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Milano | Porta Monforte – Cantiere M4 Tricolore: febbraio 2023

Aggiornamento di fine febbraio 2023 dal cantiere per il ripristino dell’arredo urbano nell’area utilizzata dal cantiere per la stazione M4 di Tricolore, nell’omonima piazza di Porta Monforte. Come ormai ben sappiamo, la stazione Tricolore e la stazione di San Babila quest’autunno saranno le prossime ad essere aperte per collegare la linea Blu con la linea Rossa e dare un senso alla presenza della nuova linea della metropolitana.

Così, in piazza Tricolore e Corso Concordia sono in corso i lavori per il ripristino in superficie dell’arredo urbano.

Ci chiediamo: perché per l’arredo urbano di piazza Tricolore e Corso Concordia siano state eliminate le aiuole e al loro posto c’è una distesa di lastricato in pietra dove spuntano gli alberi?

Qui corso Concordia in fase di ripristino con rimozione delle strutture utilizzate per il cantiere M4.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

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Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

Milanese doc. Appassionato di architettura, urbanistica e arte. Nel 2008, insieme ad altri appassionati di architettura e temi urbani, fonda Urbanfile una sorta di archivio architettonico basato sul contributo del web e che in pochissimo tempo ha saputo ritagliarsi un certo interesse tra i media e le istituzioni. Con l’affermarsi dei Social Network, che richiedono sempre una maggiore velocità di aggiornamento, Urbanfile è stato affiancato da un blog che giornalmente segue la vita di Milano e di altre città italiane raccontandone pregi, difetti e aggiungendo di tanto in tanto alcuni spunti di proposta e riflessione.


29 thoughts on “Milano | Porta Monforte – Cantiere M4 Tricolore: febbraio 2023

  1. Paolopgl

    Una spianata , e si risparmia su taglio erba.
    Che miseria e che tristezza pensarla cosi.

    Non si potevano fare Almeno vasche sopraelevate con panchecattorne se esistevano problemi tecnici ad ora ignoti?

    Evviva i 50 gradi con riverbero estivo

  2. Anonimo

    La stazione avrebbero dovuto chiamarla Porta Monforte, questo nome sarà purtroppo presto dimenticato e perderemo cosi un altro pezzo di memoria cittadina. Si sa che i quartieri intorno alle stazioni della metro tendono con il tempo ad assumerne il nome.

    1. Anonimo

      Ma su quei camini non si poteva intervenire con un idea più decente?
      Ma quantomeno spero saranno coperti da un rampicante !!!!!!!!!!!!!!!!

    2. Anonimo

      concordo, così come Porta Venezia si chiama Porta Venezia e non Oberdan.

      Io proporrei anche di ribattezzare Gioia M2 in Porta Nuova

    1. Anonimo

      E delle coperture delle uscite ne vogliamo parlare?

      resteranno negli annali del design italiano come esempio di come NON si progetta un manufatto in uno spazio pubblico.

      L’illuminotecnica è uno storico tasto dolente (fra i tanti) dell’arredo urbano milanese.

      La domanda ricorrente è: possibile che tra Comune, A2A, progettisti, M4, non ci sia nessuno con un minimo di visione? O davvero il budget era così risicato che ci si è dovuti accontentare di un modello più standard dello standard?

      1. Artemio

        Ma se non hanno i soldi per verniciare i pali dei semafori che normalmente a MI erano gialli mentre ormai da anni vengono lasciati così come sono. Il design a Milano è ovunque 😂

        1. Anonimo

          Grazie a Dio non pitturano più i semafori di giallo, era una tamarrata.
          Almeno il colore zincato si dissimula vagamente meglio

  3. Anonimo

    Autunno? Spero sia un errore di battitura . Si è detto Giugno (l’hanno riconfermato anche 10 giorni fa) che è cmq già molto in ritardo come data. Basta rinvii per un opera che doveva aprire ad Expo!! Sull’arredo urbano (o il palo nel mezzo del piccolo marciapiede, foto 24) sorvoliamo, del resto siamo nella capitale del Dessaing

    1. Lorenzo Lamas

      Ma c’è qualcuno che nonostante la sparata su giugno vedendo le foto crede veramente a questa data? con i ritmi da bradipo nei lavori in generale, e per la m4 in particolare, è verosimile fine anno. infatti non a caso qualcuno ha iniziato a buttarla in caciara e ha sparato un fine anno (se ricordo bene, letto qui su UF).

