Milano | Castello – Cantiere riqualificazione piazza e via Beltrami: maggio 2023

Aggiornamento fotografico di fine maggio dal cantiere di Piazza Castello, dove è in corso la riqualificazione della piazza e di via Beltrami (la via che unisce largo Cairoli con piazza Castello).

L’intervento per la riqualificazione di piazza Castello, uno dei luoghi-simbolo della città, prevede la sistemazione delle aree di via Lanza e via Beltrami, con la pavimentazione in granito bianco di Montorfano. Inoltre, prevede tre nuovi filari di alberi da piantare ai lati della piazza e la riqualificazione dei viali che la collegano a Foro Bonaparte, con l’asfalto che lascerà posto al calcestre. Progetto vinto nel febbraio 2017dagli architetti Genuizzi, Strambio, Banal e Ragazzo. Tempo previsto: circa 500 giorni.

I lavori dovevano concludersi a fine 2021, ma pandemia e altri problemi, come il ritrovamento delle fondamenta (comunque già previsti) hanno rallentato l’avvio del cantiere prima e il successivo svolgimento. LA conclusione dei lavori comunque ora pare prevista per il prossimo autunno, sicuramente entro l’anno. 

Qui il progetto definitivo con le modifiche richieste della Sovrintendenza.

Mentre il lato Nord-Est della piazza è stato praticamente completato, ora i lavori sono concentrati nel restate tratto che va dal davanti del Castello e di via Beltrami verso piazzale Cadorna.

Qui di seguito le immagini del tratto già completato e aperto al passaggio pubblico. Dobbiamo dire che l’effetto ci piace. Il calcestre posato a terra fa ricordare i giardini alla francese.

Ora è in fase di sistemazione anche l’attraversamento della piazza verso via Quintino Sella.

Referenze imamignI: Roberto Arsuffi

Castello, Riqualificazione, Largo Cairoli, Via Beltrami, Arredo urbano, Foro Bonaparte, Piazza Castello, Castello Sforzesco

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

31 commenti su “Milano | Castello – Cantiere riqualificazione piazza e via Beltrami: maggio 2023”

  1. Purtroppo come prevedibile i tappeti erbosi appena posati, in assenza di cancellate attorno le aree verdi, sono stati presi di mira e utilizzati come aree campeggio/sosta selvaggia. Quel verde non arriverà nemmeno ad agosto. Avanti così

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  2. Bello. Mancano solo semafori e lampioni di colore NERO. In tutti i centri storici( Parigi, Madrid, Londra, Berlino, New York, Vienna,Firenze)e contesti monumentali si adotta quella tonalità perché la più indicata a non risaltare a livello paesaggistico. A Milano sembra utopia. Lasciamo perdere i modelli dei lampioni stile svincolo autostradale davanti al Castello…

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  3. Il progetto è dignitoso (più di così non mi sbilancerei…) ma come al solito a Milano, ci perdiamo nei dettagli e l’arredo urbano è orrido come sempre.

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  4. L’ aspetto positivo c’è: il prato all’ inglese attorno al castello, con l’ erba ben irrigata, da un idea di città centroeuropea e non di maghreb, cosa che invece viene subito in mente quando si inizia la salitina verso la torre del Filarete; sabbia e scarpe poco stabili su un fondo sdrucciolevole; uno squallore totale;
    sono perfino venuti a fare un consulto-studio gli esperti di pozzanghere, per capire come mai sulla terra battuta (calcestre…) quando piove si formano le, appunto, pozzangherone, banale ma non strambo, direi che lo capirebbe un ragazzo delle elementari, che neppure sia un geniuzzo.

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  5. Solo a Milano si distruggono alcune centinaia di metri di ciclabile, esistente e ben frequentata, per questa messinscena.

    Completa di incompetenti che scelgono il calcestre senza neppure conoscere il materiale.

    e come diceva Totò: io pago!

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    • > si distruggono alcune centinaia di metri di ciclabile, esistente e ben
      > frequentata, per questa messinscena
      Pensiamo al tempo e ai soldi che hanno speso per fare quel tratto e ora? Tirato su tutto!

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  6. Ma avere idea di come sarà passeggiare sul CALCESTRE a Luglio o Agosto?

    Un’idea talmente demenziale che le immagini parlano da sole.

