Milano | Porta Venezia/Loreto – Ciclabile di Corso Buenos Aires: 23 luglio

Dall’inizio del mese sono in corso i lavori per la posa del cordolo a protezione della pista ciclabile in corso Buenos Aires (Porta Venezia-Loreto). Ricordiamo che i lavori si svolgono in orario serale e notturno, dalle 20 alle 5 del mattino, per causare il minor disagio possibile. Non sono previste comunque interruzioni di carreggiata, l’intero corso Buenos Aires rimarrà infatti aperto alla circolazione stradale.

La prima fase dei lavori prevede la realizzazione di una pista ciclabile in sede protetta su entrambi i lati della via, con una larghezza di circa due metri e cordoli larghi 50 cm e alti 17. L’intervento comporta l’eliminazione della sosta lungo corso Buenos Aires, mentre troveranno spazio alcune aree riservate al carico e scarico, a servizio degli esercizi commerciali presenti. Il tutto sarà comunque rivisto tra qualche anno da un intervento di arredo urbano più consono e migliorativo, con marciapiedi più ampi e grandi vasi con piante.

LA posa dei cordoli, in questi giorni, è arrivata sino a piazza Lima.

Sappiamo che questa sistemazione è “temporanea” in attesa che nei prossimi anni ci sia un progetto unitario per l’intero Corso Buenos Aires, con marciapiedi più ampi e un migliore arredo urbano, però troviamo la soluzione nei punti dove son state create le soste per il carico-scarico, un po’ troppo rischiosa, sarebbe bastato sistemare il cordolo in maniera più fluida.

Certo ora, in molti punti la ciclabile risulta un po’ troppo ampia, tanto che una porzione è stata segnata come “area per i pedoni”. Forse il Comune dovrebbe pensare di mettere delle belle fioriere (come nostro esempio).

Queste specie di piazzuole che costringono i ciclisti a compiere una gincana da far fare ai ciclisti, vista poi la promiscuità coi pedoni, potrebbero causare degli incidenti (guardate quel gruppo di persone che chiacchiera bellamente nel punto in cui i ciclisti devono sterzare un poco).

Altra segnalazione che vogliamo portare all’attenzione, riguarda il posizionamento dei paletti per impedire il parcheggio sulla ciclabile da parte dei furbetti.

Forse, piazzati così nel mezzo del percorso, non sono un po’ pericolosi? Paletto cerchiato di rosso). Certo se venissero messi dei vasi, la situazione sarebbe meno pericolosa, a nostro avviso.

Fioriere che, speriamo, non facciano la fine delle attuali, dove molte piante seccano per la poca cura.

Dobbiamo confermare che la ciclabile di Corso Buenos Aires sia veramente utilizzatissima, come si evince dalle nostre foto.

Concludiamo con la speranza che a lavori ultimati, non vedremo auto dei frequentatori dei locali di Porta Venezia, parcheggiate ai lati della ciclabile come se non ci fosse una regola (foto seguente).

Chissà se finirà anche il carosello di auto parcheggiate in sosta vietata prima dell’incrocio con piazza Lima. Auto in sosta selvaggia che oltre ad intralciare il percorso della ciclabile, impedisce agli autobus notturni di fare la fermata.

Referenze immagini: Roberto Arsuffi

Corso Buenos Aires, Loreto, Porta Venezia, pista ciclabile,

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

66 commenti su “Milano | Porta Venezia/Loreto – Ciclabile di Corso Buenos Aires: 23 luglio”

  1. Che roba inutile la ciclabile in c . Buenos aires…bastava farla ai lati dei giardini in via morgagni che è praticamente la parallela…
    Così hanno reso il corso una coda di macchine perenne.

    Rispondi
    • madonnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

      Rispondi
    • *Corso che corre letteralmente parallelo alla metro, la scelta di usare la macchina e mettersi in coda perenne è dell’automobilista.

      Rispondi
      • Siamo ostaggi di urbanisti(…) che studiano solo cartine e nn guardano i veri problemi del traffico che peggiora con le loro scelte insulse in ogni parte della citta. Incompetenti

        Rispondi
    • ue carissimo, guarda che il tuo bel commento “bastava farla in via Morgagni” è abbastanza inutile dato che nella suddetta via esiste già da anni un percorso ciclabile protetto. E, no, NO, la. ciclabile in corso Buenos Aires è utilissima, basti vedere da quanta gente è utilizzata ogni santo giorno. Corso Buenos Aires era una coda di macchine anche senza la ciclabile

      Rispondi
      • Ma dove vivi? Ci passi ogni tanto per il corso? Le bici che ci transitano sono pochissime e gli ingorghi sono peggiorati parecchio, su dai un po’ di obiettività!

