Milano | Affori – Nuovo destino per il “tamburello” di via Astesani 47

Affori. Dopo oltre vent’anni di abbandono e inevitabile occupazione abusiva di un centro sociale di conseguenza, con sgombero nel 2018, il piccolo edificio esagonale dalla forma di “tamburello”, posto all’angolo tra via Astesani e il suo ramo (stesso nome?) che porta all’area della stazione FN, sarà presto demolito per lasciare il posto ad un nuovo palazzo residenziale. Un nostro articolo del 2016 riguardo allo stato della piazzetta.

Il piccolo edificio di tre livelli e a forma esagonale, fa parte del grande complesso situato in via Astesani 39-45 e 47. Il complesso comprende un edificio principale a forma di S con due ali perpendicolari ad esso, insieme al padiglione esagonale che ha ospitato gli uffici e gli sportelli della Banca Nazionale del Lavoro sino alla sua dismissione di 20 anni fa.

Gli edifici sono collegati da un giardino-piazza accessibile al pubblico (che andrebbe riqualificata). L’edificio principale si estende su nove piani nel braccio centrale e otto piani nelle ali laterali, offrendo una varietà di appartamenti, dal monolocale al quadrilocale. Ogni piano ospita cinquanta unità abitative e dispone di dodici vani scala-ascensore. La struttura poggia su un basamento porticato con archi ribassati in cemento armato a vista, mentre le facciate superiori sono rivestite in clinker rosso a mattone. Una fenditura orizzontale separa il porticato dal secondo piano, introducendo un contrasto visivo. Questo elemento è ripetuto alla sommità dell’edificio, con aperture verticali che interrompono la continuità della copertura piana. Le aperture a tutta altezza sono accentuate da paraste in cemento armato che evidenziano la struttura portante. Il padiglione esagonale presenta un zoccolo solido e superfici continue in clinker, con aperture disposte in modo apparentemente casuale, incluso negli angoli della struttura.

Al complesso nel corso degli anni son stati aggiunti altri edifici che si trovano sul retro.

La notizia che vedeva questo piccolo edificio esagonale demolito e sostituito da un nuovo palazzo residenziale circolava da un bel po, tanto che erano già circolati dei rendering che mostrano il progetto divulgato da Coima Image.

Il nuovo edificio, stando ai rendering trovati in rete sinora (potrebbero essere differenti e modificati), occuperebbe lo stesso sedime dell’esagono, rinunciando ad una piccola porzione verso il palazzo a stecca e si svilupperebbe per nove piani più il piano terreno ed un totale di 21 unità abitative. Ampie terrazze verso via Astesani e finestre a tutta altezza verso lo “storico” edificio. Il progetto dell’edificio residenziale è di Coima Image su incarico di Rehalta.

L’edificio reinterpreta e si integra con il contesto dell’architettura milanese del dopoguerra rivisitandone in chiave contemporanea le forme e i caratteri tipici. In quest’ottica, lo studio dei pieni e dei vuoti nella trama di facciata è equilibrato bilanciando l’ariosità delle logge, ampie e vivibili, con la solidità della facciata opaca. Il rivestimento in ceramiche di piccolo formato è una citazione della tradizione architettonica degli anni 50-60 degli edifici circostanti, ma realizzato con materiali innovativi.

Il piano terra, dotato di un’ampia superficie vetrata che si apre verso la piazza e la strada, è dedicato a spazi commerciali e a funzioni comuni legate alla residenza, che vanno anche a generare un nuovo disegno degli spazi aperti di proprietà dell’investitore.

Un po’ dispiace vedere sparire il “tamburello” di via Astesani, ma è comprensibile come in tutti questi anni nessuno abbia trovato ad una sua conversione e riutilizzo. Per ora il progetto è passato, esattamente la primavera scorsa, queindi potrebbe essere imminente l’avvio del cantiere.