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  7. L’effetto “parco alla francese” ovvero settecentesco per carità non è brutto. C’entra poco con il verde “all’inglese” di parco Sempione e con i prospetti del tutto ottocenteschi della piazza, ma vabbè. Diciamo invece che ignora totalmente l’idea originaria dell’Antolini del “Foro”: ovvero di una nuova piazza laica che raddoppiasse la centralità di piazza Duomo. Questa idea con un progetto come questo si è persa del tutto. Ma certo la colpa è anche del bando di concorso, che imponeva di ignorare il ruolo del Castello (mentre invece è del tutto evidente il riferimento al sistema del Louvre-Tuileries-Champs Elysées- Arc de Triomphe…). Va be’, magari fra un centinaio di anni la riprogetteranno correttamente (mai disperare)

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  8. Non viviamo in un mondo perfetto, anche a me il calcestre non convince e i lampioni non piacciono, ma ho un ricordo nitido di cos’era quel posto prima della pedonalizzazione, era una bruttissima autostrada rumorosa e puzzolente.

    La trasformazione ha dell’incredibile e andrebbe replicata (con materiali diversi) anche altrove, per esempio nella non lontana via Carducci che è enormemente sbilanciata in favore del transito delle auto, in via Larga, in piazza Diaz, in Corso Venezia, tutti posti in cui le auto dovrebbero cedere spazio per far tornare la gente.

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    • In nord Europa le strade le ripensano così:

      https://www.instagram.com/p/Cs0WJvVN5Ij/

      Ci guadagnano tutti: tutti i cittadini hanno più verde, l’ambiente migliora, i ciclisti hanno spazio, i pedoni hanno ancora più spazio, gli automobilisti passano ugualmente e la velocità media dei loro spostamenti è pure più alta perché le auto calano (ci sarà chi sceglierà di muoversi di più a piedi o in bici, senza auto). Noi siamo ancora agli stradoni spianati d’asfalto per le sole automobili.

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      • Pare un’autostrada, chi abita in quelle case appena mette il naso fuori rischia di essere investito da un ciclista, se deve attraversare la strada dovrà fare qualche chilometro prima di trovare un pertugio del recinto, si capisce perchè nei favolosi paesi del nord hanno la più alta percentuale di suicidi.

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        • Ahahhahahahahahhahahahhahahaggaggagaggagaghahahahahhagahaggagagahgahahahahahhaha.

          Che neandherthal sottosviluppato nel cervello che sei…

          Ma dove vivi?

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          • Probabilmente Neanderthal aveva il cevello più sviluppato di uno che posta
            Ahahhahahahahahhahahahhahahaggaggagaggagaghahahahahhagahaggagagahgahahahahahhaha.

          • Cmq sei giustificato visto che hanno scoperto che i neandherthal non si sono estinti ma si sono mischiati e nascosti insieme ai sapiens..

            Tu sei uno di quelli vero?
            Solo un neandherthal può vedere un video di utrecht e gridare allo scandalo..

            Attenti ai neandherthal tra noi.

    • Il ragionamento (adesso è meglio di prima) appare a prima vista accattivante, ma a mio parere non è corretto. La proposta di eliminare le auto e rendere piazza Castello pedonale credo sia stata formulata recentemente in occasione dei piani particolareggiati del traffico nel 2002 e poi ripresa dall’assessore Maran ai tempi della giunta Pisapia. Onore al merito. Poi c’è l’ultimo arrivato che deve decidere sui lampioni o i paracarri e fa una cosa mediocre. Eh ma sì, comunque rispetto alle auto di prima è meglio. In questo modo però l’operato di chi fa i progetti definitivi diventa insindacabile, avrebbero comunque ragione. Distinguiamo quindi meriti e responsabilità: di chi ha avuto l’idea, di chi l’ha portata avanti, e di chi ha deciso i materiali finali. Credo che una critica (se fondata) all’operato di quest’ultimo sia possibile farla, senza vanificare la valutazione complessiva dell’intervento. Giusto?

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    • Il ragionamento (che adesso è meglio di prima) appare a prima vista accattivante, ma a mio parere non è corretto. La proposta di eliminare le auto e rendere piazza Castello pedonale credo sia stata formulata recentemente in occasione dei piani particolareggiati del traffico nel 2002 e poi ripresa dall’assessore Maran ai tempi della giunta Pisapia. Onore al merito. Poi c’è l’ultimo arrivato che deve decidere sui lampioni o i paracarri e fa una cosa mediocre. Eh ma sì, si dice, comunque rispetto alle auto di prima è meglio. In questo modo però l’operato di chi fa i progetti definitivi diventa insindacabile, avrebbero comunque ragione. Distinguiamo quindi meriti e responsabilità: di chi ha avuto l’idea, di chi l’ha portata avanti, e di chi ha deciso i materiali finali. Credo che una critica (se fondata) all’operato di quest’ultimo sia possibile farla, senza vanificare la valutazione complessiva dell’intervento. Giusto?

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