        Rispondi
        • Ci passo eccome per il corso, proprio in bici, proprio grazie alla ciclabile. Corso Buenos Aires non è un’autostrada, ed in città non ci sono solo le macchine. I dati sull’utilizzo della ciclabile mostrano che essa è frequentata a tutte le ore del giorno, e quando la uso io ci vedo sempre altri ciclisti insieme a me (e non parlo dei vari riders), quindi direi che “pochissime” anche no.

          Sugli ingorghi, quella è una delle zone più servite di Milano da parte del trasporto pubblico: 2 metropolitane (M1 ed M2), 1 stazione ferroviaria (Porta Venezia), una decina di linee bus tram e filobus nei dintorni (1, 5, 9, 33, 39, 60, 81, 90, 91, 92), di cui una buona metà con servizio fino alle ore 1 (il tram 9 circola fino alle 2:40), servizio notturno 7 giorni su 7 con NM1, NM2, N25/N26, N90/N91.
          Escludendo residenti, carico/scarico, e quelle particolari situazioni in cui è necessario l’uso della macchina (un piccolo trasloco ad esempio), serve proprio la macchina per andare in quella zona? Quante di quelle macchine che transitano sul corso stanno facendo viaggi che si potevano benissimo fare con altri modi?

          Rispondi
      • Le ciclabili a Milano le danno a caso… che senso ha fare la ciclabili in b.aires e in piazzale loreto niente…
        Ci vuole un piano sulla carta sviluppato in 5 anni… la folle pista ciclabile sulla circonvallazione ha già causato due morti quest’anno…

        Rispondi
        • Povero analfabeta, ricevi le informazioni ma il tuo cervello atrofizzato non sa processarle. Te la spiego facile facile. Le persone morte in bicicletta non sono morte a causa della ciclabile ma perché in Italia non ci sono limitazioni ai mezzi pesanti, come succede nel resto d’Europa. Ora ti è più chiaro o vuoi continuare a nascondere la tua frustrazione dietro una corsia ciclabile?

          Rispondi
        • In piazzale Loreto tra non molto parte il progetto di riqualificazione totale della piazza, alla fine del quale ci saranno percorsi ciclabili.
          Sulla pista ciclabile in circonvallazione, i morti sono stati causati dalla pista o dalla guida poco accorta di altri? Perché, se dovessimo applicare questo folle ragionamento anche al mondo automobilistico, la “folle” autostrada A1 quanti morti ha causato in 60 anni? Gli aerei? queste folli macchine volanti?

          Meglio chiudersi in un bunker, questo folle mondo non è sicuro

          Rispondi
          • Ripeto ci vuole un progetto serio per le piste ciclabili… non basta una striscia sull’asfalto…come sulla circonvallazione.

          • In un paese civile basta una striscia sull’asfalto per iniziare. Poi si inizia a metter giù cordoli e quant’altro. Anche per capire se c’è qualcosa che va o non va, si comincia con una striscia bianca modificale quando vuoi a costo praticamente nullo e poi si passa alla fase definitiva. Per riallacciarsi al discorso sulla circonvallazione, la tratta “sud” (Sant’Ambrogio – Visconti di Modrone) sarà occupata dai cantieri di M4 fino al 2024, rendendo quindi impossibile installare altri cantieri sulla stessa tratta.

            Capisco che chiedere di rispettare la segnaletica verticale ed orizzontale sia qualcosa di troppo per l’automobilista italico medio (basta guardare i filmati delle dashcams che si trovano su YouTube per avere un quadro scoraggiante…), e che lamentarsi sia lo sport nazionale. E comunque, il “progetto serio” esiste e si chiama “Cambio”: il biciplan a scala metropolitana che prevede di realizzare una serie di corridoi ciclabili incentrati su Milano, mentre in questi giorni lo stesso municipio 1 sta presentando idee relative ad una ciclabile lungo i bastioni

        • Ma ,io toglierei tutte le macchine e i camioncini ,farei le consegne in triciclo,chiuderei i negozi e terrei solo Amazon,chi non ha i posto auto o i box dovrebbero pagare il doppio che andrebbe ai comuni per fare nuove piste ciclabili e posti auto

          Rispondi
      • Certo che c’è un “sistema di attraversamento veloce che separi il traffico locale da quello di lunga percorrenza”. Sono le Tangenziali Est, Ovest e Nord, più il tratto urbano dell’A4 (sebbene quest’ultimo sia un po’ forzato, anche a 4a corsia dinamica completa). Questo anello completo permette alla “lunga percorrenza” di bypassare la città, evitando di congestionare Milano con traffico diretto altrove. Volendo si può includere anche quel mezzo spreco di soldi della tangenziale esterna, che in teoria fa sì che i flussi sud-ovest/sud-est nord-est evitino di intasare la tangenziale est (se non già intercettati più a sud dalla A21).
        Oppure vogliamo far passare chi da Genova o Bologna deve andare a Malpensa attraverso la città? E soprattutto, Corso Buenos Aires a che “lunga percorrenza” potrebbe mai servire?