I pareri della Commissione Paesaggio: Via Alessandro Astesani, 47

  • s.28 del 01/09/2022 (#33) >>> verifica preliminare art.40_RE. DISC – Ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione con la stessa SL dell’edificio preesistente e modifica della destinazione d’uso (da uffici a residenza). Richiesta verifica in merito alla necessità degli scostamenti dalle indicazioni morfologiche PGT. >>> RINVIATA
  • s.29 del 08/09/2022 (#40) >>> verifica preliminare art.40_RE. DISC – Ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione con la stessa SL dell’edificio preesistente e modifica della destinazione d’uso (da uffici a residenza). Richiesta verifica in merito alla necessità degli scostamenti dalle indicazioni morfologiche PGT. >>> CONTRARIO
  • s.14 del 20/04/2023 (#38) >>> parere preliminare art.55_RE >> Progetto di edificio residenziale (pratica JPE 3035/23) >>> FAVOREVOLE

Milano – Affori – Via Alessandro Astesani, 47 >>> padiglione a pianta esagonale (ex Banca Nazionale del Lavoro) >>> destinato alla demolizione >>> SENZA NOME (nella mappa Urbanfile codice: AF21)

  • committente: (Rehalta srl – Milano, MI)

———-
(residenziale + commerciale)
(nuova costruzione)

(PT + 9 piani) (21 appartamenti)
(2.255 mq + 200 mq)
———-

  • progetto originale > 1969 > (Vito Latis) + ( Gustavo Latis) + (Camillo Bianchi)
  • progettista: (Coima Image srl)

RISORSE

Referenze immagini: Archivio Vito e Gustavo Latis, Roberto Arsuffi, duepiedisbagliati

Affori, via Astesani, Archivio Vito e Gustavo Latis, Coima, riqualificazione

Per l'utilizzo delle immagini scrivere a info@dodecaedrourbano.com

31 commenti su “Milano | Affori – Nuovo destino per il “tamburello” di via Astesani 47”

  1. La citta’ verticale, la zona si sviluppa in altezza a scapito di chi abita ai piani bassi

    Progetto sicuramente più interessante dei contigui appena terminati

    Rispondi
  2. Sinceramente mi pare più apprezzabile questo “tamburello” di tante villette pseudo-liberty per la cui demolizione ci si è stracciati le vesti. Peccato che non si trovi una destinazione d’uso.

    Rispondi
    • Concordo che l’esagono è in effetti interessante, ma dobbiamo anche riconoscere che vista la bassa volumetria è molto difficile mantenerla e ristrutturarla sperando in un ritorno economico.
      Abitando lì accanto posso comunque assicurare che la priorità è in assoluto che si risani lo spazio pubblico intorno. Arrivato a uno stato di degrado insopportabile per un vivere decoroso.
      Per cui se la soluzione trovata è una torre residenziale di nove piani ben venga. E resta enormemente meno impattante di quella mostruoisità che hanno appena costruito lì accanto.

      Rispondi
  3. L’ennesima demolizione e l’ennesimo aumento di cubatura.
    Dispiace per l’architettura degli anni ’50 e ’60 che magari non interessa a nessuno oggi ma tra qualche decennio sarà un’epoca interessante come le altre.
    Tutte queste sostituzioni edilizie andrebbero regolamentate, invece si fanno solo gli interessi dei costruttori

    Rispondi
  4. Dal mio (modesto) punto di vista un’occasione persa per recuperare spazio pubblico. Quando l’ho visto mi sono venute in mente quelle operazioni anni 60 in cui al centro di cascine con ampi cortili costruivano orribili costruzioni verticali di 5 o sei piani. All’insegna della speculazione, come unico criterio guida.

    Rispondi
  5. Basta cemento. Ancora altro smog.
    Magari se non è troppo difficile per chi progetta queste brutture ambientali pensare di inserire un centro sportivo o un cinema che manca in zona.

    Rispondi
    • In realtà a meno di centro metri ci sono due ottimi centri sportivi.
      l’Iseo, pubblico e il Qanta village, privato.
      Sui cinema non commento nemmeno.

      Rispondi
  6. Un nuovo baluardo certo non è edilizia popolare..andando di questo passo parecchi palazzi passeranno ad uso uffici …

    Rispondi
  7. Io che abito in via Carli2 avevo una bella vista con tramonti stupendi fino a che hanno costruito quei tre mostri adesso con quest ultimo si soffoca

    Rispondi
  8. Altre torri (sig sig)… altro cemento…altre unità abitative concentrate in pochi mq..altre auto che si trovano a circolare su strade del quartiere già congestionato. E poi si parla di ecologia, di verde, ….
    Poveri noi!

    Rispondi
  9. Da notare: “demolizione e ricostruzione con la stessa SL (superficie lorda di pavimento) dell’edificio preesistente”. Questo basta a definire il fallimento del PGT in merito alla gestione del territorio e al controllo del costruito.

    Rispondi
  10. Vendi, prendi i soldi e scappa da affori, smog, immondizia, auto e densità di popolazione alle stelle.
    La città vivibile….

