizzata dopo il 1900/1920, per intenderci non distanti dalla circonvallazione.

Naturalmente le prime regioni ad ottenere un posto nella toponomastica cittadina sono state quelle appartenenti ai territori sabaudi, Piemonte e Sardegna, piazza la prima e una via la seconda, aperte all’inizio del 1900, assieme a piazza Sicilia, tutte posizionate nel nuovo territorio in espansione di Porta Vercellina. Seguite anche da viale Umbria a Porta Romana, che divenne il primo dei grandi viali creati per la grande via di circonvallazione. Segui nel 1910 circa, la denominazione alla Lombardia del lunghissimo viale che si stava delineando a Est del capoluogo lombardo e che andava dall’attuale piazzale Durante (all’epoca Rottole) all’attuale piazzale Cuoco. Nello stesso periodo anche la Toscana ottenne un posto nella toponomastica cittadina, così come il Lazio. Nel frattempo vennero dati nomi dei piccoli territori ad alcune vie come Brianza, Cadore, Monferrato, ecc… Intorno al 1915 arrivò il turno per Viale Abruzzi (al plurale perché includeva anche il Molise) sempre nella zona Est di Milano (Loreto e Città Studi) e viale Marche alla Maggiolina. Negli anni Venti, mentre la città iniziava a delineare sempre meglio i quartieri lungo la circonvallazione, comparve l’Emilia nella piccola piazzetta di Porta Vittoria, viale Liguria in zona San Cristoforo/Barona, ma anche la Calabria a Derganino e il Friuli a Porta Romana. Finalmente verso gli anni Trenta il lungo viale Lombardia venne spezzettato, assumendo i nomi di viale Romagna, viale Campania, viale Molise, viale Puglia e viale Basilicata (che negli anni Cinquanta cambiò in Lucania). Nel dopoguerra venne dedicata una via alla Ghisolfa ad Aosta città, ma potremmo considerarla anche come regione (per giunta Aosta è contenuta anche nel nome di piazza Duca d’Aosta in Centrale).

E il Veneto e il Trentino Alto Adige?

Per il Veneto, il fatto di aver dedicato un’importante viale a Vittorio Veneto (Porta Venezia), luogo di un’importante battaglia della I Guerra Mondiale, ha reso impossibile un’intitolazione (almeno per ora) che riportasse lo stesso nome, anche per evitare possibili confusioni.

Per il Trentino Alto Adige dobbiamo fare un arzigogolato giro per ottenere una dedica un po’ vaga. Esiste infatti, una piccola via nella zona di via Stephenson a Roserio, via Tridentina, dedicata alla brigata Tridentina a sua volta nominata in onore delle Alpi Tridentine, la sezione mediana delle Alpi Orientali, compresa tra i passi di Resia e di Monte Croce. Sempre nella stessa zona troviamo anche la Via Privata Venezia Giulia, che completa la regione del Friuli.

Insomma, peccato che per alcune regioni ancora oggi si debba optare a queste elaborate soluzioni per includerle nella toponomastica milanese.

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Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Google

Info: gli amici di Skyscrapercity, “Le Strade di Milano” Newton Peridici 1991

Toponomastica, Strade, vie, Regioni,

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9 commenti su “Milano | Curiosità – Le regioni d’Italia nella toponomastica milanese”

  1. La creazione degli enti di governo regionali è stato il più grande spreco economico e burocratico dall’unità d’Italia, oltre al più grande attentato al concetto stesso d’unità: un enorme moltiplicazione di politici con competenze amministrative incerte.
    Recentemente poi, vista la bella esperienza delle regioni a statuto autonomo anche l’occasione per inculcare nella testa dei cercatori di colpevoli (e di autoassoluzioni) il fatto che non siamo italiani ma veneti, toscani, pugliesi etc etc che vivono insieme per pura miopia storica.

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  2. Leggo su http://www.lagobba.it/?p=1062 che il corso di Porta Romana fu ridenominato “corso Roma” a seguito del decreto fascista del 1931, secondo il quale ogni comune italiano avrebbe dovuto dedicare la propria via principale a Roma. A Milano, che non ha una vera e propria via “principale”, la scelta ricadde per logica e continuità su corso di Porta Romana. Sarebbe interessante sapere le date esatte dei due cambi di denominazione.

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