Milano | Porta Vittoria – Donizetti 20: un azzardo architettonico

Nella stupenda via Donizetti che attraversa i distretti di Porta Vittoria e Porta Monforte (collega proprio Corso di Porta Vittoria con Corso Monforte), ricca di palazzi signorili dalle varie architetture che coprono tutto il Novecento (dal palazzo Liberty di Casa Paderni al civico 14-16 del 1905 al grattacielo di via Mascagni 24 e realizzata da Alessandro Rimini nel 1951).

Tra queste eleganti palazzine, quasi tutte abbastanza basse, di 2/4 piani, si trova l’edificio di via Donizetti 20, già sede del Consolato Generale dei Paesi Bassi e di prestigiosi studi professionali. Realizzato anch’esso nel promo decennio del Novecento in stile neo-barocchetto e composto da due piani più il piano terreno. La facciata, abbastanza spoglia e semplice, è arricchita dalle aperture, cinque per piano. Deliziosi balconcini barocchi accoppiati ai lati e uno più ampio al centro disegnano il primo piano, mentre finestre semplici le troviamo ai lati del secondo piano. Al centro del secondo piano spicca l’altro balcone neo-barocchetto che adorna la finestre tripartita (anche al piano terra troviamo l’altra finestra tripartita).

La palazzina, probabilmente negli anni Sessanta o Settanta ha subito un grande ampliamento, con un sopralzo di due piani e un terrazzo sul tetto. Un sopralzo tra i peggiori esteticamente mai realizzati a Milano (e ce ne sono di brutti).

L’immobile sarà presto oggetto di un radicale intervento di risanamento con nuova edificazione compresa l’edificazione di un piano interrato. Verranno ricavati appartamenti con generose metrature, dotati di ampi affacci ed autorimesse private, giardino interno, piscine, palestra e spa, l tutto per circa 3000 mq.

Il progetto è un investimento di Mael spa, mentre il Project Management e la Commercializzazione è curata da AM65. La progettazione dell’intervento è curata dallo studio DFA & Partners, famoso per begli interventi di architetture anche storiche e ricostruzioni in stile, come per Chiostro di via Vico, il Washington Building, Horti e Forrest in Town.

In questo caso, dobbiamo dire a nostro parere, forse, hanno esagerato. Probabilmente la richiesta di realizzare più piani nel corpo originario dell’edificio ha prodotto un risultato che troviamo azzardato. Come sempre, l’intervento in progetto nella parte alta dell’edificio ci piace molto, ma la perdita dei balconcini neo-barocchi, tutti, e l’inserimento delle nuove finestrature che si inseriscono in maniera prepotente nella facciata risultando anche sfasate, non ci convincono per niente. Forse avremmo preferito una parte inferiore intatta e restaurata con la parte superiore come da progetto.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi; DFA & Partners

Porta Vittoria, via Donizetti Porta Vittoria, Porta Monforte, Corso di Porta Vittoria, Corso Monforte, DFA & Partners, riqualificazione

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

24 commenti su “Milano | Porta Vittoria – Donizetti 20: un azzardo architettonico”

  1. Sulla facciata storica di due piani gliene hanno autorizzati tre… non vedo come altro potessero fare.
    Viene fuori una cosa bizzarra ma in fondo date le premesse è meglio della ruspa.

    Rispondi
    • Io invece credo che se proprio non si possono non autorizzare certe cose (leggasi obbrobri) sia meglio demolire e rifare.
      Le finestre antiche semimurate e quelle nuove sporgenti sono talmente brutte e abbruttenti che tanto vale rifare tutto da capo (che magari viene almeno omogeneo)…

      Rispondi
  2. Già il sopralzo precedente sembra un azzardo. Questo progetto evidenzia la confusione e la mancanza di un’idea creativa, con la “scorciatoia” , ormai di moda, di riempire la facciata con del “verde babilonese”.

    Rispondi
    • Chissà se i rendering strapieni di verde e al tramonto di sera di primavera sono gli stessi che vengono presentati alla Commissione Paesaggio.

      O se la Commissione, per rispetto di se stessa e dei suoi compiti, pretende rendering senza abbellimenti farlocchi.

      Caso diverso è se il verde è parte del progetto architettonico, progettato e realizzato dal costruttore prima della consegna e inserito a rogito come elemento da mantenere a cura del proprietario/condominio.
      Ma quante volte è veramente così??

      Rispondi
  3. Poteva anche essere una bella idea se si fosse trattato di recuperare un edificio fatiscente e abbandonato da far rivivere da zero… così è uno scempio motivato solo dal desiderio di fare più piccioli con le “generose metrature”

    Rispondi
  4. Un obbrobrio, e non è l’unico purtroppo a Milano ultimamente. Ma la soprintemdenza che ci sta a fare? Le finestre sfalsate sono un obbrobrio. La facciata andava preservata.

    Rispondi
  5. Forse la soluzione è nominare i membri della Commissione Paesaggio per sorteggio tra gli Architetti, come si fa con i Giudici Popolari.

    Come è adesso non sembra funzionare molto.

    Rispondi
  6. Innanzi tutto i più sentiti complimenti a Roberto Arsuffi e all’equipe degli Appassionati per il sito e il blog.
    Complimenti alla Commissione Paesaggio e Sovrintendenza per l’approvazione del Progetto, grande coraggio!
    Forse gli Uffici Pubblici che hanno approvato questa ‘azzardata’ idea preferiscono recuperare il costruito e trasformalo in abitazioni per il terzo millennio anziché occupare nuovi suoli con cemento armato (Boschi verticali Sic!).

    Rispondi
  7. Un altro orribile rimaneggiamento di uno precedente discutibile. Ma il Comune non si oppone mai agli scempi architettonici? Si pensa solo a far cassa?

    Rispondi
  8. Mi permettete una certa trivialità? Eh si, davanti a certe cose che si deve dire? Che agli architetti piace sputtanare, perchè…completate voi.

    Rispondi
  9. Che orrore! Ma come si può deturpare così una facciata storica!? Già il sopralzo degli anni ’60/’70 è orrendo ma con questo nuovo intervento si va decisamente a peggiorare la situazione.
    Adesso basta! Sono già troppi i casi di scempio della storia di cui Milano recentemente purtroppo ne è protagonista.
    Bisogna fermare questo ennesimo scempio.

    Rispondi
  10. Purtroppo l’edificio ha avuto una storia travagliata. Passata x sofferenze bancarie,l su parte dell’immobile, vendita di crediti e la difficoltà di vendita e ristrutturazione dell’immobile dovuta al consolato inquilino con relativi problemi legali. Dopo anni ne sono beniti a capo e questo è il risultato. Dove non si capisce la commissione urbanistica sinistrorsa cosa ci stia a fare. Boh ………

    Rispondi
  11. A noi la paesistica ha fatto rifare il progetto #helix considerando che abbiamo vinto il premio internazionale come uno dei migliori progetti al mondo del 2022, e qui muti??!!!?!

    Rispondi
    • Mi vergogno per avere dei colleghi professionisti messi così male da dover accettare di fare questi obbrobri pur di non perdere il cliente.

      Rispondi
  12. Non preservare la facciata originaria è una pugnalata al cuore.
    Ma chi dovrebbe controllare dove sta ? l’importante e fare M2 ? allora buttate giù e rifate no?

    Rispondi

Lascia un commento