Dopo un blocco di qualche mese, finalmente da alcune settimane sono ripresi i lavori per la riqualificazione e sistemazione stradale di via Padova.
Ricordiamo che Via Padova è una lunghissima via che attraversa diversi quartieri e distretti di Milano. Comincia il suo lungo percorso da Loreto e dal suo piazzale, prosegue attraversando NoLo, la zona del Trotter, il Casoretto, Turro e Rottole, Cimiano, Crescenzago e termina a Cascina Gobba praticamente, costeggiando, nell’ultimo tratto il canale della Martesana e sconfinando nel Comune di Vimodrone.
La lunga via risulta spesso un pianeta a parte. Sovente è riferita come quartiere particolare e difficile, sopratutto nella parte iniziale, dove troviamo una popolazione per la maggior parte composta da immigrati dal Sudamerica, dall’Asia e dal Magreb, che creano un piccolo mondo a sé stante, un mix che vive però nel degrado e disagio più profondo. Sopratutto nella parte attorno a via Chavez, da qualcuno ribattezzata come “Churro” (perché suona come Turro ma col riferimento alle classiche frittelle dolci a forma di bastoncino di ispanica tradizione).
Per iniziare a sistemare le cose e risanare un po’ il quartiere, il Comune ha provveduto, una ventina d’anni fa, con la Giunta Albertini, a realizzare il tratto di ciclabile tra piazzale Loreto e l’incrocio con via Giacosa. Una ciclabile in condivisione coi pedoni che troviamo molto azzardata, visto che spesso è invasa dai pedoni stessi che camminano lungo il marciapiede incuranti dei ciclisti. Ciclisti, che come si vede dalle foto qui di seguito, a volte preferiscono adoperare la carreggiata della strada piuttosto che usare una ciclabile promiscua.
Ad ogni modo, ecco un po’ di foto che abbiamo scattato nel weekend lungo il tratto che va da via Giacosa sino a Via Leonardo Cambini, davanti alla chiesa di San Giovanni Crisostomo. Qui, come dicevamo, i lavori erano partiti bene, con i primi lavori propedeutici e il successivo intervento ai marciapiedi, poi si erano arenati, lasciando il cantiere nel pieno degrado. Nel frattempo nel tratto che va da Via Francesco Cavezzali a Via Privata Terenzio Mamiani erano stati effettuati i lavori per sistemare i sottoservizi (tubature e fognature).
Ora i lavori sono ripresi, anche se, dobbiamo dire, lasciando tubi degli impianti elettrici (non attivi) allo scoperto e d’intralcio (ma la sicurezza per i cittadini?).
Referenze immagini: Roberto Arsuffi; Comune di Milano
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Per non parlare del fatto che quando piove i marciapiedi diventano piscine dopo aver allagato le cantine, visto che qualche genio ha ben pensato di volgere l’inclinazione verso i palazzi invece che verso strada.
Una semplice domanda: ma non ci sono più gli scivoli per disabili o solo per far salire meglio i carrelli della spesa? Sono obbligatori mi pare ma sono spariti si vede anche dalle foto. Ho chiesto ai vigili di zona ma non sapevano e si sarebbero informati, però….
Probabilmente saranno realizzati dossi e/o castellane
Scusate ma da quando in qua via Padova è al Casoretto???
“…una popolazione per la maggior parte composta da immigrati dal Sudamerica, dall’Asia e dal Magreb, che creano un piccolo mondo a sé stante, un mix che vive però nel degrado e disagio più profondo…da qualcuno ribattezzata come “Churro” … Anche negli articoli più volonterosi si annidano gli stereotipi…Vivo in questo pezzo di via Padova e ‘sto nomignolo è la prima volta che lo sento però capisco che in un articolo fa colore. In quanto “alla maggior parte composta da immigrati”, non ci sarebbe nulla di male se fosse così ma non è così e basta andare a leggersi i dati statistici NIL del Comune di Milano. Il massimo sarebbe se realmente si frequentasse la zona almeno per un po’. Si scoprirebbe che il disagio e degrado lo vivono anche famiglie italiane, viceversa ci sono famiglie di immigrati che vivono dignitosamente del loro lavoro anche in questo territorio. E si scoprirebbero le tante energie umane che attraversano il quartiere e che articoli come questo, con le loro introduzioni stereotipate, neanche immaginano. Mamma mia che luoghi comuni. Anche qui. Delusione.
Un quartiere si riqualifica iniziando da progetti di integrazione delle comunità che ora sono abbandonate a sé stesse e, successivamente o contemporaneamente si realizzano i progetti di sistemazione stradale.
Io purtroppo non vedo grandi progressi e si, la ciclabile così realizzata è follia
Bisognerebbe incominciare a riqualificare la zona non permettendo a chi si prostituisce all’angolo di via Cambini, qualche ristorante del posto che lascia rifiuti in via Cambini, il giardino davanti alla chiesa San Crisostomo è diventato una discarica e purtroppo qualche extra comunitario che dorme su panchine del giardinetto o sotto i portici de via padova 95. Per la pista ciclabile di via padova è stata realizzata sottraendo spazio pedonale su marcia piede.
Per concludere vorrei dirvi di non riempirvi la bocca di belle parole ma incominciate a risolvere i problemi che quotidianamente rendono uno schifo questa zona.
Guarda che questo è un sito privato gestito da volontari, mica il sito del Comune.
Hai sbagliato bersaglio per le tue critiche.