        Ci hanno provato nel 1953 a fare degli assi di attraversamento veloce in città, progetto abbandonato appena si sono accorti che:
        1) andava demolita letteralmente mezza Milano (mezza Isola, la zona davanti l’Arco della Pace, Pagano, la zona di Via Tortona, la Barona – e questo solo per l’asse Nord-Sud)
        2) avrebbe portato un’immensa quantità di traffico dentro Milano
        3) progetto cancellato negli anni della motorizzazione di massa.

        Direi che la zona dell’Arco della Pace stia molto meglio così com’è piuttosto che con un vialone di 30/40 metri pieno di macchine, così come la Barona (che ha già il suo vialone) o la zona attorno via Tortona.

        Rispondi
      • Fonte dati AMAT e Comune di Milano: circa 6500 ciclisti al giorno, un numero 4 volte superiore a quello antecedente l’apertura della ciclabile. Rilevamento effettuato fra novembre 2019 e novembre 2021. Nello stesso periodo il numero della auto transitanti in corso Buenos Aires è diminuito, passando dal 75% al 58% sul totale dei veicoli percorrenti il corso. qui il link all’articolo: https://www.milanotoday.it/attualita/pista-ciclabile-baires-.html

        Rispondi
      • Ecco, sono diminuite le auto in BuenosAires(e te credo) e naturalmente ai diversamente intelligenti non sorge il dubbio che siano andate nelle vie limitrofe.
        Grande vittoria degli ecocoglioni.

        Rispondi
  2. Ma figuriamoci se la sosta selvaggia verrà eliminata dal corso. A Milano, come in tutta Italia, è pieno di gente con la mentalità arrogante e mafiosa. Non si può fare? Io lo faccio lo stesso perché posso e perché voglio. La multa? Se mai arriverà non la pagherò. Guardate cosa succede nelle nostre piazze, da piazza affari a piazza Sant’Eustorgio. Sono un ammasso di lamiere, esattamente come negli anni ‘60.

    Rispondi
  3. Ennesimo disastro di questa sciagurata giunta. Traffico in tilt e privilegio alle biciclette che non rispettano mai il codice della strada

    Rispondi
  4. Quante strade in quanto corsi e viali ha Milano considerando che non ha nemmeno un sistema urbano d attraversamento veloce che separi il traffico locale da quello di lunga percorrenza? NESSUNO! E trasforma i pochi assi stradali che ha come c.so B. Aires in un budello!

    Rispondi
    • Buenos Aires è sempre stata una via commerciale, purtroppo negli ultimi decenni si è trasfornata in una camera a gas, con traffico congestionato e rumore.

      Fare shopping in Buenos Aires ha perso attrattiva per lo schifo delle macchine intasate e del rombo di moto e scooteroni.

      Riportare il corso a una dimensione più umana, con molte meno auto, dovrebbe essere una priorità per far ricrescere il commercio e dare un grande aiuto alle attività commerciali in sofferenza. Sono sicuro che con la riqualificazione del corso e di piazzale Loreto migliorerà moltissimo, alla faccia dei pessimisti lamentosi.

      Rispondi
  5. sono completamente d’accordo sull’articolo, su tutto, spero che nei prossimi giorni venga un po’ sistemata, così fa un po’ ridere effettivamente

    Rispondi
  6. Ottima notizia la ciclabilizzazione di C. Buenos Aires, pensare che a Parigi hanno fatto 10 volte di piu di quello che a fatto Milano.
    Leggere gli insensati commenti degli auto-centrici da anni ’70 fa pena, ma quando passeranno anche loro alla ciclo mobilità non chiederanno scusa per le fandonie dette.
    Avanti cosi C. Buenos Aires farà la storia a Milano!

    Rispondi
  7. I cordoli potevano essere anche più piccoli e si sarebbero recuperati 15 cm. Altra questione è che neppure gli scooter si potranno più parcheggiare ed anche questi sono mobilità alternativa alle auto

    Rispondi
  8. È un grande passo avanti. Spero che si eliminerà ogni possibilità di parcheggiare selvaggiamente sulla ciclabile. La percorro quotidianamente per andare al lavoro e vedo anche adesso purtroppo alcune auto che riescono comunque a fregarsene della gente che lavora.

