Si è tenuta mercoledì 7 giugno 2023 la cerimonia di intitolazione del boulevard all’intenro del nuovo quartiere di SeiMilano a Bianca Ceva – critica letteraria, traduttrice, docente italiana e partigiana – presenti alla cerimonia c’erano: l’Assessore alla Cultura-Tommaso Sacchi, il Presidente del Municipio 6 Santo Minniti, del Direttore Tecnico di Borio Mangiarotti e membro del CDA Regina De Albertis, del Direttore Fund Management di Prelios SGR Alessandro Busci e delle signore Elena e Juanita Ceva, parenti di Bianca Ceva.
La cerimonia si è tenuta nel cuore di SeiMilano sito nel distretto di Sella Nuova, tra le vie Calchi Taeggi e Bisceglie. Bianca Ceva, docente e partigiana durante la Guerra di Liberazione dal nazifascismo, nata a Pavia nel 1897 e morta a Carate Brianza nel 1982.
Il progetto SeiMilano, ancora da completare, è a firma dello studio Studio Mario Cucinella Architects (MCA), e prevede la realizzazione di circa 1000 residenze, in edilizia libera e convenzionata, 30.000 mq di uffici e circa 10.000 mq di funzioni commerciali. Il nuovo parco pubblico di oltre 16 ettari, sarà progettato dal paesaggista Michel Desvigne. Lo sviluppo è frutto della partnership tra Borio Mangiarotti e Värde Partners.
Bianca Ceva. Laureata in Lettere all’Università degli studi di Pavia e in seguito anche in Filosofia, ebbe modo di frequentare intellettuali antifascisti come Benedetto Croce, Tommaso Gallarati Scotti, Francesco Flora e Umberto Zanotti Bianco. Si dedicò all’insegnamento al Liceo Beccaria di Milano sino al 1931 quando venne espulsa dalla docenza perché antifascista aderente al movimento politico Giustizia e Libertà di cui il fratello Umberto, suicidatosi in carcere nel 1930, era stato fondatore e militante con Ferruccio Parri, Riccardo Bauer ed Ernesto Rossi.
Continuò a lavorare alla Pinacoteca di Brera e a opporsi al regime fascista iscrivendosi al Partito d’azione.
Dopo la caduta di Mussolini riprese nell’agosto del 1943 a insegnare al Liceo Beccaria, che lasciò per entrare attivamente nella Resistenza. Nel dicembre 1943 Bianca Ceva fu arrestata e nell’agosto del 1944 sottoposta a giudizio e condannata presso il Tribunale militare di Milano che la rinviò per una nuova condanna al Tribunale speciale. Nell’ottobre dello stesso anno Bianca Ceva riuscì a evadere dal carcere dove si trovava in attesa di giudizio e a raggiungere i partigiani dell’Oltrepò pavese.
Dopo la Liberazione nel 1945 tornò ad insegnare e divenne preside del Liceo Beccaria.
Contribuì alla fondazione dell’Istituto nazionale per la storia del Movimento di liberazione in Italia (INSMLI) di cui fu segretaria generale dal 1955 al 1972.
Bianca Ceva ha anche fatto parte, negli stessi anni, del comitato direttivo della rassegna “Il Movimento di liberazione in Italia”.
Traduttrice di Tacito e studiosa di problemi storici, filosofici e letterari, traduce giovanissima dall’inglese di opere di Bertrand Russell (I problemi della filosofia, Milano, Sonzogno, 1922) e John Stuart Mill (autobiografia: pagine scelte, Milano, Società editrice Unitas, 1927), il filosofo che già nel 1869 aveva scritto con la filosofa Harriet Taylor il testo On the subjection of women, testo cruciale a sostegno dell’emancipazione femminile.
Fra i suoi numerosi scritti, oltre agli amati studi classici, si ricordano: Storia di una passione: 1919 ÷ 1943 (Milano, Garzanti, 1948); Tempo dei vivi 1943 ÷ 45 (Milano, Ceschina, 1954); 1930: retroscena di un dramma (Milano, Ceschina, stampa 1955; sulla vicenda del fratello Umberto); Cinque anni di storia italiana, 1940 ÷ 1945: da lettere e diari di caduti (Milano, Edizioni di Comunità, 1964); La storia che ritorna: la terza deca di Tito Livio e l’ultimo conflitto mondiale (Milano, Unione femminile nazionale, 1979).