    1. _

      La spianata di dissuasori fa schifo.
      Gli spazi pubblici si progettano in modo che le auto non possano invaderli ma senza doverli riempire di birilli di acciaio inox per forza….

        1. Anonimo

          Ovvio che ci metteranno i dissuasori.

          Ciò non toglie che facciano schifo
          E che sia un progetto da anni 90 e non da 2023

  4. Giacomo

    Il livello di qualità architettonica degli ingressi della metropolitana, ed immagino lo standard sarà il medesimo per le stazioni, è poco migliore rispetto alla Lilla.
    Neanche a Bucarest negli anni 70 si raggiungevano livelli così bassi.
    Meno male che siamo la capitale della moda e del design!
    Rispetto alla linea 1 di Franco Albini abbiamo fatto enormi passi indietro.
    Spendiamo miliardi e questo è il risultato facendo fare i progetti solo alle società di ingegneria.

    1. Anonimo

      Pienamente d’accordo.
      La linea rossa doveva essere tutelata e casomai aggiornata solo nelle pavimentazioni con materiali meno deteriorabili.
      La verde con l’aggiornamento di alcune stazioni prova dare un’immagine propria che andrebbe estesa a tutta la linea.
      La gialla nasceva già con un’estetica forte grazie agli sperperi di tangentopoli, ma almeno qualcosa è rimasto.
      Poi dal passante in poi tutto è andato a belle bambine: l’obbrobrio al potere

  5. Anonimo

    Gli accessi per la ciclabile sempre ottimo e non pericolosi.
    Mi chiedo se il progettista di questo percorso che va da viale argonne fino piazza tricolore sia mai andato in bicicletta

    1. Anonimo

      Un’altra isola di calore di cui poi lamentarsi e poi promuovere studi e dibattiti per contrastarne l’effetto e poi stanziare fondi per rigenerare lo spiazzo, creare un’isola ambientale in cui magari coltivare il grano da parte dei cittadini ovviamente contenti di dover deviare in piazza 5 giornate per andare in centro in monopattino lasciando le loro auto elettriche a caricarsi in corso concordia.
      Saremo tutti felici e con la coscienza a posto di poter offrire alla next generation di potersi fare le cannə indisturbati.
      Il piano B della giunta salah? Via la pietra, pedonalizzare tutto (tanto c’è la M4) e giù il calcestre dappertutto, che domande.

    1. Anonimo

      Vero ma siamo pratici: le piccole aiuole del progetto sarebbero diventate dei pisciatoi per cani.
      Forse è meglio così almeno c’è un posto per parcheggiare lo scooter.

  6. Enrico

    Da conoscere il progettista del percorso ciclabile. sulla tratta da viale argonne fino piazza tricolore gli accessi ai vari incroci sono uno peggio dell’altro, sapere se è mai andato in bicicletta o solo disegno su autocad

  7. Anonimo

    Considerando la zona e il fatto che le aiuole presenti in piazza (tipo quelle dove c’è la fontana) sono pisciatoi per alcuni ospiti dell’opera di san Francesco forse è meglio questa soluzione, gli alberi ci sono lo stesso almeno.
    Poi va beh, il progetto non è ancora finito e già ci si lamenta a priori per qualsiasi aspetto. Una popolazione di disagiati incapace di tenere insieme la loro vita personale ma casualmente sanno tutto di ingegneria e progettazione.

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