    Andrebbe fatta la stessa cosa anche su tutto Viale Monza perché la situazione li è tragica.

    Auspico anche che tutte le piste ciclabili siano colorate di rosso, come prassi in Europa. Rendere visibile una pista ciclabile aiuta anche l’automobilista più idiota a capire che li proprio non deve sostare.

    Rispondi
  9. Vanno tolti i semafori da Buenos Aires. Uno studio fatto dal consorzio permanente delle università svedesi e norvegesi ne ha rilevato da sostanziale inutilità già dal 1983.

    Rispondi
    • Si i rondò sono più efficienti dei semafori e infatti da oltre due decenni li si mette dappertutto.

      Certo, in Buenos Aires ci mancano solo quelli…. 🙂

      Rispondi
    • bravo, toglimi semafori da Buenos Aires e poi vedi che casino viene fuori tra ingorghi e incidenti. Spero che tu non sia un addetto alla viabilità di Milano

      Rispondi
    • É arrivato il genio della viabilità, togli i semafori in Buenos Aires e vedi quanti ingorghi e incidenti vedrai! I rondò nel corso non li puoi fare non c’è spazio

      Rispondi
  10. Piccola riflessione, le auto hanno autostrade, tangenziali, strade, stradoni, svincoli, parcheggi… tutta roba che a costruirla costa un sacco di nostri soldi. Per cosa? Per ammazzarci di incidenti e inquinamento.

    Le bici hanno, giusto quando capita, qualche micro pezzettino di ciclabile, spesso dissestata, tronca, con tombini che sono voragini… Eppure non mandano in fumo tonnellate di combustibili fossili che respiriamo e che stanno cambiando il clima.

    Cosa facciamo in Italia? Incentiviamo le auto, sempre e solo le auto! Quando timidamente si fa un pezzettino di ciclabile quelli sopra sono j commenti. Gente che non capisce nulla di urbanistica e di viabilità, che pensa che Buenos Aires debba essere una strada di alto scorrimento e a cui probabilmente va benissimo il disastro climatico in cui ci stiamo buttando.

    Rispondi
    • Hai ragione. L’errore è stato costruire le autostrade e asfaltare le vie cittadine in genere per facilitare la circolazione delle auto. Se penso ai soldi buttati per fare l’autostrada del sole negli anni ‘60. Con i tuoi soldi, poi! Lo avrebbe capito anche un bambino che se fai un’autostrada va a finire che la gente compra le macchine. Ma era davvero necessario? Sessanta anni fa se dovevi andare da Parma a Porto Venere ci andavi in bicicletta, su e giù per il passo della Cisa! Oggi invece – e a spese tue – ci vanno tutti in macchina! E se per dire dalla Germania devono consegnare della merce a Foggia ci vanno coi camion, non con dei risciò a pedali. Guarda, in Norvegia ma anche in Olanda e in Lussemburgo stanno facendo un esperimento: sulle strade destinate alla circolazione delle auto ogni dieci km scavano una specie di trincea profonda tre metri e la riempiono d’acqua fino alla metà. Se chi guida riesce a superare la trincea, l’auto gli viene confiscata e l’automobilista va in galera a bastonate. Siamo proprio ancora molto lontani dagli standard europei, ma almeno abbiamo l’esempio.

      Rispondi
      • Il senso del tuo commento? Volevi essere divertente e sostenere che le autostrade sono servite e servono per lo sviluppo del Paese?

        Sostenere la mobilità ciclabile non obbliga nessuno ad andare in bici da Parma a dove vuoi tu. Non si pretende che si smantellino le autostrade. Non si pretende che le merci viaggino su calesse.

        Non si limita la libertà di movimento se si creano possibilità alternative per spostarsi, magari in modo più sano e ecologico, anzi, si creano solo nuove opportunità per tutti.

        Rispondi
  11. Vedete come sono malvagi gli alberi?
    Prima fanno finta di essere belli e riparare dal sole poi alla prima lieve brezza si spaccano cadono e uccidono persone, fanno danni…
    Ecco perché la giunta non vuole alberi a Milano

    #deforestami

    Rispondi
  12. Sono perfettamente d’accordo.
    Le bici sono sempre di più, per fortuna. E più siamo più facciamo sentire la nostra voce e il nostro peso (anche di voto).
    I giovani milanesi per fortuna amano la bici, non l’ auto. Sono la mia (nostra) speranza. Non hanno più il mito dell’auto appena maggiorenni.

    Rispondi

Lascia un commento