Qui di seguito alcune immagini della piazza e del primo tratto della via pedonale rialzata posta al centro del nuovo quartiere.
SeiMilano
- progetto architettonico: MCA – Mario Cucinella Architects
- progetto strutturale: Milan Ingegneria spa
- progetto impiantistico: Studio Ferrari e Brocajoli – Curtatone, MN
- direzione lavori: Starching srl
- responsabile lavori arch. Claude Raymond Van Steenwinkel per Starching srl
- direzione lavori strutture: ing. Filippo Valaperta per FVProgetti srl
- direzione lavori impianti: ing. Gigi Marazzi per Studio Planning srl – Monza, MB
- progetto facciate: Eurodesign sas – Arluno, MI
Referenze immagini: Roberto Arsuffi, Comune di Milano
Sella Nuova, Sei Milano, Via Bisceglie, Via Calchi Taeggi, Via Parri, Baggio, Mario Cucinella Architects, Borio Mangiarotti, Värde Partners
Quartieri orrendi periferici e senz’anima
Si, effettivamente avrebbero potuto costruire questo quartiere in piazza del Duomo, così da renderlo meno periferico…
Certamente non è un dei più bei quartieri di Milano, ma altrettanto certamente è migliore di molti molti altri…
Resto curioso di conoscere in quale splendido quartiere vive il sig. Anonimo.
E va bene, visto che ci tieni, soddisfo la tua curiosità, visto che è espressa con garbo anche se con sarcasmo.
Premetto: mi sembra un dato di realtà che Bisceglie sia un quartiere periferico di milano, che ho detto di strano?
Vivo in via Carroccio da un po’.
Ma nacqui in zona maggiolina quartiere semi periferico, vissi 20 anni in rosellini, quartiere un pelo più centrale e ora sto in un quartiere più centrale. Questi sono dati oggettivi.
Orrendo e zenz’anima sono mie valutazioni ovviamente, ma almeno le faccio su ciò che so.
Che è splendido lo dici tu a priori, mica io.
Saluti
E sticazzi?
Gli stichi
condivido e sottoscrivo in pieno il commento
Mbe te credo: é ancora mezzo cantiere!
A me non sembra affatto male invece, non ci sono volumetrie eccessive, lo stile degli edifici è moderno e sobrio, il costruito è stato concentrato lungo un asse stradale principale lasciando spazio per il parco.
In apparenza non male
L’unica cosa positiva è l’omaggio alla memoria di una grande donna. Per il resto, di fatto un formicaio senza arte né parte. Migliaia di pali e paletti, acciaio o neri, alti o bassi. Che nel 2023 ancora non si riesca a progettare un nuovo quartiere dove le auto siano completamente separate dalle zone pedonali, la dice lunga sulla visione degli architetti che hanno costruito questi luoghi.
La via centrale è completamente pedonale… Le “migliaia di pali e paletti neri” che vedi sono per l’illuminazione.
Illuminazione che a Milano deve essere bassa e puntiforme (e quindi necessita dei quantità notevoli di pali) altrimenti gli ambientalisti si lamentano che disturbiamo il ritmo cicardiano dei volatili.
Come no, l’ha fatto il Berlu negli anni 80, si chiama Milano 2.
sì ma non a milano.
o no?
é segrate o Milano?
una medaglia alla resistenza con relativa strada non si nega a nessuno
Ottimo intervento direi. Questo è un bell’esempio di riqaulificazione. I palazzi sono sobri ed eleganti. Buoni gli spazi. Speriamo che le aree verdi vengano manutenute.
A me sembra un intervento di riqualificazione perfettamente riuscito. Ampi spazi verdi, comparto residenziale elegante e di qualità, zona commerciale con attività che servono i residenti. Insomma, un buon intervento. Speriamo che possa dare un apporto positivo alla zona.
un’amica ha comprato casa li e sono stata a trovarla.
dal mio punto di vista è un quartiere anonimo senza “arte ne parte” , senza storia e senza anima insomma il classico quartiere periferico dormitorio dove la gente s’incontra per strada senza salutarsi.
certo le costruzioni sono carine ed i prezzi sono “abbordabili agli esseri normali”, la riqualificazione dell’area è da considerarsi un fatto positivo ma personalmente non ci andrei mai ad abitare.