    Rispondi
  11. Adesso che non possono più fare una scia voglio vedere come tirano su 9 piani al posto del tamburello. Alla faccia delle distanze, dell vista, dei 60 gradi e via dicendo. Ma stiamo scherzando ? E poi impiantare lì in cantiere x tirare su 9 piani, considerando la struttura dell’immobile da demolire e gli interrati, la vedo molto male …..

    Rispondi
  12. E già bocciato l’art. 40 sono passati all’art. 55. Ma dovevano partire subito. Adesso voglio vedere chi gli firma il PDC 🤣🤣🤣

    Rispondi
  13. Che tristezza e senso di soffocamento vedere un palazzo addosso all altro che incombe su una via che certo non ha a larghezza di un’autostrada…e non siamo nemmeno a New York
    Come fare soldi a discapito della qualità

    Rispondi
  14. Se non altro, non è lo scempio inaugurato di recente a nord del blocco di palazzi di Astesani 39-47, che ha solo tolto luce (per non parlare della visione dell’intero arco alpino) a tutti gli sventurati abitanti che vi affacciano dinanzi e che, prima di quest’ennesimo intervento speculativo (spacciato per edilizia convenzionata, che pur è per i prezzi proposti…), dopo circa un ventennio di proposte progettuali sempre sfumate nel nulla e quasi fatte ad arte forse solo per celare il vero risultato finale (dapprima un parco, poi il parcheggio per la fermata della stazione Trenord/MM AFFORI NORD, poi un centro commerciale carrefour con giardino, poi qualche edificio tra i 5 e i 6 piani, poi un hotel, per arrivare a un “compound” con un fronte di circa 60 m di larghezza per circa 45 di altezza, a distanza di una ventina di metri si e no (a occhio…). Questo, ovviamente senza contare tutti i disagi subiti per anni dagli abitanti degli edifici preesistenti, dapprima per una bonifica interminabile, poi per il cantiere. Il tutto senza alcun ritorno tangibile da oneri di urbanizzazione a vantaggio del quartiere e senza pressoché uno straccio di cortile…
    Ma… Questa è ormai l’urbanistica di una Milano, che non ha più “il cuore in mano”, ma si atteggia, solo dove fa comodo, a grande capitale economica europea. Che sicuramente in parte è. Nonostante su molti (troppi) parametri, a partire dal reddito medio dei sui cittadini, (finché riescono a esserlo, data l’impossibilità per una famiglia media che paga interamente le tasse, di acquistarsi una casa in una città, che dapprima la obbliga a dotarsi di “economiche” auto green…, etc.), non è affatto in grado di potersi allineare a quelle che vengono sempre citate come esempi da seguire… (anche qui, solo dove torna più comodo sull’ondata emotiva di turno e/o di circostanza). Ma siamo ottimisti: anche “Gotham City” era fatta di grandi palazzoni e, prima o poi… È arrivato “Batman”!

    Rispondi
  15. Dovesse realizzarsi confermerebbe come i soldi contano più del benessere dei cittadini e come il comune non si interessi del territorio.

    Rispondi
  16. Veramente li per 4 anni c’è stato Ri-Make, uno spazio sociale che ha ridato vita al quartiere, mantenuto lo stabile, organizzato centinaia di iniziative culturali e sociali.
    Inoltre dal momento che è arrivato RiMake dalla piazzetta sono spariti gli spacciatori.
    Poi dopo 4 anni di attività è stato sgomberato su richiesta del curatore fallimentare ed è tornato quello spazio buio e inutilizzato che era prima.
    Ora ci fanno su una bella speculazione edilizia, in una Milano in cui si continua a costruire come mai prima e in cui la gente per strada che dorme sotto i fogli di giornale aumenta sempre di più.
    Sarà che non è di nuovi palazzi, di più o meno lusso da vendere sul mercato, che c’è bisogno ma un nuovo intervento di edilizia popolare che dia un tetto a chi non ce l’ha?

    Rispondi
  17. A parte il fatto che mi dispiace per il quartiere su cui deve atterrare l’ennesimo orrore Coima, mi pare che l’utilizzo da parte di un centro sociale della struttura sia assolutamente da difendere. Le persone non possono vivere attaccate agli apericena e una volta gli insediamenti residenziali li prevedevano.

    Rispondi
  18. L’ennesimo palazzone di 9 piani,
    mancava proprio….. e manca anche l’aria,
    ormai dove ti giri vedi in poche centinaia di mq svettare sopra la testa mostri di cemento!
    Ma per favore!
    Lorena B.

    Rispondi

Lascia un commento